2025-03-24
Bastonata Usa su Kiev: «Il piano Ue non esiste»
L’inviato di Donald Trump inizia i negoziati con l’Ucraina e attacca la Commissione, nega che Vladimir Putin voglia invadere l’Europa e smentisce il Colle: «La seconda guerra mondiale non c’entra nulla». Donald: «Pace solo con me».È improbabile che il Quirinale sia in cima ai pensieri dell’amministrazione americana, ma Steve Witkoff ha confermato che la Casa Bianca la pensa all’opposto di Sergio Mattarella. Intervistato dall’ex giornalista della Fox Tucker Carlson, l’inviato speciale per il Medio Oriente, ormai impelagato pure nelle trattative per porre fine alla guerra in Ucraina, ha liquidato le ossessioni europee per i piani d’attacco di Vladimir Putin: lo zar, ha assicurato il funzionario Usa, «non vuole conquistare tutto» il Vecchio continente. «L’idea che la Russia voglia invadere l’Europa è insensata. Abbiamo qualcosa che si chiama Nato, che non avevamo nella seconda guerra mondiale». A Washington considerano fuori luogo i paragoni con il passato. Compreso, evidentemente, quello tra l’aggressione agli ucraini e il Terzo Reich, che ha innescato uno scontro tra il Colle e Mosca. Le parole di Witkoff, però, suonano anche come una rassicurazione agli alleati in Europa: gli Stati Uniti non li priveranno del prezioso ombrello difensivo.Carota e bastone. Tanto bastone. Dall’altra sponda dell’Atlantico, l’inviato speciale ha fatto partire una vibrante randellata. Il britannico Keir Starmer e i suoi omologhi, giovedì, si vedranno a Parigi per l’ennesimo vertice dei «volenterosi». Sarà presente pure Giorgia Meloni. Solo che il diplomatico ha liquidato il piano partorito da inglesi e francesi come «una posa, un atteggiamento» basato su una visione «semplicistica, da parte di leader che pensano: vogliamo essere tutti Winston Churchill». Per la verità, tra i capi di governo cominciano a manifestarsi barlumi di buon senso. Ad esempio, Emmanuel Macron forse ha compreso che la forza d’interposizione lungo la linea del fronte dovrà apparire imparziale, magari agendo sotto l’egida Onu. Il ventilato coinvolgimento dei cinesi non esalta l’America, ma se garanzie di sicurezza ci dovranno essere, sarà inevitabile che sul terreno siano chiamate potenze non allineate al cosiddetto «mondo libero», tipo il Dragone e l’India.La stampa, da noi, è impegnata a dimostrare che il tycoon e i suoi uomini sono pupazzi nelle mani degli eredi dell’Urss. Perciò, si è affrettata ridicolizzare i commenti di Witkoff. Non che siano mancate le sviolinate a Putin: «Non lo considero una cattiva persona», lo ha blandito l’imprenditore cooptato da The Donald. «È super intelligente. Con me è stato gentile e franco». Lo zar avrebbe rivelato di aver pregato per Trump dopo l’attentato della scorsa estate. Avrebbe pure commissionato un suo ritratto per regalarglielo e il presidente «è rimasto chiaramente toccato» dal gesto. È stato scritto che Witkoff condivide la tesi russa dell’Ucraina «falso Paese». Più che altro, lo statunitense sta compiendo lo sforzo non banale di entrare dentro la mentalità dei suoi interlocutori, esercizio affatto sterile per il quale, un’era fa, venivano arruolati i sovietologi: «In Russia», ha spiegato l’inviato speciale, «c’è la convinzione che l’Ucraina sia un falso Paese, che queste regioni», ovvero le due del Donbass, la Crimea, Kherson e Zaporizhzhia, «siano state messe insieme come una specie di mosaico e a mio parere questa è la radice della guerra. La Russia le ritiene proprie dalla seconda guerra mondiale ma nessuno ne vuole parlare». «Il punto», quindi, «è: il mondo riconoscerà che sono territori russi?». Witkoff ha comunque escluso che Mosca desideri annettersi l’intero territorio del Paese nemico: «Non ne ha bisogno. Ha riconquistato quelle regioni».Le lisciate di pelo possono meravigliare, ma vale la pena tentare una strada diversa da quella intrapresa da Joe Biden, che insultava Putin fino a imbarazzare persino il suo staff. Sarebbe meglio imitare l’Ue, nel cui Parlamento serpeggia addirittura lo «sconcerto» per la riapertura del dialogo Usa-Russia? Sarebbe più produttivo seguirne l’Alto rappresentante, Kaja Kallas, che ha boicottato la tregua per le centrali? E il commissario alla Difesa, che evoca «azioni su larga scala» contro la Russia entro il 2030? Trump su una cosa ha ragione: non si può andare a trattare con qualcuno a cui si dà del criminale.Certo, l’intervento di Witkoff mette pressione sugli ucraini, che ieri, in Arabia Saudita, si sono incontrati con i delegati americani per confrontarsi «sulla protezione degli impianti di energia e sulle infrastrutture». Volodymyr Zelensky ha chiesto di «spingere Putin» a fermare i raid. Oggi sarà la volta dei colloqui con i russi: il fiduciario di Trump si aspetta «progressi concreti», mentre il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha parlato di «negoziati difficili. Siamo solo all’inizio». Ha lasciato intendere che ci sono state conversazioni riservate tra zar e tycoon, ma ha frenato su un incontro di persona: «Deve essere preparato con cura» e pure questo richiederà «difficili negoziati tecnici».Si va configurando un approccio a due velocità. Il fattore tempo sarà un elemento di attrito. Washington ha fretta e, secondo Bloomberg, punta a una tregua per Pasqua; la Russia è in vantaggio sul campo, spera di massimizzare i risultati e preferisce prendersela con calma. L’Europa borbotta, ma non ha mai proposto una piattaforma diplomatica. The Donald, quando dice che solo lui è «in grado di fermare» lo zar e che, se fosse dem, gli darebbero il Nobel per la pace, sarà vanaglorioso. Ma poi aggiunge: «Voglio solo vedere che la gente smette di farsi ammazzare». Dopo tre anni di escalation, mica è poco.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.