2021-03-25
Big pharma già pronta per il futuro: terza dose e campagna per i minori
Pfizer sta pensando a una revisione dei prezzi in base a «normali condizioni di mercato». A Malta iniziata l'immunizzazione per i ragazzi di 16 e 17 anni. Londra partirà ad agosto.La consegna dei vaccini procede con il contagocce, almeno in Europa, ma in compenso le aziende big del farmaceutico sono già un passo avanti, pronte a cogliere nuove esigenze, e relative opportunità di business, dalla pandemia del Covid-19. Lo spauracchio delle varianti tiene banco da settimane: inglese, brasiliana e sudafricana sono le più comuni. Pfizer e Moderna, che per prime hanno reso disponibili i vaccini con una tecnica innovativa (mRna), sono già al lavoro per prevedere una terza dose proprio per far fronte a queste mutazioni del virus. Le stesse aziende ammettono però che potrebbe non servire, la terza dose. Una registrazione arrivata agli azionisti di Pfizer, rivelata dal Tempo, mostra che i vertici della causa farmaceutica hanno affermato di non avere prove che «suggeriscano una perdita della protezione che fornisce il nostro vaccino con le varianti conosciute», ma che comunque stanno valutando con «vari governi la necessità di inoculare una terza dose del nostro vaccino, un richiamo, per allungare la durata della immunità e aumentare l'efficacia contro queste varianti». In ogni caso il vaccino è profondamente cambiato. Non si conserva più a -80 gradi, ma «in un normale congelatore per due settimane», non solo per cinque giorni. Anche sul fronte della produzione ci sono novità interessanti. Nella stessa registrazione, si apprende che, grazie a contratti chiusi con franchising, la capacità produttiva permette già di anticipare una fornitura di 200 milioni di dosi da luglio a maggio. Invece di 1,3 miliardi di dosi all'anno, «ora siamo a 2 miliardi», ma «stiamo lavorando per migliorare anche questo numero». Così Pfizer Biontech, oltre a pensare alla terza dose, sta anche mettendo a punto una possibile versione di vaccino specifico per la variante sudafricana. Sulla stessa questione Moderna, come ha affermato lo stesso Noubar Afeyan, cofondatore e presidente dell'azienda, sta accelerando i tempi «per eventuali formulazioni anti varianti, ma (ammette, ndr) non è detto che per affrontare le varianti servano nuovi vaccini» e ha informato che «stiamo per esempio ragionando sulla possibilità di somministrare una terza dose». Sull'utilità o meno di una terza dose per salvarsi dalle varianti, viene in aiuto uno studio sul vaccino Astrazeneca. «È poco efficace per la variante sudafricana, ma comunque protegge dal ricovero e dalla terapia intensiva», spiega osserva Antonio Clavenna, responsabile dell'unità farmaco epidemiologia dell'Istituto Mario Negri. Certo, l'immunità nel tempo potrebbe ridursi, ma più il tempo passa e più si vede che gli anticorpi si mantengono, quindi non è escluso che potrebbe non essere necessaria né una nuova dose né un nuovo vaccino. Nel dubbio però, giustamente, si studia, anche perché non si esclude che dal 2022 il vaccino anti Covid possa diventare di routine come quello anti influenzale. Anche in questo caso quindi, le farmaceutiche, a differenza della politica, lavorano d'anticipo e allargano il campo d'indagine. Sul piatto c'è un business da no sottovalutare. Come riporta Il Tempo, secondo i vertici di Pfizer, «mentre passiamo da una situazione pandemica a una situazione endemica, le normali forze di mercato, le normali condizioni di mercato inizieranno a prendere piede», che tradotto significa prezzi diversi e non necessariamente al ribasso. Anche per questo, ma non solo, sono in corso studi per aprire la vaccinazione anche agli under 18. Moderna sta sperimentando in America il vaccino anti Covid sui circa 7.000 bambini sotto ai 12 anni. Il vaccino di Pfizer è già approvato dall'Agenzia europea del farmaco (Ema) per i ragazzi con più di 16 anni. A San Marino, da ieri, la campagna vaccinale si è aperta ufficialmente anche ai minorenni di 16 e 17 anni. Per coloro che hanno più di 18 anni c'è invece il prodotto russo Sputnik V, arrivato a febbraio. Sempre all'avanguardia, il Regno Unito è pronto a vaccinare i più piccoli. Fonti d'Oltremanica hanno rivelato che i bambini e i ragazzi potrebbero ricevere la prima dose già ad agosto, mesi prima del previsto. A febbraio è infatti iniziato un nuovo studio clinico per indagare l'efficacia del vaccino di Oxford nella popolazione scolastica: dai 6 ai 17 anni. «Nei più piccoli i dati son controversi. Sembra non trasmettano il virus. I ragazzi non si ammalano gravemente, ma vaccinare gli studenti è importante per limitare la circolazione del virus e aprire le scuole davvero in sicurezza», osserva Clavenna. Le case farmaceutiche però hanno anche altre strategie in corso. Pfizer ha avviato gli studi su un nuovo farmaco antivirale (PF-07321332) per il trattamento del Covid-19 da assumere per bocca, così, se il vaccino non funzionasse, ci sarebbe una cura. Il vero business però potrebbe essere nella piattaforma innovativa dell'mRna che permette di codificare rapidamente migliaia di molecole, produrle e testarle. Il vaccino per il Covid ha velocizzato l'impiego di questa tecnica che è già usata per realizzare un vaccino antinfluenzale più efficace, ma anche farmaci come gli antitumorali.
Jose Mourinho (Getty Images)