2022-01-03
Affari, vaccini e il primo green pass. La sanità targata Bill e Melinda Gates
Bill e Melinda Gates (Getty Images)
Tradotto «Altro che filantropi», saggio di una docente della London School of Economics sulla coppia (oggi divorziata) più «impegnata» del mondo. Che racconta dei test in India sul siero anti papilloma...La poliomielite non è la sola privilegiata dai donatori ad attirare polemiche dagli esperti di sanità globale. La Fondazione Gates ha esortato con toni forti e irrispettosi i governi nazionali a dare la massima priorità per includere diversi vaccini ad alto costo nei programmi nazionali di immunizzazione. Il problema a tal proposito non sono i singoli vaccini in sé, al netto delle legittime domande richieste di rassicurazione sulla loro sicurezza. Il problema è che privilegiare la distribuzione di vaccini costosi fa sì che altri interventi sulla salute pubblica vengano penalizzati. I finanziamenti versati in anni più recenti dalla Fondazione Gates a sperimentazioni relative all’HPV in India costituiscono un buon esempio di ciò. Alcuni anni fa il gruppo fornì sostegno economico all’Ong con base a Seattle nota come Program for Appropriate Technology in Health (Programma per la tecnologia appropriata nella sanità, generalmente chiamato Path in ragione del suo acronimo) affinché conducesse «test dimostrativi» per i vaccini contro il papillomavirus umano su circa 23.000 ragazzine di età compresa tra i dieci e i quattordici anni residenti negli Stati indiani del Gujarat e dell’Andhra Pradesh. I due vaccini distribuiti a tale scopo, il Gardasil e il Cervarix, sono prodotti rispettivamente da Merck e GlaxoSmithklein e in India sono stati approvati per essere messi in libera vendita. Il Gardasil si è rivelato uno dei più grandi successi commerciali per Merck, raggiungendo un totale per vendite in tutto il mondo pari a 1,5 miliardi di dollari nel solo 2011, autentica manna per una compagnia reduce da anni difficilissimi dal punto di vista finanziario dopo che era emersa la manipolazione dei dati sulle sperimentazioni del Vioxx, il suo farmaco antidolorifico più venduto collegato a complicazioni cardiache in decine di migliaia di persone che ne avevano fatto uso. La Merck si era successivamente dichiarata colpevole per le accuse di reato che le erano state mosse relativamente al marketing e alla vendita del Vioxx, ritirato definitivamente dal mercato statunitense nel 2004, dopo essere stato prescritto a 25 milioni di americani. Non appena ebbe inizio la produzione del Gardasil si dice che i reparti vendita della compagnia si inventarono un nomignolo non ufficiale decisamente rivelatore per il vaccino contro l’Hpv: «Help pay for Vioxx» (Aiuto per ripagare il Vioxx).Il Path ricevette il permesso di condurre i test dall’Indian Council of Medical Research (Consiglio per la ricerca medica dell’India), nonché dalle autorità statali del Gufarat e dell’Andhra Pradesh, iniziando la somministrazione su vasta scala a partire da metà 2009. La maggioranza dei vaccini venne inoculata a ragazzine provenienti dalle ashram paath-shalas (collegi per studenti provenienti dalle zone tribali), riuscendo con dei cavilli a scavalcare la necessita di richiedere il consenso dei genitori per vaccinare, Una successiva stima eseguita su 100 moduli per il consenso raccolti tra Andhra Pradesh e Gujarat indicava che le firme di chi aveva la tutela legale erano assenti in ben sessantanove casi. A partire dal 2010 le notizie su alcune morti misteriose (quattro ragazzine nell’Andhra Pradesh e due nel Gujarat) accesero nell’opinione pubblica l’allarme sui test. Il ministero della Sanità dell’India (cioè l’autorità federale) ordinò lo stop alle sperimentazioni e nominò successivamente un comitato parlamentare di esperti per verificare le accuse di dolo. Quando il comitato cominciò il proprio lavoro giunse la notizia di una settima vittima. Sebbene al termine non sia stato rilevato alcun collegamento diretto tra le morti e il vaccino contro l’Hpv (legame escluso per cinque dei casi e considerato improbabile per gli altri due) il comitato scoprì comunque che il Path aveva violato le linee guida etiche in diversi modi inquietanti. Alle ragazzine selezionate per il programma di vaccinazione erano state date delle «Tessere di immunizzazione dall’Hpv» in lingua inglese che non erano in grado di comprendere. Una volta ricevuto il siero era stato detto loro che i vaccini avrebbero offerto «protezione per tutta la vita», contro il tumore al collo dell’utero, il che non era vero. Dopo il via alle sperimentazioni allo staff del Path venne garantito l’accesso all’assicurazione sanitaria, negata invece a tutte le partecipanti al test. Le vaccinazioni vennero effettuate in zone rurali e povere dove sono a disposizione meno strumenti per un monitoraggio efficace degli effetti collaterali rispetto alle aree urbane. Il punto però probabilmente più inquietante di tutti è che il Path non previde di mettere in piedi alcun sistema per monitorare i possibili gravi effetti avversi dei vaccini (il registro Aefis, Adverse events following immunization, praticamente obbligatorio a livello legale per tutte le sperimentazioni cliniche su vasta scala). Il Path ha giustificato quest’ultima mancanza insistendo sul fatto che le sperimentazioni sui vaccini fossero in questo caso «test dimostrativi», sottoposti pertanto a regole per la sicurezza meno stringenti aspetto agli esami standard. Un rapporto parlamentare sulle sperimentazioni vaccinali ha però stroncato questa versione, affermando che i test relativi all’Hpv sarebbero dovuti rientrare a pieno titolo tra gli esami clinici standard dal momento che costituivano uno «studio di prodotto farmaceutico condotto su soggetti umani» e «quattro delle cinque valutazioni dei risultati conclusivi proposte dallo studio combaciavano con quelle sulla sicurezza dei vaccini». Nel 2011 l’Indian Council of Medical Ethics (Consiglio di etica medica dell’India) ammise che i suoi protocolli erano stati del tutto disattesi nel garantire i permessi alla somministrazione dei vaccini contro l’Hpv. Nell’agosto del 2013 un comitato parlamentare distinto reiterò le pesanti accuse contro il Path, sostenendo a proposito dell’Ong sotto accusa che «il solo scopo era di favorire gli interessi commerciali dei produttori di un vaccino contro l’Hpv che avrebbero potuto beneficiare di grossi profitti se il Path fosse riuscito a fare includere il siero sotto esame nell’Uip (Universal immunization program, programma universale di immunizzazione) del Paese».
Il fiume Nilo Azzurro nei pressi della Grande Diga Etiope della Rinascita (GERD) a Guba, in Etiopia (Getty Images)