2024-06-04
La Bce si avvia al primo mini-taglio. Grande incertezza sui prossimi
Giovedì Francoforte dovrebbe ridurre i tassi dello 0,25%. Il 12 la Fed resterà ferma.Settimana infuocata per la politica monetaria e per i mercati. La giornata clou sarà chiaramente quella di giovedì quando si riunirà il consiglio direttivo della Bce, seguito dalla consueta conferenza stampa di madame Christine Lagarde, e si conoscerà il verdetto sui tassi di interesse. Pare ormai scontato il tanto atteso taglio da 25 punti base (se non ci sarà, allacciamo le cinture) con quello sui depositi che scenderà dal 4 al 3,75%, ma la vera questione sarà vedere se la decisione verrà presa all’unanimità e soprattutto capire – o quantomeno intuire dalle parole del vertice di Francoforte – se si tratterà solo una pausa o se l’inizio di una svolta più duratura, alla luce delle nuove stime su crescita e inflazione. Al momento, i banchieri Bce sembrano per la maggior parte orientati a non tagliare nuovamente a luglio, rinviando il secondo taglio alla riunione di settembre, visto anche che il recente dato sull'inflazione ha registrato un'accelerazione. Occhio anche ai dati macro - dagli indici pmi, al Pil dell'Eurozona fino ai dati sul mercato del lavoro Usa – che fanno da corollario alla vigilia del voto europeo. Nella zona euro il Pmi, che mensilmente misura lo stato di salute delle fabbriche, è salito a maggio a 47,3 dal 45,7 di aprile. Se pure è ancora sotto la soglia di non cambiamento di 50, l'indicatore ha messo a segno il risultato migliore da marzo 2023, indicando il peggioramento più lento dello stato di salute del settore manifatturiero europeo da oltre un anno. Continua però a maggio la crisi del settore manifatturiero italiano dopo il breve periodo di crescita di marzo. Le aziende, anche se hanno affrontato maggiori pressioni sui costi a causa dell'incremento dei prezzi delle materie prime, hanno continuato a ridurre le tariffe di vendita nel tentativo di incoraggiare le vendite. Nel dettaglio il Pmi manifatturiero italiano è sceso a maggio a 45,6 punti dai 47,3 di aprile, mostrando il più rapido peggioramento dello stato di salute del settore manifatturiero italiano da cinque mesi e deludendo nettamente il consenso degli economisti a 48 punti. Oggi indicazioni importanti sul mercato del lavoro arriveranno dalla disoccupazione tedesca, attesa stabile al 5,9% a maggio, e dall'indice Jolts americano, che ad aprile dovrebbe registrare una leggera contrazione dell’offerta di posti di lavoro. Gli ordini di fabbrica Usa di aprile chiuderanno il menù macro della giornata. Domani toccherà agli indici Pmi di Cina, Usa e dei più importanti Paesi europei, inclusa l’eurozona, tastare il polso all'attività nei servizi. Indicazioni sul fronte dei prezzi arriveranno dall’andamento di quelli alla produzione dell'eurozona mentre sui tassi si esprimeranno la banca centrale polacca e quella canadese. Giovedì sarà il giorno della Bce seguito dai discorsi dei «falchi» Nagel, Holzmann e Schnabel che getteranno ulteriore luce sulle scelte dell’Eurotower.Intanto, dall’altra parte dell’Atlantico la misura d’inflazione preferita dalla Fed, l'indice Pce “core” depurato dalle componenti alimentari ed energetiche, è rallentato a 0,2% mensile da 0,3% con una spesa per consumi divenuta a sorpresa negativa (-0,2%). Nei giorni scorsi alcuni governatori della Fed hanno chiesto un rialzo dei tassi e Goldman Sachs, appena una settimana fa, ha escluso un taglio nel 2024. Le previsioni di mercato hanno via via spostato in avanti la tempistica del taglio Fed e ora ne danno almeno uno verso gli ultimi due mesi dell'anno. Si attendono comunque i dati sull’inflazione di maggio in pubblicazione il 12 giugno, proprio il giorno in cui la Fed concluderà il prossimo meeting da cui ci si aspettano tassi fermi.
Roberto Burioni (Imagoeconomica)
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