2018-12-07
Barca, soldi e sesso per sistemare i processi
In manette il sostituto procuratore di Lecce per corruzione. Secondo l'accusa manipolava le cause in cui erano imputati i dirigenti dell'Asl in cambio di soggiorni e interventi medici. Diede anche aiuto nell'esame forense a una candidata per ottenere incontri hot.Era considerato un magistrato tutto d'un pezzo. Uno di quelli temuti dagli avvocati e dai loro clienti. La fama da duro, insomma, lo precedeva. Un po' per le richieste di condanna molto pesanti che avanzava durante le udienze, un po' per quel suo modo di condurre gli esami degli imputati, «sempre incalzanti», dicono a Lecce. E poi, per le indagini scottanti sulla sanità che erano sulla sua scrivania. Nei corridoi del palazzo di giustizia, però, c'era chi da qualche tempo sosteneva che in qualche processo aveva fatto «figli e figliastri». Che, per dirla come i salentini, in alcuni casi vide (vede) e in altri ceca (è cieco). Poi è scattata l'inchiesta della Procura di Potenza, che è competente a indagare sui magistrati del distretto leccese e che ha la fama di non essere tenera con le toghe pugliesi (è diventato famoso il caso del pm di Taranto, Matteo Di Giorgio, condannato fino in Cassazione a 8 anni di carcere), e per Emilio Arnesano, sostituto procuratore di Lecce, sono scattate le manette. Dall'indagine è saltato fuori di tutto: una barca, soldi e sesso in cambio di qualche aggiustatina ai processi.E il gip di Potenza ha firmato un'ordinanza di custodia cautelare. È stato disposto anche il sequestro di un'imbarcazione e di oltre 18.000 euro sui conti corrente del pm, «in quanto», è scritto nell'ordinanza, «profitto del reato di corruzione». Il garbuglio di relazioni scoperto dagli investigatori della Guardia di finanza è tutto concentrato nei palazzi della sanità della città, capoluogo situato nella parte più orientale dell'Italia meridionale. Con tre manager dell'Asl di Lecce, Ottavio Narracci, direttore generale, e due dirigenti, Giorgio Trianni e Giuseppe Rollo, finiti ai domiciliari.Tra le accuse, ad esempio, c'è anche la manipolazione di processi penali in cui erano imputati i dirigenti dell'Asl. Secondo l'accusa, Arnesano aveva messo a loro disposizione la sua funzione giudiziaria, garantendo «l'esito positivo di procedimenti giudiziari a loro carico» e ottenendo in cambio una barca di 12 metri a piccolo prezzo, soggiorni gratuiti per le vacanze e interventi medici agevolati. Riuscì addirittura a farsi delegare come pm d'udienza in un processo in cui era imputato Narracci con l'accusa di abuso d'ufficio. E alla fine della sua requisitoria chiese l'assoluzione. È da uno di questi procedimenti che è partito tutto. Il pm dissequestrò una piscina di Trianni, alla quale i finanzieri avevano messo i sigilli. In cambio, secondo i pm di Potenza, il magistrato ottenne un soggiorno in un posto esclusivo con annesse battute di caccia.Ma nei guai sono finiti anche due avvocati: Benedetta Martina (ai domiciliari anche lei) e Salvatore Antonio Ciardo (esiliato da Lacce con un provvedimento giudiziario che gli vieta la dimora). E qui comincia la parte hot dell'inchiesta. Tra pillole di viagra, particolarmente ricercate dal pm sessantenne, e scambi sessuali veri e propri. Un'accusa che negli atti d'indagine, in realtà, però, viene descritta in modo molto freddo: e che vede il magistrato svendere «in più procedimenti», scrive il gip di Potenza, «l'esercizio della sua funzione giudiziaria in cambio di incontri sessuali e altri favori». Quello che viene definito come un «rapporto corruttivo, consolidato e duraturo», vede come protagonista l'avvocato Benedetta Martina, i cui assistiti potevano godere di un salvacondotto, sostiene la Procura, perché il legale era entrata nelle grazie del pm. Non solo: tra le imputazioni provvisorie c'è anche l'ingerenza nell'esame di Stato del 2017 per l'accesso alla professione forense. Arnesano, secondo l'accusa, per la prova orale avrebbe indotto l'avvocato Ciardo, presente in commissione, a fornire le domande a una candidata, Federica Nestola. La vicenda è legata ai presunti rapporti sessuali che ci sarebbero stati tra Arnesano e l'avvocato Martina, che avrebbe fatto da tramite per creare un vantaggio alla praticante. E sempre favori sessuali ci sarebbero stati dietro a quella che per l'accusa è una manipolazione di un procedimento al Consiglio di disciplina degli avvocati di Lecce. Si legge negli atti, ad esempio, che «Augusto Conte, quale vicepresidente del Collegio di disciplina dell'Ordine avvocati di Lecce, agendo su istigazione di Emilio Arnesano» e «con il concorso morale di Manuela Carbone, la quale aveva promesso ad Arnesano incontri intimi in cambio del suo interessamento con l'avvocato Conte», compiva atti «idonei diretti in modo non equivoco a procurare un ingiusto vantaggio patrimoniale all'avvocato Manuela Carbone, soggetta a un procedimento disciplinare». Ovviamente, poi, la ricompensa erano seratine tête à tête. Un «mercimonio», lo definisce, lapidario, il giudice che ha privato il collega della libertà. E ora la palla passa alla difesa.