2021-01-22
Boccia baratta il lockdown per un solo voto
In cambio della fiducia di un autonomista, il ministro blocca l'impugnativa alla Consulta della legge valdostana, che ammorbidisce i dpcm anti Covid. I giallorossi sono disposti a tutto pur di restare a galla. E adesso sono arrivati a scambiare la salute con la cadrega.Si racconta che per tenere in piedi il governo e conservare la poltrona Giuseppe Conte sia disposto a offrire ogni cosa, fosse anche la testa di Rocco Casalino. Il che naturalmente ci dispiace un po', in quanto siamo grandi estimatori del portacroce del presidente del Consiglio. Tuttavia, pare che per salvarsi il premier sia pronto anche ai saldi di fine stagione, del resto se non ci fosse il blocco da Covid il periodo sarebbe più che indicato. Matteo Renzi ha raccontato che a lui personalmente è stato promesso il posto di Luigino Di Maio, cioè di ministro degli Esteri, mentre a Maria Elena Boschi sarebbe stato fatto balenare il ruolo di Guardasigilli che ora ricopre Alfonso Bonafede. Alla pia Paola Binetti, parlamentare dell'Udc in odore di sacrestia, avrebbero invece fatto capire che per lei è in caldo la seggiola lasciata libera da Elena Bonetti, ovvero ministro della Famiglia e delle Pari opportunità. Saverio De Bonis, ex grillino ora finito al Maie, il Movimento associativo degli italiani all'estero che potrebbe diventare la scialuppa di salvataggio del partito ispirato a Conte, ambisce a sostituire la conterranea Teresa Bellanova all'Agricoltura e forse qualcuno gli ha pure fatto credere che il dicastero è alla sua portata. Probabilmente, sono state fatte promesse anche a Lello Ciampolillo, l'ex pentastellato che crede che dal Covid si guarisca facendosi le canne, per questo si sarebbe convinto a votare in extremis Giuseppe Conte. Quale sarà la cambiale che gli è stata firmata? Forse un posto da sottosegretario alla Salute, viste le originali teorie per battere la pandemia?Sì, credo che nei prossimi giorni, quando la caccia al parlamentare disposto a sostenere il governo si farà serrata, ne vedremo delle belle e che il peggio debba ancora venire. Tuttavia, in attesa che la compravendita di senatori entri nel vivo, segnaliamo che già il governo ha messo a segno un bel colpo, svendendo la salute degli italiani in cambio di un voto. Sì, di uno solo. La storia è la seguente: in Val d'Aosta, a dicembre, il governo locale ha varato una legge che consente alla Regione autonoma di adottare misure anti Covid meno restrittive di quelle decise a livello nazionale. In pratica, se Palazzo Chigi ordina di chiudere gli impianti da sci, gli alberghi e i ristoranti, il governatore valdostano Erik Lavevaz può tenerli aperti in barba ai dpcm di Conte. A Francesco Boccia, ministro degli Affari regionali e dell'autonomia, ovviamente la legge è andata subito di traverso e un secondo dopo la notizia della sua approvazione ha annunciato che il governo l'avrebbe impugnata, in quanto in contrasto con le direttive nazionali. Del resto, pur riconoscendo l'autonomia delle Regioni, anche di quelle a statuto speciale, l'articolo 120 della Costituzione consente al governo di sostituirsi agli organismi territoriali in caso di gravi pericoli per l'incolumità pubblica. E che cosa c'è di più grave del rischio della diffusione di un'epidemia? Non è per questo che Giuseppe Conte rinchiude gli italiani a giorni alterni, cioè invocando il bene supremo della tutela della salute? L'articolo 32 della Costituzione poi attribuisce alla Repubblica, mica a Lavevaz, il compito di difendere il principio fondamentale della cura dell'individuo. Dunque, come ha fatto in altri casi, per esempio con la governatrice della Calabria, Jole Santelli, quando questa decise di riaprire i bar, Boccia ha annunciato un'impugnativa della legge regionale davanti alla Corte costituzionale. Non era la prima volta che il ministro difendeva le prerogative del governo nei confronti delle Regioni: in un anno di pandemia è accaduto diverse volte, con la Sicilia e con le Marche, ma anche con la Lombardia. Dunque, nulla da eccepire a proposito dell'alzata di scudi governativa. Peccato però che poi ci sia stata la crisi scatenata da Renzi e che il giorno decisivo del voto, quello a Palazzo Madama, il senatore dell'Union Valdôtaine, Albert Lanièce, abbia annunciato «dopo profonda riflessione» che avrebbe votato la fiducia al governo. Che cosa lo ha spinto a tale decisione? Forse la convinzione che nessuno più di Conte sia meglio per il futuro dell'Italia? No, è stato lui stesso a spiegare che ha scelto di votare a favore del governo perché «alla fine di una lunga giornata di trattative, sul filo di lana, è arrivato un importante risultato per il bene della Valle d'Aosta e dei valdostani». E quale sarebbe l'importante risultato che ha fatto cambiare idea a Lanièce, già intenzionato a mandare al diavolo l'avvocato di Volturara Appula? Beh, basta dare un'occhiata a una nota dell'agenzia Ansa, con cui il ministro Boccia annuncia di avere intenzione di proporre il ritiro dell'impugnativa sulla legge regionale valdostana. Tradotto, pur di ottenere il voto di un senatore, il governo ha scelto di calare le braghe e di consentire alla Val d'Aosta di fare ciò che le pare, fosse anche riaprire gli impianti da sci o i bar. In poche parole, la salute dei valdostani - e anche degli italiani - viene dopo quella del governo. E questi sono quelli che in Parlamento giurano di lavorare nell'interesse pubblico, non per il proprio.