2019-01-18
Boeri viene subito commissariato. Inizia il suo ultimo mese all’Inps
Il testo conferma il ritorno del cda ed evita che l'attuale presidente resti in proroga. A dare la spallata finale e a spingere al commissariamento di Tito Boeri è stato anche l'inchiesta pubblicata dalla Verità.Il prossimo 16 febbraio al vertice dell'Inps ci sarà un nuovo presidente nominato assieme a un cda o un commissario che svolgerà da staffetta verso il cda nel caso ci vogliano più giorni per nominare i futuri vertici. In ogni caso da 60 giorni a partire da oggi l'istituto per la previdenza tornerà alla sua forma originaria, quando non c'era un uomo solo al comando. A dare la spallata finale e a spingere al commissariamento di Tito Boeri è stato anche l'inchiesta pubblicata dalla Verità a firma Giacomo Amadori. Sono stati svelati una serie di accessi illeciti a profili di dirigenti. Non è dato sapere la motivazione, ma alcuni di questi sono candidati papabili proprio alla successione di Boeri. La posizione grillina fino a pochi gironi fa era quella di lasciare l'attuale numero uno dell'Inps al proprio posto in regime di prorogatio, il testo del decreto approvato ieri taglia invece la testa al toro. L'allontanamento di Boeri dalla carica nel momento stesso dello scadere dell'incarico è una risposta politica a un atteggiamento che in questi mesi è stata di opposizione politica alla Lega. Non è un mistero che l'uomo voluto da Matteo Renzi al vertice dell'istituto dei pensionati ha cercato in tutti i modi di smontare le novità di questo governo anziché applicarle o correggerle dal punto di vista tecnico. Tutti gli allarmi si sono mostrati infondati e se Matteo Salvini non è intervenuto è solo perché l'altro vice premier, Luigi Di Maio, ha visto (sbagliando) in Boeri un possibile consulente per il ministero del Lavoro. All'opposizione che le scorse settimane urlava al commissariamento e stigmatizzava una eventuale corsa al poltronificio, bisogna ricordare che nel 2014 (governo Renzi) si voleva inserire in legge di bilancio il ripristino del cda sia per l'Inps sia per l'Inail con tre membri e un presidente. Esattamente quanto accade ora con la differenza che avere l'Inps gestito da un tecnico consentirà di avviare una task force per la gestione di quota 100. Avere nei prossimi 50 o 60 giorni alla tolda di comando ancora Boeri avrebbe significato al contrario assistere alla diffusione di report continui e monotematici. Documenti che avrebbero smontare quota 100 o avrebbero raccontato l'impossibilità della sua applicazione, nonostante siano stati stanziati 50 milioni per nuove assunzioni. Un po' come era successo al tempo del decreto dignità. Quando la «manina» inserì a latere del decreto un stima totalmente negativa ma priva di sostenibilità scientifica. In sostanza lo schema spiegava che la riforma avrebbe fatto perdere più di 80.000 posti di lavoro. I recenti dati dell'Eurostat cominciano a fornire indicazioni opposte allo sfacelo paventato. Nel mese di novembre l'Italia ha invertito la rotta sull'occupazione. È presto per trarne le conseguenze ma quella stima di 80.000 posti è diventata per molti media il vangelo.
L'ex amministratore delegato di Mediobanca Alberto Nagel (Imagoeconomica)
Giorgia Meloni ad Ancona per la campagna di Acquaroli (Ansa)
«Nessuno in Italia è oggetto di un discorso di odio come la sottoscritta e difficilmente mi posso odiare da sola. L'ultimo è un consigliere comunale di Genova, credo del Pd, che ha detto alla capogruppo di Fdi «Vi abbiamo appeso a testa in giù già una volta». «Calmiamoci, riportiamo il dibattito dove deve stare». Lo ha detto la premier Giorgia Meloni nel comizio di chiusura della campagna elettorale di Francesco Acquaroli ad Ancona. «C'é un business dell'odio» ha affermato Giorgia Meloni. «Riportiamo il dibattito dove deve stare. Per alcuni è difficile, perché non sanno che dire». «Alcuni lo fanno per strategia politica perché sono senza argomenti, altri per tornaconto personale perché c'e' un business dell'odio. Le lezioni di morale da questi qua non me le faccio fare».
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