2022-02-25
Blocchi continui dei tir in autostrada. E adesso a rischio anche gli allevamenti
Il caro gasolio agita l’autotrasporto: oggi a Bari maxi protesta. Ma i prezzi colpiscono pure i mangimi. Per Coldiretti è allarme.Nei Promessi Sposi era già tutto previsto: peste, guerra e carestia. Speriamo che Mario Draghi non faccia come Antonio Ferrer o ci sarà l’assalto ai forni. Pasta e pane costeranno carissimi e fra tre, massimo quattro giorni i supermercati rischieranno di avere gli scaffali vuoti. L’inflazione è destinata ad impennarsi ulteriormente e a deprimere i consumi con l’azzeramento della ripresa. C’è anche la possibilità della saldatura di due proteste: camionisti e agricoltori. Oggi a Bari con la Puglia bloccata dai Tir la Coldiretti porta in piazza i trattori e i pescatori contro il conflitto in Ucraina e la disastrosa condizione economica delle imprese. Con la guerra, i prezzi del grano sono schizzati a livelli che non si vedevano da 10 anni: a Chicago un bushel di frumento è quotato 9,43 dollari (circa 32 centesimi al chilo), mais e soia sono raddoppiati di prezzo. La Russia è il primo produttore di grano, l’Ucraina il quarto di mais. Le stalle rischiano di chiudere perché un litro di latte si produce a 50 centesimi e viene pagato 42 e perché non si trovano i mangimi: costano troppo e non arrivano. Il motivo? Il fermo dei camion dovuto al caro gasolio, ma anche e ancora una volta al super green pass che costringe i nostri camionisti a stare fermi, gli ultracinquantenni a perdere lavoro e salario mentre la concorrenza straniera scorrazza su e giù per l’Italia senza alcun obbligo. Il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Enrico Giovannini, una settimana fa è uscito dal letargo del Pnrr e ha convocato solo Unitrans per ascoltare «il disagio della categoria». Risultato, i Tir fermano l’Italia e da oggi - va in scena anche il blocco del trasporto locale e dunque l’Italia è di fatto paralizzata - la protesta sarà ancora più stringente: mancheranno i prodotti nei supermercati, i contadini sono disperati perché non potendo spedire la merce la vedono marcire nei campi, alcune industrie - prime fra tutte i pastifici - hanno già fermato la produzione e le banchine dei porti sono assediate. I risultati per ora sono che la protesta dei camionisti partita dalla Sicilia - dove ieri però c’è stato un primo accordo con la Gdo e alcuni blocchi sono stati tolti anche per l’intervento del presidente siciliano Nello Musumeci che ha «strigliato « il ministro Giovannini - sta risalendo l’Italia. Secondo Trasportounito sono 25.000 le imprese che hanno bloccato nel Centrosud i camion. Da un loro sondaggio risulta che il 98% delle aziende è d’accordo con la protesta. Sono fermi 90.000 Tir per circa 3 milioni di tonnellate di merce bloccati, altri 40.000 mezzi sono impossibilitati a operare sia per i blocchi autostradali - uno imponente ieri tra Marcianise e Nola sull’Autosole e a Caianiello - sia per quelli portuali. Attualmente gli scali «presidiati» sono Palermo, Catania, Ravenna e Gioia Tauro. Sulle autostrade pugliesi, calabresi, campane, del Molise ci sono chilometri di Tir fermi. La viceministro renziana Teresa Bellanova ha aperto il tavolo di trattativa e ha chiesto che venga sospesa la protesta; la risposta di Maurizio Longo, segretario di Trasportounito è: «Non si comprendono le ragioni, in parte cronicizzate, in parte esplose per l’aumento dei costi di carburante, dell’autotrasporto italiano». E le ragioni cronicizzate sono la mancanza di autisti per le norme imposte dall’Europa, la concorrenza che viene dall’estero con autisti che possono girare senza green pass, i mancati sgravi fiscali sui carburanti. Oggi un trasporto Palermo-Milano viene pagato 900 euro, ma solo di gasolio ne costa 1.300. Massimiliano Fedriga (Lega), presidente del Friuli Venezia Giulia e della conferenza delle Regioni, chiede al governo un confronto immediato perché c’è «il rischio di blocchi di approvvigionamento e circolazione delle merci in particolar modo nel Mezzogiorno». Ma l’allarme più alto viene dal mondo agricolo. Giorgio Mercuri, presidente di Alleanza cooperative agroalimentari, ha scritto al ministro agricolo Stefano Patuanelli (M5s): «Neppure durante il lockdown si era verificato: è a rischio l’approvvigionamento alimentare. La protesta sta degenerando con ripercussioni per tutti, imprese e consumatori». La Coldiretti col presidente Ettore Prandini è impegnata a sollecitare soluzioni. «L’85% delle merci agroalimentari viaggia su gomma. Si sta rischiando che vada tutto a male con un danno enorme. Bisogna subito eliminare i blocchi e consegnare alle industrie che sono già in crisi di approvvigionamento e alla distribuzione». In Puglia: «Le navi ripartono da Bari senza aver scaricato né mais né grano. Nelle stalle restano solo quattro giorni di mangimi». Per adesso dal Mipaaf parla solo il sottosegretario Gian Marco Centinaio (Lega): «Va fermata la guerra, ma già ci sono pesanti ripercussioni economiche e duro è l’impatto sul nostro sistema agroalimentare. È a rischio la tenuta del mercato dei cereali. L’invasione russa ha fatto lievitare le quotazioni di grano tenero, mais e soia. E le sanzioni dell’Ue possono spingere ancora più in alto i prezzi di gas e petrolio, con le conseguenze che ne derivano». La prima? La carestia annunciata.
Emmanuel Macron (Getty Images). Nel riquadro Virginie Joron
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L'evento organizzato dal quotidiano La Verità per fare il punto sulle prospettive della transizione energetica. Sul palco con il direttore Maurizio Belpietro e il vicedirettore Giuliano Zulin, il ministro dell'Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana, il presidente di Ascopiave Nicola Cecconato, il direttore Ingegneria e realizzazione di Progetto Terna Maria Rosaria Guarniere, l'Head of Esg Stakeholders & Just Transition Enel Maria Cristina Papetti, il Group Head of Soutainability Business Integration Generali Leonardo Meoli, il Project Engineering Director Barilla Nicola Perizzolo, il Group Quality & Soutainability Director BF Spa Marzia Ravanelli, il direttore generale di Renexia Riccardo Toto e il presidente di Generalfinance, Boconi University Professor of Corporate Finance Maurizio Dallocchio.
Kim Jong-un (Getty Images)