2023-06-01
Visco apre al salario minimo purché non aumentino gli stipendi
Secondo il governatore di Bankitalia , la strada corretta per migliorare le retribuzioni è far crescere la produttività. Spinta anche per l’unione bancaria e per un bilancio sovranazionale gestito dall’Ue.Sì al salario minimo «utile per la giustizia sociale», spinta al completamento dell’unione bancaria, apertura alle modifiche al Pnrr, sponda al Mes, introduzione di una capacità di bilancio sovranazionale, lavoro e immigrazione. Sono molti i temi toccati ieri dal governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, nelle sue considerazioni finali che saranno davvero le ultime perché il 31 ottobre lascerà dopo due mandati Via Nazionale al cui vertice era salito il 1° novembre 2011 in seguito delle dimissioni di Mario Draghi. Che proprio ieri sedeva in prima fila ad ascoltarlo. Nel suo discorso Visco ha voluto lanciare un monito al Paese riconoscendo, però, anche gli sforzi compiuti. L’Italia ha superato «meglio di quanto ci attendevamo» la pandemia e lo shock energetico. Nel primo trimestre la crescita è andata meglio delle attese e il Pil dovrebbe salire dell’1% nel 2023, «ma per cambiare l’economia italiana bisogna andare avanti con il Pnrr senza perdere tempo e proseguire sul sentiero di riduzione del debito. Una politica prudente sui conti pubblici è un segnale di credibilità». Anche per questo le due riforme che Palazzo Chigi ha in cantiere - quella fiscale e quella sull’autonomia differenziata - «dovranno avere coperture certe». Spiegando inoltre che il governo dovrebbe valutare l’introduzione del salario minimo, «definito con il necessario equilibrio», per «rispondere a non trascurabili esigenze di giustizia sociale. Il mondo del lavoro si caratterizza infatti di un’eccessiva precarietà e dall’aumento di lavoratori poveri, soprattutto tra i giovani e le donne», ha sottolineato ricordando che la quota di giovani che dopo cinque anni ancora si trovano in condizioni di impiego a tempo determinato resta prossima al 20%. Poi, un riferimento a natalità e immigrazione: «Per gestire i flussi migratori occorreranno politiche ben concepite di formazione e integrazione, indispensabili per l’inserimento dei migranti nel tessuto sociale e produttivo. Un recupero della natalità dai livelli particolarmente bassi del 2021, per quanto auspicabile, rafforzerebbe l’offerta di lavoro solo nel lunghissimo periodo».Sul Pnrr «non c’è tempo da perdere», ha pungolato, aggiungendo che «il Piano rappresenta un raro, e nel complesso valido, tentativo di definire una visione strategica per il Paese. Anche per questa ragione, oltre agli investimenti e agli altri interventi di spesa, è cruciale dare attuazione all’ambizioso programma di riforme, da troppo tempo attese, in esso contenuto», ha precisato. «Miglioramenti del Pnrr sono possibili», ha proseguito il governatore aggiungendo che «nel perseguimento di eventuali modifiche bisogna però tenere conto del serrato programma concordato con le autorità europee; al riguardo, un confronto continuo con la Commissione è assolutamente necessario, nonché utile e costruttivo».Tra le nubi c’è certamente quella dei prezzi, problema a cui, a suo dire, si dovrà far fronte con il contributo di tutti: «Il ritorno dell’inflazione su livelli in linea con l’obiettivo sarà più rapido e meno costoso se tutti - imprese, lavoratori e governi - contribuiranno a questo fine, rafforzando l’efficacia dell’indispensabile ancorché equilibrata normalizzazione monetaria». In ogni caso quello che, secondo Visco, occorre per un recupero del potere d’acquisto «è una crescita più sostenuta della produttività». Inoltre non bisogna dimenticare «il rischio di una rincorsa tra prezzi e salari», finora «moderato». Resta poi di grande attualità anche il nodo del debito pubblico la cui riduzione «è una priorità della politica economica, indipendentemente dalle regole europee».Nella parte del suo intervento dedicata all’architettura dell’Unione economica e monetaria, Visco ha anche invocato l’introduzione di una capacità di bilancio sovranazionale, assente nella proposta di riforma della Commissione, che «consentirebbe di gestire in modo più efficiente sia shock che colpiscono singoli Paesi, sia eventi avversi comuni a tutti, come la pandemia e la crisi energetica. Se gli ostacoli di ordine istituzionale e di natura politica che oggi si incontrano rendono difficile realizzare nell’immediato una piena unione di bilancio, si può procedere in modo pragmatico, prendendo spunto dagli strumenti varati durante l’emergenza pandemica: ad esempio, progettando forme di finanziamento comune degli stabilizzatori automatici, come è già avvenuto con il programma di prestiti per le misure di contrasto ai rischi di disoccupazione. Per garantire che alcuni “beni pubblici” europei siano forniti in quantità adeguata, si può pensare a strumenti con caratteristiche simili a quelle del programma del Next generation Eu».Infine, il richiamo a Mes e unione bancaria. Non appena sarà pienamente operativa la sua riforma, «il Meccanismo europeo di stabilità potrà svolgere un ruolo importante, fornendo una rete di sicurezza finanziaria (backstop) al Fondo di risoluzione unico per le crisi bancarie», ha detto Visco lanciando implicitamente un segnale sulla necessità di dare il via libera alla ratifica del nuovo Mes. Per il governatore, i recenti fenomeni di instabilità, come i casi Svb e Credit Suisse, mostrano «chiaramente» l’importanza di arrivare all’unione bancaria, «attraverso una revisione dell’attuale disciplina di gestione delle crisi, che renda quest’ultima più rapida ed efficace, nonché l’istituzione di uno schema unico di garanzia dei depositi».Ieri a Palazzo Koch era assente, come d’abitudine, il governo che da ora fino a novembre, quando scadrà il secondo mandato del governatore, dovrà trovare il nome del sostituto di Visco. Una casella che molti indicano verrà occupata da Fabio Panetta, ora nel board della Bce ma con un lungo curriculum in Banca d’Italia. L’iter della nomina tuttavia vede un ruolo non notarile del presidente della Repubblica al quale, secondo la legge, spetta il decreto di nomina su «proposta del presidente del Consiglio dei ministri, previa deliberazione del cdm, sentito il parere del consiglio superiore della Banca d’Italia».
Lo stabilimento Stellantis di Melfi (Imagoeconomica)
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