2023-05-04
Barche a vela, trucco Ong contro il governo
Gli attivisti cambiano imbarcazioni per non farsi destinare in porti lontani. Arrivi dalla Tunisia aumentati del 1.000% in un anno. Il questore di Agrigento su Lampedusa: «Abbiamo fatto un esposto, troppa sciatteria, lo Stato non si affidi a coop indagate».Fatta la legge, trovato l’inganno: le Organizzazioni non governative stanno già barando pur di aggirare le stringenti regole volute dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. Vietati i salvataggi multipli, le Ong, oltre alle navi, hanno schierato piccoli velieri, che possono ospitare un numero limitato di passeggeri e che, proprio per la tipologia del natante, il Viminale non può mandare ad attraccare in porti distanti. La nuova strategia è già in atto. E infatti nei giorni scorsi sia la Astral di Open Arms sia la Nadir di Resq hanno ottenuto il via libera per lo sbarco a Lampedusa per poi riprendere il mare e tornare con il nuovo mini carico. Per ora si affannano sulla rotta libica, ma con molta probabilità si sposteranno anche verso la Tunisia. D’altra parte i nuovi dati del Viminale confermano il sorpasso della Tunisia sulla Libia come primo Paese di partenza. Almeno 24.383 persone sono arrivate sulle coste italiane dalle spiagge tunisine da inizio anno fino al 2 maggio, più di 200 sbarcati al giorno, un incremento di oltre il 1.000 per cento rispetto ai 2.201 arrivi dello stesso periodo dello scorso anno. Ovvero si è andati ben oltre la metà dei 32.101 sbarchi complessivi dalla rotta tunisina dell’intero 2022. A questi numeri vanno aggiunti i 19.719 migranti intercettati dalle autorità tunisine al 30 aprile. E c’è già un nuovo record di morti e dispersi in mare: almeno 498 persone, 371 delle quali nel solo mese di aprile. Sommandoli alle vittime della rotta libica si arriva a quota 824.Anche gli arrivi dalla Libia sono in crescita: si contano 16.637 sbarcati al 2 maggio, con un aumento del 166 per cento rispetto ai 6.237 sbarcati dello stesso periodo dell’anno scorso. Quasi tutti sono finiti a Lampedusa, in un hotspot che è andato oltre ogni limite immaginabile. Tanto che il nuovo questore di Agrigento, Emanuele Ricifari, si è presentato all’improvviso ai cancelli del centro per toccare con mano quello che gli veniva riferito. Ieri in una intervista alla Stampa ha svelato di aver deciso «di far approfondire la questione anche investigativamente». Non solo: «Abbiamo inviato un esposto in Procura», ha spiegato, «per segnalare tutto quello che non pare stia funzionando». E ha deciso di agire d’urgenza: «Entro poche settimane la gestione passerà alla Croce Rossa, ci sono già stati i primi sopralluoghi. Nulla poteva giustificare la sciatteria, il lassismo e la mancata ottemperanza dei doveri che abbiamo visto in questi mesi. Lo Stato non può lasciare nelle mani di una cooperativa privata, per di più già sotto inchiesta, un luogo così importante. Questo è un imperativo categorico deciso dal governo già prima del mio arrivo». Nei piani c’è un hotspot solo per le identificazioni. Niente minori né famiglie.«Dovranno stare pochi giorni, due o tre al massimo», sostiene il questore, che aggiunge: «Si fermeranno nell’hotspot non più di 400 uomini alla volta. Non vogliamo che il centro si saturi». Soprattutto ora che le partenze dalla Tunisia sono in aumento. Il questore tiene ben a mente la situazione geopolitica e sottolinea anche che Lampedusa «è più vicina a Tunisi di quanto lo sia ad Agrigento». «Nei prossimi giorni sarò in missione a Tunisi per fare in modo che si arrivi ad azioni condivise con quel Paese e a un blocco delle partenze», ha intanto annunciato Piantedosi. Per correre ai ripari «stiamo lavorando al Piano sull’immigrazione, che prevede un aumento di posti tra Sicilia e Calabria per evitare che si creino situazioni di emergenza a Lampedusa e per gestire fiammate di arrivi in modo ordinato». L’obiettivo, insomma, è decongestionare subito Lampedusa. Il secondo step è legato ai minori non accompagnati: «Stiamo lavorando a un’ordinanza che nasce anche per una specifica esigenza, ovvero la possibilità di offrire ai prefetti e anche ai sindaci uno strumento che, così come per i maggiorenni, consenta di attivare strutture di prima accoglienza a bassa soglia, cioè con prestazioni ridotte all’essenziale, con massimo 50 posti», ha detto ieri il prefetto Valerio Valenti, commissario per l’emergenza immigrazione. L’idea del governo è quella di creare almeno due o tre strutture nelle regioni più grandi e una in quelle più piccole. Anche perché dall’inizio dell’anno di minori ne sono approdati già oltre 4.000 e in Sicilia non c’è più un centro d’accoglienza che abbia posti liberi. Nel frattempo, nonostante la sosta di sbarchi autonomi per il maltempo, le Ong continuano a darsi da fare. Ieri al porto di Livorno sono sbarcati in 35 dalla Life support di Emergency. E a La Spezia i 336 della Geo Barents di Medici senza frontiere. E poi ci sono gli sbarchi fantasma, impossibili da quantificare. Ieri una barca a vela che deve essere riuscita a filtrare i controlli si è schiantata a Santa Maria di Leuca, nelle vicinanze di punta Ristola. I passeggeri devono averla abbandonata quando era a poca distanza dalla spiaggia e l’hanno lasciata andare alla deriva. Poi hanno fatto perdere le loro tracce.
Il primo ministro del Pakistan Shehbaz Sharif e il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman (Getty Images)
Riyadh e Islamabad hanno firmato un patto di difesa reciproca, che include anche la deterrenza nucleare pakistana. L’intesa rafforza la cooperazione militare e ridefinisce gli equilibri regionali dopo l’attacco israeliano a Doha.
Emanuele Orsini e Dario Scannapieco