2022-02-24
Bochicchio, broker dei Vip del calcio va a processo anche per riciclaggio
Massimo Bochicchio (Ansa)
Inquisito non solo per truffa. Avrebbe «pulito» i soldi dei suoi clienti nei paradisi fiscali.Va a processo Massimo Bochicchio, il broker di Capua accusato di aver truffato per centinaia di milioni di euro calciatori e allenatori. Ma mentre il filone principale del procedimento per la truffa non è ancora partito, questa volta la Procura di Roma è riuscita a convocarlo il 29 marzo per un altro processo, dove è accusato di esercizio abusivo dell’attività finanziaria e di riciclaggio. Nelle scorse settimane, infatti, il giudice per le indagini preliminari, Daniela Ceramico D’Auria, ha approvato la richiesta di rinvio a giudizio del sostituto procuratore Alessandro Di Taranto. E ha fissato la prima udienza dove Bochicchio dovrà difendersi dalle accuse di aver gestito abusivamente, almeno dal 2010, almeno 70 milioni di euro dei suoi clienti tramite la società Kidman asset management. A questo si aggiunge poi il reato di aver «pulito» soldi all’estero. In pratica, avrebbe raccolto capitali sottratti al fisco per investirli in strumenti finanziari esteri, tramite conti alle British Virgin Island, Hong Kong, Emirati Arabi e Singapore. Il riciclaggio sarebbe in totale di quasi 10 milioni di euro, per almeno 6 suoi clienti già identificati.La lista di persone offese in questo procedimento - che va ad aggiungersi a quello per truffa dove i soldi da risarcire sono circa 250 milioni di euro - è molto lunga ma soltanto provvisoria e aumenta di mese in mese. Nella richiesta di presentarsi al processo ci sono diverse società, come la 8.0 Srl o la Kyros, difese entrambe dall’avvocato Paola Severino che è legale anche del titolare Massimiliano Mariani, osteopata molto conosciuto a Roma. C’è Pierfrancesco Rodriguez Boccanelli, il cui nonno era stato il più grosso concessionario Mercedes in Italia, e cognato della famiglia Formilli. Poi ci sono Leona Koenig e l’agente sportivo Federico Pastorello, e anche Achille Salvagni, Valentina Barela, Gian Claudio Petraia.Quindi spicca il nome di Antonio Conte, l’ex allenatore dell’Inter, ora al Tottenham, che fece scoppiare per primo nell’estate del 2020 lo scandalo Bochicchio. Difeso dall’avvocato Cesare Placanica, l’ex mister del Chelsea accusa il broker di Capua, ora ai domiciliari, di avergli sottratto più di 30 milioni di euro. La giustizia inglese gli ha già dato ragione, ma non è ancora riuscito a riavere i suoi soldi. Ora ha deciso di rivolgersi ai giudici italiani. Ci sono anche il giocatore della Roma Stephan El Shaarawy e l’ambasciatore italiano Raffaele Trombetta. C’è anche la giornalista Barbara Prampolini, l’unica che in questi ultimi anni ha fatto sentire la sua voce per riavere quanto Bochicchio le ha sottratto. «Sembra che qualcosa si stia muovendo ma a dire il vero io sto ancora aspettando il 90% che Bochicchio aveva promesso a fine gennaio tramite il suo legale», spiega Prampolini alla Verità. «Ma si sa, Bochicchio non brilla per affidabilità. Quello che tuttavia mi sorprende enormemente è che le persone con le quali ha fatto “affari” e con le quali ha creato società e business - quelle che hanno coinvolto direttamente e indirettamente anche me -, piene di investigatori al seguito, non si fossero banalmente accertate all’inizio se Massimo avesse le carte in regola e i titoli necessari per svolgere il suo lavoro. O forse lo sapevano?».Come già riportato dalla Verità nelle scorse settimane, infatti, il 31 gennaio è scaduto il termine entro cui Bochicchio aveva promesso di risarcire almeno il 90 % dei 250 milioni di euro che aveva sottratto ai suoi clienti. Di soldi non ne sono arrivati e lui si trova ai domiciliari ormai dal luglio dello scorso anno anche grazie alle promesse di risarcimento fatte ai magistrati. Per questioni di salute gli è permesso fare ginnastica a Villa Ada. Nell’ultimo anno gli sono stati sequestrati circa 70 milioni di euro. Proprio in questi giorni l’ultima inchiesta Suisse Secrets, un progetto di giornalismo collaborativo guidato dal Süddeutsche Zeitung e Occrp a cui partecipano 48 media partner da tutto il mondo e 163 giornalisti, ha rivelato i clienti di Credit Suisse. In Italia a pubblicare l’inchiesta è stata Irpi, Investigative reporting project Italy. Nata da un leak, una segnalazione anonima, con i dati di 18.000 conti correnti e 30.000 correntisti, l’inchiesta ha svelato i segreti di casseforti nascoste in Svizzera. Tra le banche a cui si è appoggiato Bochicchio in questi anni ci sono appunto Hsbc e Credit Suisse. Con entrambi gli istituti di credito aveva aperto un canale, ma soprattutto con quello elvetico aveva stretto un rapporto di fiducia. Bochicchio era assistito anche dalla Fidinam, altra fiduciaria svizzera nota per le attività offshore. Proprio in questa inchiesta è stata scoperta la presenza di una procura a una controllata offshore della Fidinam per operare sui conti bancari della Kidman. Possibile che nessuno si sia accorto di quello che stava succedendo in quegli anni? Come è stato possibile che Bochicchio abbia operato così in tranquillità per tutti questi anni, sottraendo più di 300 milioni di euro ai suoi clienti? Questo è forse un altro capitolo che presto le Procure di Roma e Milano potrebbero approfondire.
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