
Sergio Mattarella sembra scordarsi le sentenze anti gare. E che il tema non è legato al Pnrr.È la seconda volta che il Quirinale interviene sulla direttiva Bolkestein ed è la seconda volta che i consiglieri giuridici di Sergio Mattarella, peraltro ben retribuiti con i soldi dei contribuenti, sembrano più preoccupati di dare retta all’Europa ed evitare la procedura d’infrazione contro l’Italia (ci costerebbe un sacco di quattrini) che di stabilire la realtà dei fatti. Forse c’è anche la tentazione di far fare una figuraccia al governo di Giorgia Meloni, la quale non si aspettava il rilievo del Colle. Sospetto che tra le righe è venuto a Matteo Salvini che ripete: sui balneari non si tocca nulla, mentre il ministro per i rapporti con l’Europa Raffaele Fitto cerca una mediazione con Bruxelles e la stessa Meloni si sarebbe data un mese di tempo per sistemare la partita una volta per tutte. L’anno scorso dal Colle fecero affermare al presidente che la sentenza del Consiglio di Stato in materia di concessioni balneari che imponeva la messa a gara era definitiva. Ma il 23 novembre scorso la Cassazione a sezioni unite ha cancellato con rinvio quella sentenza e ha bacchettato i magistrati amministrativi affermando: «Il Consiglio di Stato dovrà pronunciarsi di nuovo anche alla luce delle sopravvenienze legislative avendo il Parlamento e il governo esercitato, successivamente alla sentenza impugnata, i poteri normativi loro spettanti». Che sono i poteri in qualche modo contestati da Mattarella che se la prende con le proroghe. Che cosa è successo? Che il governo ha prorogato il termine di scadenza delle concessioni fissato in origine allo scorso 31 dicembre e ha stabilito di mappare le spiagge e decidere se la risorsa arenili è scarsa o no prima di mettere a gara le concessioni. Dalle prime risultanze emerge che solo un terzo delle spiagge è occupato, quindi in base all’articolo 12 della stessa Bolkestein non ci sarebbe bisogno di riassegnare con gare le concessioni. Vi è un altro elemento ignorato dai consiglieri del Quirinale ed è il pronunciamento della Corte di giustizia europea che il 20 aprile scorso ha sancito che «l’applicazione dell’articolo 12 è subordinata all’accertamento del carattere scarso delle risorse naturali, e gli Stati membri possono fissare le modalità di accertamento». Assai peggio dell’Italia sono messe Spagna e Portogallo che hanno dato concessioni sine die. Ma cosa ha scatenato i timori del Quirinale? Una interpretazione sbagliata di Mario Draghi quando era presidente del Consiglio. Affermò che la revisione delle concessioni era parte integrante delle riforme richieste per accedere ai fondi del Recovery. Ma non è così. Fu il portavoce della Commissione Veerle Nuyts a chiarire che le concessioni demaniali non c’entrano nulla con il Pnrr come peraltro è ben evidente nei documenti ufficiali. E se per i balneari è così a maggior ragione lo è per gli ambulanti: un settore di piccolo commercio in grande difficoltà composto nella stragrande maggioranza da microimprese. Dunque il governo dovrà preoccuparsi più del futuro degli ambulanti che delle rampogne del Colle.
iStock
La denuncia di T&E basata sull’analisi di dati Ue: emissioni cinque volte superiori.
Giusi Bartolozzi (Ana)
Bagarre sul caso Almasri, il centrodestra ipotizza un ricorso alla Consulta se il destino giudiziario del capo di gabinetto di Nordio non passerà prima dal Parlamento. La Giunta responsabile: «Il generale libico liberato e rimpatriato per proteggere gli italiani».
2025-09-11
Dimmi La Verità | Ettore Rosato (Azione): «Il leader della sinistra è Conte, non la Schlein»
Ecco #DimmiLaVerità dell'11 settembre 2025. Il deputato di Azione Ettore Rosato ci parla della dine del bipolarismo italiano e del destino del centrosinistra. Per lui, «il leader è Conte, non la Schlein».
Alberto Nagel (Ansa)
Il dg di Piazzetta Cuccia: probabile fusione ma il nostro nome potrebbe restare. Blackrock al 5% di Mps. L’Ue benedice l’Opas.