2024-09-17
Altri ex terrorizzati e giallo redditi. Nuovi misteri attorno alla Boccia
Maria Rosaria Boccia (Instagram)
A restare traumatizzato non c’è solo l’uomo che sposò la dottoressa di Pompei. Anche i fidanzati ammettono: «Capitolo chiuso» senza denunce, per evitare strascichi. Dubbi sul tenore di vita della donna (nullatenente).Le ricerche degli ex della pompeiana Maria Rosaria Boccia cominciano a Scafati, a due passi dalla Fonte miracolosa della Madonna dei bagni, dove i fedeli, dopo una preghiera, inseriscono in modo molto ordinato un rosario tra i bastoni della cancellata per lasciarli appesi come testimonianza del loro passaggio e della devozione. Siamo a pochi chilometri da un’altra Madonna, quella del Rosario di Pompei, la città dalla quale la dottoressa Boccia alimenta l’azione mediatica continuando a pubblicare post (l’ultimo è di ieri sera) sul suo profilo Instagram: «Chi ha voluto la revoca della nomina? Una volta che un documento ministeriale è stato formalmente sottoscritto, non è possibile che venga eliminato o fatto scomparire senza un ulteriore e formale provvedimento amministrativo. È importante sottolineare che non può essere né stracciato né distrutto senza seguire le procedure legali e amministrative previste». E al di là dell'improvvisata interpretazione giuridico-amministrativa, torna a chiedere: «Per quali motivi Sangiuliano si è dimesso? È opportuno sottolineare che, nella storia della Repubblica, non risulta che un ministro si sia mai dimesso per questioni legate alla sfera privata, come la presenza di un’amante». La Boccia, insomma, sembra non voler voltare pagina. Al contrario dei suoi ex, che, come in una commedia nera, in coro affermano di voler chiudere in un cassetto la relazione con la pompeiana e cercano di seppellire il passato. Tra un annuncio di una gravidanza che si è trasformato in una diffida per presunti atti persecutori, il danneggiamento di una vetrina e tanto altro, le love story della protagonista dell’estate, che non esitava (e non esita) a immettere nella piazza virtuale dettagli della relazione con l'ex ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, riemergono dal passato. A partire dal 2009, anno in cui ha sposato M. M., imprenditore di Torre Annunziata con il quale, come ha raccontato proprio lui, la relazione è scoppiata dopo circa un anno. «Non sono stupito e non invidio neanche il ministro perché quello che passerà non se lo può neanche immaginare», si era sfogato. Un vaticinio di sventura che anche gli altri ex rintracciati dalla Verità sembrano condividere. Deve averne viste delle belle pure un imprenditore che organizza feste ed eventi, un politico, un medico e l’ex convivente. Quando a Scafati diciamo a quest'ultimo di sapere che in passato avrebbe avuto delle disavventure con la Boccia risponde con un secco «sì». E racconta: «Eravamo entrambi liberi, lei è una bella donna, siamo stati insieme e abbiamo chiuso il rapporto. Non c'è voglia di denunciare, né di raccontare. A me non interessano feedback positivi in paese, lei sa bene il fatto suo e forse è riuscita ad arrivare al livello che voleva». Dopo la premessa, però, la frase successiva sembra celare un ricordo non proprio roseo di quella relazione: «Ho chiuso un libro e quel libro è meglio non riaprirlo». Quando gli chiediamo lumi su una voce che circola insistente nella zona, ovvero che al termine della relazione uno degli uomini della Boccia avrebbe trovato una vetrina del proprio negozio danneggiata, l'ex convivente, che un negozio anche all’epoca ce l’aveva, non conferma e non smentisce: «Vabbè, ma io non è che posso raccontare le mie cose private». E sull’ennesima presunta gravidanza annunciata, taglia corto: «Io dovrei chiedere a lei come lo sa?». Denunce, comunque, non ce ne furono. Lasciamo Scafati per Boscoreale. «Adesso ho una famiglia e non voglio problemi», dice subito l’imprenditore del settore eventi e spettacolo che è stato fidanzato con la Boccia nel 2013. Di fronte alle nostre insistenze aggiunge: «Qualsiasi cosa io le possa dire è riconducibile a me, quindi per evitare quello che sta passando il ministro, un vissuto che ha segnato anche il mio passato, preferisco evitare di raccontare, glielo dico col sorriso». Poi chiude: «Per fortuna ormai è il passato e non voglio più parlarne». Meglio dimenticare, insomma. Poi, nel 2018, arriva il politico, lui sì che ha dovuto invocare la legge. Dopo un breve amore sarebbe arrivato l’incubo, che lo ha portato a modificare le sue abitudini, con quella sensazione di sentirsi in trappola. Con tanto di diffida inviata alla Boccia, con l’accusa di atti persecutori.Nell’atto svelato nei giorni scorsi da questo giornale è citata una presunta frase di Maria Rosaria: «Mi hai lasciata incinta per arrivare ai miei soldi e al mio ceto sociale, la tua casa è schifosa, posso comprarne dieci così, al tuo paese ti schifano tutti».Chi l’ha frequentata ammette che la donna indossa capi firmati e maneggia molto denaro contante. Ma non si sa bene come lo guadagni. Infatti personalmente non è una benestante, né ha un marito facoltoso. La sua è una famiglia di imprenditori nel settore dell’abbigliamento, ma lei personalmente non ha più alcun negozio. Ha solo una piccola società di comunicazione, la Cult, dal fatturato modesto (14.000 euro nel 2023, con una perdita di 2.300). La Boccia non ha immobili intestati, né auto o moto e chi le è stato vicino assicura che, negli ultimi due o tre anni, non ha dichiarato redditi. Ma anche prima non navigava nell’oro e le ultime dichiarazioni, non di molto superiori ai 10.000 euro, ai tempi del Covid erano addirittura scese sotto questa cifra. Insomma il suo tenore di vita non è facilmente spiegabile.Nella lista degli ex che non serbano un bel ricordo della bionda pompeiana c'è, infine, il medico, napoletano, che dopo un giro per il Nord Italia era rientrato a lavorare a Scafati. Quando al dottore spieghiamo che stiamo raccontando i retroscena del caso Boccia dice subito: «La nostra relazione è durata pochissimo, un mesetto, non ero a conoscenza del suo passato e appena ho capito come era la situazione mi sono allontanato immediatamente. Ho capito che non era il mio tipo e abbiamo chiuso senza particolari situazioni». Una chiusura rapida che probabilmente gli ha evitato i fastidiosi strascichi che sono toccati ad altri uomini, a partire dal ministro Sangiuliano.