2025-01-04
Beccati 15 maranza di Capodanno: «Nordafricani con precedenti»
In due saranno trattenuti nel Cpr in attesa del rimpatrio. Intanto, le «risorse» mietono vittime pure tra gli immigrati: a Bergamo, un uomo di colore ha ammazzato a fendenti un vigilante gambiano ed è fuggito.Decine di giovani che avevano accolto il nuovo anno urlando insulti contro il nostro Paese e la polizia, durante i festeggiamenti in piazza Duomo a Milano, sono stati identificati da Squadra mobile e carabinieri. Il Viminale ha confermato che una quindicina di questi ragazzi, tra i 18 e i 20 anni, sono stati denunciati e che «per la maggior parte si tratta di nordafricani con precedenti», arrivati quella notte da altre province lombarde e da fuori regione. Uno dei balordi è italiano, figlio di una donna che convive con un tunisino. Due nordafricani sono stati portati al Centro di permanenza per il rimpatrio (Cpr) Corelli di Milano, dove vengono trattenuti in attesa della convalida del magistrato per essere rimpatriati. Uno dei due fa parte del gruppo denunciati per i fatti in via Duomo, l’altro è accusato di altri reati. È stata pronta la reazione da parte delle forze dell’ordine, per dare un volto e un nome ai «maranza» di importazione, che in due video postati su Tik Tok insultavano l’Italia e i poliziotti dal piedistallo della statua a Vittorio Emanuele. Pregando anche in arabo e gridando «Allah akhbar». Parlava in arabo e urlava qualche cosa di incomprensibile ai presenti pure l’egiziano Muhammad Sitta, 23 anni, che la notte di Capodanno, armato di un coltellaccio da cucina, ha ferito 4 persone nel centro di Villa Verucchio, nel Riminese, e tentato di aggredire il comandante dei carabinieri Luciano Masin, che ha fatto fuoco uccidendolo. Adesso si sa che pure lui gridava «Allah Akbar», Dio è grande. Gli investigatori coordinati dalla Procura di Rimini sono riusciti a estrapolare e isolare le voci dei concitati momenti ripresi dai filmati di alcune telecamere. «Ha pronunciato una professione di fede islamica», hanno fatto sapere gli inquirenti mentre le indagini proseguono per verificare eventuali collegamenti dell’egiziano con ambienti o soggetti radicalizzati. L’extracomunitario ospitato in una struttura convenzionata non solo aveva con sé una copia tascabile del Corano e la misbaha, una collana di grani di preghiera musulmana, ma al momento dell’attacco ha usato l’espressione che sempre viene usata dai terroristi islamici prima di un attentato. Nel frattempo, il carabiniere che ha sparato e ucciso l’attentatore è stato iscritto nel registro degli indagati per il reato di eccesso colposo di difesa «come atto dovuto». E non si ferma la scia di reati e stupri commessi da stranieri, anche tra di loro. A Verona, un marocchino di 37 anni che aveva il divieto di avvicinamento all’ex compagna per le continue violenze, le si è avvicinato e le ha sferrato due pugni sul volto. Giovedì sera, una trentenne della Guinea è stata violentata in una baraccopoli improvvisata in via Ponte della Maddalena, a pochi passi dall’ex mercato ittico di Napoli. Era stata sentita urlare da alcuni vicini che hanno chiamato i carabinieri. L’autore dello stupro, un trentasettenne di origini ghanesi, era già noto alle forze dell’ordine. Sempre giovedì sera, un’ondata di violenza è stata scatenata a Milano da due marocchini di 26 e 28 anni che hanno compiuto ben tre aggressioni nel giro di poche ore. La prima si è verificata in via Ajaccio, dove un diciottenne di origini bengalesi in compagnia di due amici è stato avvicinato e minacciato con violenza di consegnare i soldi che aveva. Il ragazzo ha dato i due euro che possedeva, ma gli aggressori non si sono fermati. Dopo averlo derubato, hanno continuato a colpirlo con calci alle ginocchia e gli hanno portato via il giubbotto. La violenza tipo Arancia meccanica è proseguita a bordo di un autobus della linea 38, dove i due marocchini hanno preso di mira un ragazzo proveniente dalla Costa d’Avorio. Il giovane chiede aiuto al conducente che apre le porte per farlo scappare ma viene inseguito fino a piazzale Susa. Non riesce a difendersi, è colpito con un pugno alla testa che lo manda in ospedale con prognosi di cinque giorni. Lo derubano anche di giubbotto e cellulare. Mentre scappano, uno dei rapinatori perde un borsello con la sua tessera della Caritas: perché sfruttano gli aiuti e l’assistenza ma ripagano le attenzioni con la violenza. L’ultima aggressione del duo micidiale è stata ai danni di una ragazza, in via Amadeo. I marocchini le chiedono una sigaretta, la giovane rifiuta e spaccano con un bastone lo specchietto della sua auto. Vengono infine presi, nel tunnel che porta al cavalcavia Buccari. Quando gli agenti si sono avvicinati, uno dei rapinatori ha tentato di aggredire la polizia con un bastone e il capopattuglia ha utilizzato il taser per immobilizzarlo. Entrambi, dopo essere stati riconosciuti dalle vittime, sono stati arrestati. Panico a Pachino (Siracusa), dove due bande di stranieri si sono fronteggiate a colpi di machete davanti ai passanti: un uomo è rimasto gravemente ferito.A essere vittime della furia degli irregolari sono anche stranieri che risultano integrati. Ieri pomeriggio, in pieno giorno e nel centro di Bergamo, Mamadi Tunkara, 40 anni, originario del Gambia, è stato ucciso a coltellate. Era una persona molto nota, lavorava come responsabile della sicurezza in un supermercato Carrefour e viveva nella provincia bergamasca, a Verdello. Gli amici lo avevano soprannominato Lookman perché assomigliava all’attaccante dell’Atalanta, portava le sue stesse treccine. «Stava arrivando in bici, probabilmente per iniziare il turno di lavoro», segnalava l’Eco di Bergamo. Spintonato da un uomo di colore e caduto a terra, aveva inseguito l’aggressore ma era finito scaraventato contro una vetrina e colpito a morte con almeno quattro fendenti. L’omicida, straniero, è ricercato dalla polizia.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)