
Papa Francesco ha «congedato» il prefetto della Casa pontificia, storico segretario di Joseph Ratzinger. Sarebbe stato decisivo il pasticcio sul libro scritto dal Pontefice emerito col cardinale Robert Sarah. Finirebbe in freezer anche la deroga per i preti sposati. Monsignor Georg Gänswein, prefetto della Casa pontificia e storico segretario del papa emerito Benedetto XVI, sarebbe stato congedato a tempo indeterminato da papa Francesco. La notizia è stata data ieri mattina dal settimanale tedesco Die Tagespot, una fonte degna di attenzione e solitamente ben informata di ciò che accade al Monastero Mater ecclesiae dove vive Gänswein a fianco di papa Ratzinger. Ieri pomeriggio la sala stampa vaticana in una nota ha detto che non c'è «nessuna sospensione, non ci sono informazioni in tal senso. L'assenza di monsignor Gänswein, durante determinate udienze nelle ultime settimane, è dovuta ad una ordinaria redistribuzione dei vari impegni e funzioni del prefetto della Casa pontificia, che ricopre anche il ruolo di segretario particolare del papa emerito».La smentita non risolve l'enigma, anzi sembra assumere le sembianze di una mezza conferma. Perché secondo le indiscrezioni e la notizia del Tagespost l'allontanamento di Gänswein non ha a che fare con qualcosa di formale, né si comprende quali «redistribuzioni» degli impegni possano far sì che dal 15 gennaio il prefetto in carica non appaia in pubblico e sia assente al momento di udienze importanti come quella al vicepresidente degli Stati Uniti Mike Pence (24 gennaio) e del presidente argentino Alberto Fernandez (1 febbraio).Secondo il Tagespost don Georg non è dimissionato, non licenziato, non sostituito, ma appunto congedato, o sarebbe meglio dire allontanato. La notizia del suo allontanamento - a quanto apprende La Verità - è attendibile, nel senso che Papa Francesco, dopo il pasticcio editoriale sorto con il libro del cardinale Robert Sarah con Benedetto XVI sul celibato sacerdotale, avrebbe semplicemente comunicato a Gänswein «non ti voglio più vedere». Secondo alcune indiscrezioni, di fronte alla richiesta di don Georg sulla possibilità di poter continuare a frequentare il suo ufficio, Francesco avrebbe risposto: «Meglio di no, tanto c'è monsignor Sapienza», che è il reggente della Casa pontificia dal 2012 e sa far andare avanti bene la macchina curiale.Secondo il Tagespost «Papa Francesco ha congedato il prefetto della Casa Pontificia, l'arcivescovo Georg Gänswein, a tempo indeterminato. Il segretario privato del Papa emerito rimane a capo della prefettura, l'ufficio vaticano responsabile delle udienze pubbliche del Papa, ma è esonerato per poter dedicare più tempo a Benedetto XVI». In ogni caso, se l'ipotesi dell'allontanamento dovesse persistere, don Georg verrebbe di fatto messo in naftalina: resta, ma scompare.Il motivo del siluramento, riporta ancora il Tagespost, andrebbe ricercato nell'episodio della «infelice presentazione del libro sul sacerdozio» del cardinale Robert Sarah con contributo di Benedetto XVI, una presentazione che «ha inizialmente dato l'impressione che entrambi, il Papa emerito e il prefetto della congregazione per il culto divino, volessero imporre al Papa regnante come risolvere la questione dei “viri probati" proposta dal sinodo sull'Amazzonia». È significativo però che il Tagespost sottolinei come lo stesso Gänswein ha negato che papa Francesco fosse intervenuto personalmente nella presentazione e pubblicazione del libro sul celibato ordinandogli che il nome di Benedetto XVI venisse rimosso dalla copertina.Quindi l'allontanamento di Gänswein, se c'è stato, più che a causa del libro in sé sarebbe frutto della superficiale gestione del caso editoriale da parte di don Georg. A quanto apprende La Verità il Papa, pur irritato dalla pubblicazione del libro di Sarah e Benedetto XVI, non sarebbe intervenuto direttamente su Gänswein, il quale, invece, dopo le anticipazioni del quotidiano Le Figaro del 12 gennaio si sarebbe in qualche modo allarmato per il clamore mediatico sollevato. È un segreto di pulcinella dire che dalle parti del monastero Mater ecclesiae sono molto sensibili all'unità della Chiesa e all'evitare la «contrapposizione dei due papi».A questo punto - e siamo a lunedì 13 gennaio in serata - escono notizie per cui, come scritto sul Corriere della Sera, «nell'entourage di Ratzinger si parla di una “evidente operazione editoriale e mediatica, dalla quale Benedetto si chiama fuori ed è totalmente estraneo"». Cosa è accaduto? Come e da chi è stata fatta circolare questa notizia? Da Gänswein in persona, nel tentativo di abbassare la temperatura mediatica del libro? Diverse ricostruzioni fornite da ambienti vaticani escludono una pressione diretta del Papa su don Georg, mentre aumenta la probabilità che la marcia indietro sia stata innescata con il contributo del direttore editoriale dei media vaticani, Andrea Tornielli, il quale avrebbe proposto allo stesso Gänswein la via d'uscita. Di qui poi il pasticcio editoriale che ha coinvolto il cardinale Sarah, il quale ha subito fornito una serie di elementi che confermavano la condivisione del progetto editoriale con Benedetto XVI e lo stesso Gänswein, che comunque risulta fosse a conoscenza del progetto. Alla fine Sarah e Benedetto XVI si sono incontrati e hanno risolto la questione ma papa Francesco, secondo queste voci, avrebbe poi dato il benservito a Gänswein.Il contenuto del libro, una difesa appassionata del celibato sacerdotale, entra chiaramente nel dibattito ecclesiale sulla possibilità di ordinare diaconi permanenti sposati in certe aree dell'Amazzonia, così come indicato nel paragrafo 111 del documento finale del sinodo panamazzonico. A giorni dovrebbe uscire l'esortazione del Papa che in qualche modo recepisce i risultati del sinodo. Cosa farà il Papa? Le indiscrezioni ruotano tutte intorno al fatto che Francesco confermi o meno quel paragrafo. In questi giorni sul Web sono uscite voci opposte, per qualcuno il testo conterrebbe l'apertura ai preti sposati secondo il paragrafo 111 del documento finale, per altri non vi sarebbe alcuna apertura sul celibato. È difficile dire quale delle due abbia ragione, di certo nelle ultime settimane qualcosa è accaduto nelle revisioni del testo. Ci sono indiscrezioni che confermano alla Verità una frenata sul tema della possibile ordinazione di uomini sposati, anche per certe aree dell'Amazzonia. Staremo a vedere, ma se così fosse bisogna proprio dire che un libro è finito in mezzo all'ingranaggio e lo ha incastrato.
Giancarlo Tancredi (Ansa)
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