2019-06-16
Bastonate ai bimbi per inculcare il Corano
Scoperta nel Pisano una scuola islamica abusiva gestita da senegalesi. I circa 60 piccoli studenti venivano educati a colpi di mazza. In Italia, spiegano gli esperti, ci sono un centinaio di strutture simili. E purtroppo la violenza è all'ordine del giorno. Gli agenti della squadra mobile di Pisa hanno sequestrato mazze e bastoni di legno, ma anche barre di ferro. Gli insegnanti della scuola coranica le usavano come strumenti educativi. I bambini venivano picchiati sulle mani, sul sedere e sulla schiena. Nei video registrati dalla polizia sono impresse le percosse: si vedono i piccini piangere disperati mentre vengono colpiti. Tutto avveniva in un appartamento a Santa Croce sull'Arno, in provincia di Pisa. La scuola coranica abusiva ospitava una sessantina di studenti di età compresa fra i 7 e i 17 anni. Tutti senegalesi, proprio come i due maestri violenti. Questi ultimi sono stati entrambi arrestati e condotti in carcere. Una terza persona, sempre appartenente alla comunità islamica senegalese locale, è indagata. I bambini dovevano andare a lezioni il venerdì e il sabato pomeriggio dalle 15 alle 19 e la domenica dalle 8 alle 13. Una vera e propria scuola parallela, dunque, anche parecchio impegnativa. Si studiava il Corano, ovviamente, e chi non lo sapeva ripetere a memoria veniva punito a mazzate. Cosa che ai due maestri senegalesi appariva del tutto normale. «Siamo innocenti, non abbiamo fatto nulla», pare abbiano detto i due ai poliziotti che li hanno arrestati. Disse più o meno la stessa cosa, nel febbraio dello scorso anno, la donna di 33 anni, originaria del Bangladesh, che gestiva una scuola coranica abusiva a Maniago, in provincia di Pordenone, e faceva largo uso di sberle e bastonate. Il copione era identico a quello pisano: in quel caso tutti gli alunni erano bengalesi, e frequentavano asili e scuole del paese. I genitori, però, li costringevano anche a recarsi a casa della maestra aguzzina, perché nel tempo libero potessero imparare l'arabo e studiare il testo coranico. Stessa cosa, nel luglio 2018, a Tor Pignattara Roma. Un bengalese gestiva una madrassa allestita dentro un appartamento, e motivava i giovanissimi studenti usando un manico di scopa. «È brutto da dire, ma quando si leggono notizie del genere purtroppo non ci si stupisce», sospira Michele Groppi, studioso del King's college di Londra. Ricercatore stimato, Groppi ha appena pubblicato un libro intitolato I musulmani in Italia. Luci e ombre. Ma, soprattutto, in passato ha realizzato un rapporto molto approfondito proprio sulla situazione delle scuole coraniche in Italia. Secondo la sua stima, nel nostro Paese ce ne sono circa 88. «I numeri ufficiali non li possiamo avere, molte sono scuole fai da te, fatte in casa, potremmo anche presupporre che siano aumentate. Ne ho viste a Roma, a Tor Pignattara, Centocelle e San Basilio, ma anche a Milano nella zona di via Padova. I problemi sono sempre gli stessi». È come se esistesse una sorta di società parallela, un sottomondo di cui i piccoli musulmani vengono introdotti per restare legati alla propria cultura e religione d'origine. Difficile stimare quante siano effettivamente le scuole coraniche abusive. Ma sappiamo che ce ne sono più o meno ovunque. Tra Bergamo e Brescia ce ne sono varie, gestite per lo più da pakistani. Tante se ne trovano anche a Milano e a Roma. Come dimostra la cronaca, tuttavia, ogni regione ha le proprie. Secondo Giovanni Giacalone, esperto analista di Its Time (www.itstime.it), sul territorio italiano se ne contano almeno un centinaio. «Sono strutture che compaiono e scompaiono», spiega, «quindi è difficile sapere quante siano con estrema precisione. Ogni comunità ha la sua: senegalesi, bengalesi, marocchini... Possono essere all'interno di centri islamici, ma anche in appartamenti. Ho visto anche negozi etnici che ospitavano scuole abusive di questo tipo. Dentro non si insegna soltanto il Corano, si dà ai ragazzi una impronta ideologica». Per questo ciascun gruppo etnico ha la propria struttura: perché ciascuno insegna la propria versione dell'islam, facendo studiare i ragazzini sui testi dei predicatori di riferimento. Questo, ovviamente, è uno dei principali pericoli: come si fa a sapere su quali testi e con quale impostazione sono cresciuti i musulmani di nuova generazione? Poi, ovviamente, c'è il problema della violenza. Non si può affermare che in ogni scuola si usino mazze e bastoni, ma i casi emersi negli ultimi anni (grazie al prezioso lavoro delle forze dell'ordine) parlano abbastanza chiaro. «È un'abitudine piuttosto diffusa», conferma Giacalone. Del resto, nelle scuole abusive i maestri utilizzano i metodi del proprio Paese d'origine, i quali spesso prevedono una bella razione di bastonate ai bimbi. Ecco perché arresti come quelli di ieri sono fondamentali. I piccoli che crescono dentro le scuole abusive andranno a formare le nuove generazioni di musulmani. Ed è difficile pensare che, a suon di botte, abbiano appreso una «religione di pace»
Lo ha dichiarato il presidente del Consiglio europeo in occasione del suo incontro con il premier greco Kyriakos Mitsotakis.
Antonella Bundu (Imagoeconomica)