2023-02-21
Biden avvisa i russi e va da Zelensky. Il canale resta aperto nonostante la sfilata
Volodymyr Zelensky e Joe Biden (Getty images)
Il presidente Usa visita a sorpresa Kiev e promette «500 milioni di nuovi aiuti». Il leader ucraino: «Il 2023 è l’anno della vittoria».Una visita a sorpresa per modo di dire: Joe Biden, ieri è andato a Kiev dove ha incontrato il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky. È la prima volta di Biden in Ucraina da presidente degli Usa: la visita a Kiev era considerata molto rischiosa, ma alla fine il via libera è arrivato, dopo aver avvertito la Russia e aver ricevuto da Mosca le necessarie garanzie. «La Russia è stata avvertita in anticipo della visita di Biden a Kiev», ha detto il Consigliere per la sicurezza nazionale americana, Jake Sullivan, che ha accompagnato il presidente, in un briefing con un ristretto gruppo di giornalisti, sottolineando di «non poter rivelare la risposta di Mosca». Biden è rimasto a Kiev per sei ore, dalle 10 alle 16, ha visitato il monastero di San Michele e ha deposto una corona di fiori davanti al Memoriale dei caduti durante l’invasione della Russia. Biden è arrivato in treno dalla Polonia, dove era giunto a bordo dell’Air Force One: la Casa Bianca, per motivi di sicurezza, aveva diffuso un programma falso, che prevedeva solo la tappa polacca, e quando i giornalisti al seguito del presidente sono stati avvertiti della visita a Kiev è stato loro chiesto di non dare alcuna informazione fino all’arrivo a Kiev. Sull’asse Washington-Mosca-Pechino si decidono le sorti del conflitto in Ucraina, e si muovono le speranze di pace. Non può essere certo un caso che ieri, mentre Biden era a Kiev, il capo della diplomazia del Partito comunista cinese, Wang Yi, direttore dell’Ufficio centrale cinese per gli Affari esteri, si trovava a Mosca, dopo essere stato in Italia, Francia, Germania e Ungheria. Wang Yi la scorsa settimana ha incontrato a Monaco di Baviera il segretario di Stato americano, Antony Blinken: la sensazione di alcuni osservatori è che Biden possa essere andato di persona da Zelensky per convincere il presidente ucraino ad accettare un eventuale accordo di pace, oggetto di serrate trattative che vedono la Cina come mediatore, e che lo stesso abbia tentato di fare Wang Yi con Vladimir Putin. Naturalmente, tutto ciò avviene dietro le quinte, mentre nelle dichiarazioni ufficiali, come sempre a uso e consumo soprattutto delle rispettive opinioni pubbliche interne, i protagonisti sbandierano convinzioni e proclami di vittoria: «Putin ha lanciato la sua invasione quasi un anno fa», ha detto Biden, in cravatta gialloblù, «pensava che l’Ucraina fosse debole e che l’Occidente fosse diviso. Pensava di poter avere la meglio su di noi. Ma si sbagliava di grosso. La Russia voleva cancellare l’Ucraina dalle mappe ma sta fallendo, l’esercito russo sta perdendo i territori una volta occupati, i soldati stanno scappando non solo dall’esercito ma dalla Russia stessa. Noi siamo rimasti uniti», ha aggiunto il presidente Usa, «la Nato è rimasta insieme, Putin non ci ha diviso, pensava di poterci sconfiggere ma credo che ora non lo pensi più. Solo Dio sa cosa sta pensando». Biden ha annunciato altri 500 milioni di dollari di aiuti militari a Kiev, con sistemi Himars, Howitzer, Javelins e radar per la sorveglianza aerea. Mistero sui sistemi di missili a lungo raggio di cui invece ha parlato Zelensky: «La visita del presidente degli Stati Uniti, Joe Biden», ha detto il presidente ucraino, «è la più importante nella storia delle relazioni bilaterali tra i due Paesi. È avvenuta proprio in questo periodo, perché è quello più difficile, in cui il nostro Stato combatte per la sua libertà e la libertà di tutti gli europei, di tutte le persone del mondo libero. Abbiamo anche discusso la questione delle armi a lungo raggio e delle armi che possono ancora essere fornite in Ucraina», ha aggiunto Zelensky, «speriamo che questo 2023 diventi un anno di vittoria». È toccato poi a Sullivan scendere nel dettaglio del colloquio tra Biden e Zelensky: «Hanno parlato dei prossimi mesi in termini di campo di battaglia», ha detto il consigliere per la sicurezza nazionale ai cronisti, come riporta l’agenzia Nova, «di cosa ha bisogno l’Ucraina, delle capacità per avere successo sul campo di battaglia. Hanno parlato anche degli aspetti politici, degli sforzi dell’Ucraina per mobilitare sostegno internazionale per una pace giusta, sostenibile e duratura costruita sui principi della Carta delle Nazioni Unite, primo fra tutti la sovranità e l’integrità territoriale». Sul tema della fornitura di F16 a Kiev Sullivan è stato evasivo: «Penso che i due presidenti», ha detto, «abbiano entrambi esposto le loro prospettive su una serie di diverse capacità che sono state lanciate sulla stampa, sia di recente che nel corso di diversi mesi, e mi limiterò a questo». Inevitabilmente duri i commenti dalla Russia: «Biden, avendo ricevuto in precedenza garanzie di sicurezza», ha commentato su Telegram il vicepresidente del consiglio di sicurezza russo, Dmitri Medvedev, «è finalmente andato a Kiev. Ha promesso molte armi e ha giurato fedeltà al regime neonazista fino alla tomba». «Guardando le immagini di Biden», ha commentato, sempre su Telegram, la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, «con il suo protetto Zelensky a Kiev, non dimenticate il destino di tutti i precedenti progetti americani, come Juan Guaidò in Venezuela o Mikhail Saakashvili in Georgia».