2022-07-29
Balneari arrabbiati: «Banchetti elettorali sulle spiagge? Non fatevi vedere»
Nel riquadro, Fabrizio Licordari (Getty Images)
Il presidente Fabrizio Licordari: «Felice per i taxi ma noi siamo stati abbandonati. E Lega e Fi si sono rimangiati le promesse».«Sento parlare di campagna elettorale sotto l’ombrellone, per me se la scordano. Non consentiremo a nessuno di disturbare i nostri clienti che giustamente si stanno rilassando, forse nell’ultima stagione che passano con noi. Anche perché abbiamo da fare la nostra campagna elettorale. L’abbiamo intitolata: uno vale dieci. Nel senso che ogni nostro ospite può informare come minimo altre dieci persone del torto che stiamo subendo; siamo vittime di un esproprio per calcolo politico. Racconteremo anche di come certi partiti a cominciare da Lega e Forza Italia, del Pd neppure parlo, siano capacissimi di promettere una cosa e di farne un’altra». Chi parla è Fabrizio Licordari, presidente di Assobalneari, l’uomo più deluso d’Italia dalla politica, soprattutto dalla maggiorana dei Migliori. «Che il Pd preferisce l’Europa alle imprese italiane si sa, ma Lega e Forza Italia dicevano di difendere gli interessi nazionali; ora vengono a dirci: stiamo dalla vostra parte. No, è finito il tempo in cui potevano prenderci in giro, ora sappiamo cosa e come fare». Tutto nasce dal famoso disegno di legge Concorrenza che è stato approvato tre giorni fa alla Camera e che deve tornare comunque al Senato per la terza lettura perché è stato stralciato il capitolo taxi. «Sono contento per i taxi, ma questo stralcio ci fa ancora più percepire l’iniquità delle norme. La direttiva Bolkestein a cui, sbagliando, il governo si riferisce per togliere le concessioni demaniali agli stabilimenti balneari si occupa dei servizi e i taxi sono un servizio, mentre non si occupa di concessioni di beni e noi siamo concessionari di beni, dunque dovevano a maggior ragione essere esclusi. Ma che l’aria che tirava l’avevamo capita dal discorso di Mario Draghi quando ci ha usato per punzecchiare la Lega. Siamo diventati il casus belli che lui ha cercato per dire: o io o Salvini. Alla fine la Lega ha sfratto noi». Licordari era stato tra i pochi a manifestare soddisfazione per la caduta del governo. Lo aveva fatto con un comunicato inusitato, visto che la sua associazione - oltre 30.000 aziende che danno lavoro a 100.000 famiglie e ad almeno 300.000 persone, fatturato stimato sui 2 miliardi - aderisce a Confindustria, solitamente governista. Eppure Assobalneari aveva salutato così la caduta di Draghi: «La decisione di avviarsi verso la fine della legislatura e anticipare l’appuntamento elettorale del 2023 rappresenta un importante gesto di coraggio e di responsabilità da parte delle forze politiche coinvolte». Quelle forze politiche chiamate a votare sul ddl Concorrenza hanno però deluso le aspettative dei balneari. «Anche questo», sottolinea Licordari , «però è un elemento di chiarezza. Ora noi contiamo solo sui fatti e i fatti dicono che a difendere le nostre imprese sono rimasti solo quelli di Fratelli d’Italia e in particolare l’onorevole Riccardo Zucconi, che ha illustrato la posizione del suo gruppo». Al centro della contesa ci sono le famose aste che si faranno a partire dal prossimo anno per la riassegnazione delle concessioni. Resta indefinito il tema degli indennizzi alle aziende che dovessero perdere la concessione, così come sono aperti tutti i contenziosi legali. «Di sicuro», afferma ancora Fabrizio Licordari, «non possono cantare vittoria come fa il viceministro allo sviluppo economico, Gilberto Pichetto di Forza Italia , che esulta perché si è usciti dall’età delle carrozze a cavalli, salvo ammettere che ci sono nel ddl Concorrenza tantissimi errori, che è stato fatto tutto in fretta. Dice Pichetto che il prossimo governo aggiusterà, noi non ci fidiamo: prendiamo atto che per il bene della nazione hanno svenduto anche le centrali idroelettriche e che continuano a dire che era in pericolo il Pnrr quando tutti sanno che non c’entra nulla». Il contraccolpo economico è pesante. Lo è per tutto il turismo. Chi ha una concessione ha azzerato gli investimenti, abbassa la qualità e rinuncia a fare promozione. La stagione si è così contratta «e avremo», sostiene Assobalneari, «una pesante flessione sulle presenze: dicono che è stata una stagione da record, ma non è vero». L’Italia tra i Paesi mediterranei è la sola che si sta adeguando alla direttiva Bolkestein per gli stabilimenti balneari. La Grecia concede i litorali in leasing e agli hotel dà l’esclusiva, in Spagna e Portogallo le concessioni sono a 75 anni, in Francia dove apparentemente le spiagge sono libere tutta la macchina turistica è assicurata dai prefetti agli operatori con taciti rinnovi. Dunque nessuno risponde all’Europa come l’Italia. «Sapevamo», nota Licordari, «che Draghi ubbidisce all’Europa, ci hanno stupito gli altri che a noi giuravano che la Bolkestein non sarebbe passata». E il fatturato? «Se ne accorgeranno. Parliamo di un valore aggiunto turistico di oltre 45 miliardi che s’innesca col nostro lavoro. Vediamo cosa succede a lasciare le spiagge prive di sorveglianza: 8.500 chilometri di coste che vanno all’asta. Fratelli d’Italia glielo ha detto che è anche una questione di sicurezza. In fin dei conti noi siamo le sentinelle dei confini, ma l’Italia ha ammainato il tricolore sul suo mare».