2022-08-07
Galeazzo Bignami: «Meno tasse tagliando il Reddito»
Galeazzo Bignami (Imagoeconomica)
Il deputato di Fdi: «Con le risorse del sussidio grillino ridurremo il cuneo e i prelievi sulle partite Iva. Addio al green pass: un Paese che impone il vaccino ha fallito».La Verità prosegue la ricognizione sul lavoro pre elettorale dei partiti sentendo Galeazzo Bignami, avvocato, esponente di Fratelli d’Italia, nella legislatura che sta per concludersi membro della commissione Finanze della Camera. Se fosse una partita di calcio, la squadra del centrodestra - con i suoi pregi e difetti -sarebbe comunque già in campo, mentre l’altra è ancora negli spogliatoi a litigare selvaggiamente. Tutto facile, dunque? «No, di facile non c’è niente. Già queste settimane mostrano che la sinistra, secondo una tradizione gramsciana, giocherà la partita su tante diverse trincee: quella mediatica, quella delle burocrazie, forse quella giudiziaria… Pensi già al clima che era stato creato affermando che i mercati avrebbero reagito in modo drammatico alla crisi di governo. Tutto ciò per mascherare la propria litigiosità politica, ovviamente».Se tutto andrà bene per voi, il governo sarà operativo verso fine ottobre, e quindi bisognerà subito porre mano alla legge di bilancio. C’è il rischio (o l’alibi) per cui la nuova manovra risulti imposta dalle circostanze ed ereditata da chi c’era prima anziché essere scritta dal nuovo esecutivo? «Non deve accadere. Servono risposte immediate. E temo non sia neanche il caso di confidare su ciò che ci sarà lasciato. Pensi che il cosiddetto “governo dei migliori” a ottobre scorso sosteneva che l’inflazione nel 2022 sarebbe stata all’1,7: siamo all’8%. E lo avevamo detto subito che era troppo ottimistica la previsione di Mario Draghi». Esplicito meglio. Non è che alcune misure fiscali importanti verranno differite, cioè rinviate all’anno successivo? «No: sarebbe sbagliato e sarebbe un alibi. In particolare sul cuneo fiscale, occorre agire subito. È la priorità assoluta».Secondo lei nel ceto politico c’è la percezione adeguata di quanto sia devastante la cosiddetta «normalità» della condizione dei contribuenti? In questi giorni chiunque sia a partita Iva va dal commercialista e si sente prospettare una via crucis (scadenze del 22 agosto, del 15 settembre, del 15 ottobre, e via fino all’acconto del 30 novembre) che, come prelievi, gli porterà via il pane dalla bocca…«Il centrodestra ne è assolutamente consapevole, il centrosinistra no, e, quanto ai vertici delle burocrazie statali, vedono semmai nelle partite Iva e negli autonomi il soggetto da mungere. Senza rendersi conto che molti di questi contribuenti stanno pure facendo da ammortizzatori sociali. Non conosco professionisti che abbiano ritoccato le proprie tariffe in questo periodo: ma se contemporaneamente i loro costi aumentano, è scontato che il margine si assottigli. Sarà bene ricordare che pure un autonomo e una partita Iva devono mettere qualcosa nel piatto per sé e la loro famiglia».C’è una disponibilità della coalizione a tagliare le somme spropositate (80 miliardi fino al 2029) stanziate per il reddito di cittadinanza e a usarle massicciamente per tagli di tasse? «Su questo occorre essere chiari: il reddito di cittadinanza ha fallito, pur essendo vero che alcuni hanno bisogno di un aiuto. Ma è impensabile che si dia a un giovane in salute il doppio di quanto si dà con altro sussidio a un disabile. A mio avviso dunque occorre liberare subito quelle risorse, e utilizzarle per tagliare il cuneo fiscale».Ricapitoliamo: sul piano fiscale, cosa proponete rispettivamente per dipendenti e per autonomi e partite Iva? «Per i dipendenti, taglio del cuneo fiscale; per autonomi e partite Iva, non solo un abbassamento del prelievo, ma pure una misura che incentivi l’investimento sull’attività d’impresa. E questo va fatto garantendo una misura strutturale e definitiva: sarebbe letale per un artigiano o un professionista vedere per l’ennesima volta cambiare le regole a partita in corso».Crisi energetica e costo della vita. La via maestra sarebbe lasciare più soldi in tasca a tutti, tagliando le tasse. Farete questo o invece proseguirete nella logica del governo Draghi, con sussidi per tamponare? «Premetto che da settembre 2021 avevamo lanciato inascoltati, come Fdi, un allarme energetico. E che personalmente da marzo 2020 avevo chiesto di riprendere le estrazioni. Ciò detto, la logica dei tamponi non basta, anzi non serve: e in più si tratta sempre di soldi degli italiani. Serve una risposta strutturale» Covid. Se sarete al governo, confermerete la linea sanitaria di Roberto Speranza? «No, assolutamente. Tutte le misure adottate da Speranza non avevano fondamento scientifico: dal green pass all’obbligo vaccinale, passando per le chiusure».Sciogliamo due nodi. Il primo: c’è il rischio che con voi torni il green pass? «No. E oggi anche tanti che erano favorevoli - non noi - riconoscono che il green pass, da inutile, a un certo punto è diventato perfino dannoso, perché ha indotto l’illusione di essere immuni».Secondo nodo, collegato al primo: rispetto alle vaccinazioni, vecchie e nuove, vi attesterete sulla linea per cui tali vaccini saranno offerti ai cittadini o invece li imporrete, in forma diretta o surrettizia? «Nessuna imposizione. Come Fdi, siamo stati e siamo contrari a incidere sulla libertà attraverso strumenti coercitivi: uno Stato che obbliga ammette il suo fallimento». Come va con gli alleati di Lega e Fi? «Va bene. C’è consapevolezza di ciò che serve all’Italia: stabilità, non litigiosità. E oggi è ancora più chiaro che non era Draghi a poter dare stabilità. La coalizione di centrodestra è l’unica che può farlo».Come va interpretata l’intenzione di Giorgia Meloni di rinviare al post voto la scelta dei ministri? È un modo per non ledere le prerogative del Quirinale o per verificare il «peso» di ciascuno alle elezioni? «Non nego l’importanza di chi andrà a ricoprire alcuni ruoli. Ma più importante mi pare - prima - stabilire le cose da fare nei diversi settori, come abbiamo detto poco fa sul Covid. Nel momento in cui c’è condivisione di programmi, un’idea di nazione, un percorso di cinque anni, il resto viene da sé».
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