2020-03-22
Boccia fa ironia sulle mascherine. Ora se ne vada assieme a Borrelli
Il ministro si presenta in conferenza stampa con la protezione sanitaria appesa alle orecchie, ridacchiando. È la sua risposta (infantile) alle polemiche di Giulio Gallera. Poi, per giustificarsi, mente. Adesso deve fare le valigie.D'accordo, dobbiamo evitare le polemiche, perché la situazione è tragica e non ci si può dividere. Ma come si fa a rimanere tranquilli e in silenzio quando si vede un tipo come Francesco Boccia, ministro per gli Affari regionali, che sghignazza in conferenza stampa, prendendo in giro chi si lamenta delle mascherine di cartapesta che lo Stato passa a medici e infermieri? E come si fa a non considerare chi ride divertito alla gag di Boccia, cioè Angelo Borrelli, capo del dipartimento della Protezione civile, una persona inadatta a rimanere ai vertici di un'organizzazione chiamata a proteggere gli italiani e non a scherzare sulle loro tragedie? La scena di Boccia & Borrelli, i mimì e cocò dell'emergenza, l'hanno potuta vedere tutti, perché si è svolta sotto gli occhi di giornalisti e fotografi, durante una conferenza stampa. Il ministro si è presentato con una mascherina appesa all'orecchio, con il chiaro intento di prendere in giro l'assessore regionale alla Sanità della Lombardia, Giulio Gallera, che qualche giorno fa, a sua volta in conferenza stampa, aveva mostrato le mascherine di carta velina, dicendo che i dispositivi di sicurezza consegnati dalla Protezione civile per essere distribuiti negli ospedali erano «assolutamente inadatti» allo scopo, cioè a difendere il personale sanitario dal contagio, e per questo non sarebbero stati distribuiti.Di che mascherine si trattasse lo hanno visto tutti: una specie di panno cattura polvere da appendere alle orecchie. Un filtro che non poteva filtrare proprio niente, men che meno un virus micidiale come il Covid-19. Già sei giorni fa, quando Gallera sventolò il sottile strato di stoffa avremmo voluto guardare in faccia chi, della Protezione civile o della pubblica amministrazione, aveva autorizzato l'acquisto di dispositivi inutili. Soprattutto avremmo voluto sapere quanto fosse stato speso, ma meglio sarebbe dire buttato dalla finestra, per comprare quei fogli per fare le polveri. Invece, per non voler sempre sembrare i soliti criticoni, siamo stati zitti, riproponendoci a epidemia passata di chiedere conto di questo brillante investimento dell'amministrazione statale. Sì, abbiamo glissato, così come abbiamo posticipato la domanda che tutti si fanno e cioè come sia stato possibile che, in vista di un'epidemia come quella da coronavirus, nessuno dei cervelloni al governo si sia posto il problema delle mascherine. Conosco un medico che il 5 febbraio, nella zona di Brescia, cioè una delle più colpite, ha chiesto ai dirigenti dell'Ats di rifornire tutti i dottori della mutua di adeguate misure di protezione, cioè mascherine e guanti. La risposta dei vertici dell'azienda sanitaria è stata raggelante: non sapremmo come giustificare con la Corte dei conti l'acquisto di questi dispositivi. Ecco, come nella seconda Guerra mondiale, anche in quella contro il virus i nostri soldati, cioè medici e infermieri, sono stati mandati al fronte senza scarpe e senza armi. È per questa ragione che centinaia di dottori si sono ammalati e oltre 15 sono morti. Non avevano le mascherine e quando le hanno avute erano quelle che fanno tanto ridere Boccia e Borrelli.I due, una volta scoppiata la polemica sul Web, hanno provato a metterci una pezza, in particolare il ministro degli Affari regionali. Il quale per difendersi non ha trovato di meglio che parlare di sciacallaggio. «La mascherina che ho indossato durante la conferenza stampa è del tipo che indosso quotidianamente e che indossano i miei collaboratori», ha detto in un comunicato. Ma, come dicono i veneti, peggio el tacòn del buso, perché ci sono una serie di fotografie (una la trovate qui a fianco) in cui è dimostrato come Boccia si metta le mascherine giuste, che vanno bene contro il Covid-19, e non uno spolverino. Sì, il ministro prima ha riso, poi ha mentito.I lettori sanno che non siamo particolari estimatori né di Matteo Renzi né di Carlo Calenda. Ma entrambi ieri, insieme con altri del centrodestra, hanno chiesto le dimissioni di Boccia. Il ministro delle Regioni - che grazie a Dio le Regioni non ascoltano, preferendo fare di testa loro - polemiche o non polemiche, dovrebbe levarsi di torno. E insieme con lui dovrebbe fare le valigie anche il contabile della strage. L'unica cosa che sa fare Borrelli, infatti, non è procurare i camici, i guanti, i respiratori o i posti letto. Da revisore dei conti qual è, sa solo aggiornare l'elenco delle vittime, informandoci puntualmente ogni sera. Non sono né Boccia né Borrelli a poter salvare gli italiani. Dunque, polemiche o no, vedano di sparire in fretta.
Giorgia Meloni e Donald Trump (Ansa)