
Tassa sugli extraprofitti: l’indiscrezione del «Corriere» sul niet agita i mercati. Ma il Mef nega. Il precedente con Federico Fubini.Corriere della Sera di ieri. Dopo una pagina dedicata al rientro di Giorgia Meloni dall’Albania e prima di un retroscena su Matteo Renzi, ecco che il quotidiano sgancia la bomba: «Tassa sulle banche, Bce contro. In arrivo una lettera al governo». Il riferimento è a una missiva firmata da Christine Lagarde che - «questione di giorni, un paio di settimane al massimo» - farà giungere sui tavoli di Palazzo Chigi e del ministero dell’Economia l’«opinione» della Bce a proposito della tassa sugli extraprofitti. «E sarà una netta censura sia sul merito del provvedimento, che Francoforte ritiene potenzialmente dannoso per l’economia e il credito, che sul metodo seguito dal governo», viene aggiunto nell’articolo. Che prosegue spiegando che la decisione dell’8 agosto scorso, non comunicata alla Banca d’Italia, non sarebbe stata tantomeno oggetto di una comunicazione preventiva a Francoforte. Mentre il trattato Ue stabilisce che la Bce sia «consultata dalle autorità nazionali su ogni progetto di legge» nei campi di sua competenza. Anche se non richiesto, il parere della Bce può essere emesso di «iniziativa propria». E «finora Francoforte non ha mai mancato di dire la sua su tutti i progetti di tassazione straordinaria delle banche dei governi europei, che siano stati o meno comunicati, sempre un giudizio negativo», va avanti il Corriere. Che sottolinea pure come il blitz dell’8 agosto sugli extraprofitti «oltre ad alimentare tensioni crescenti nella stessa maggioranza, attirare i giudizi negativi della finanza internazionale, e ad aver causato un pandemonio in Borsa, rischia anche di aprire un nuovo fronte di attrito tra Roma e Francoforte». Certo, «a meno che non vengano rilevate infrazioni dei trattati», il parere «non conterrà indicazioni vincolanti per il governo. Ma sarà comunque un serio banco di prova per la maggioranza».Alla lettura dell’articolo del Corriere qualcuno ha subito pensato: ci risiamo. Tornando con la memoria al 5 agosto del 2011, la Bce inviò al governo italiano una lettera, poi rivelata sempre dal Corriere della Sera il 29 settembre, che sarebbe entrata nella storia italiana. Firmata da Jean-Claude Trichet, allora presidente della Banca centrale, e da Mario Draghi, membro del consiglio direttivo in quanto governatore di Bankitalia, designato quale nuovo presidente, la lettera era indirizzata al premier, Silvio Berlusconi. Quella missiva intimava di mettere in atto alcune misure dettando così l’agenda al governo. Lo spread salì fino a toccare i 574 punti il 9 novembre e poi arrivò Mario Monti. Ieri mattina anche nelle sale operative si è temuto un copione simile a quello del 2011. Lo spread ha aperto a 178 punti, in netto rialzo rispetto ai 170 della chiusura di giovedì, e le vendite hanno cominciato ad affossare i titoli bancari in Piazza Affari sull’onda delle indiscrezioni sulla «netta censura» del Corriere. Poi, però, nel primo pomeriggio le informazioni hanno preso una piega diversa da quella data dal quotidiano milanese. Alcune agenzie di stampa, citando fonti del Mef, hanno riportato che il ministero guidato da Giancarlo Giorgetti ha chiesto, dopo l’approvazione del provvedimento, un parere di competenza alla Bce. Poi un portavoce della stessa Bce ha precisato che il presidente Lagarde «ha ricevuto la richiesta ufficiale di consultazione da parte del ministro dell’Economia» e che da Francoforte «pubblicheremo il parere della Bce a tempo debito». Una questione di settimane, non di giorni, quindi potrebbe arrivare a settembre. E soprattutto non si tratta di un’iniziativa della Bce. Il Mef ha seguito la prassi stabilita dalla normativa europea e ieri ha reso noto di avere inviato la richiesta di valutazioni il 10 agosto, giorno di pubblicazione del decreto in Gazzetta Ufficiale. La decisione del Consiglio europeo del 29 giugno 1998 stabilisce infatti che le autorità degli Stati membri consultino «la Bce su ogni progetto di disposizioni legislative che rientri nelle sue competenze ai sensi del trattato» e per quanto riguarda anche «le norme applicabili agli istituti finanziari nella misura in cui esse influenzano la stabilità di tali istituti e dei mercati finanziari». Si tratta di un processo formale che costituisce parere legale. Ma non dovrebbe contenere indicazioni vincolanti. Certo, al ministero di Giorgetti si potrebbe chiedere perché l’avvio della procedura con la richiesta spedita Francoforte non sia stato reso noto subito. Anche per non lasciare spazio ad allarmismi o indiscrezioni come quella del Corriere che con due parole - «netta censura» - ha spaventato la Borsa riscaldando lo spread. Tra l’altro, qualcuno ieri ricordava anche cosa era successo sempre al Corriere quando Ivo Caizzi, corrispondente da Bruxelles da 30 anni, nel 2018 aveva inviato una lettera al cdr molto dura verso Luciano Fontana e - indirettamente - il vicedirettore Federico Fubini. Nella missiva - pubblicata dalla Verità - Caizzi chiedeva «di verificare e valutare il comportamento del direttore nella copertura della trattativa tra Unione europea e Italia sulla manovra di bilancio 2019». La ragione del contendere risiedeva principalmente nella prima pagina del 1° novembre 2018, in cui il Corriere aveva parlato di una «procedura d'infrazione» bollata da Caizzi come «inesistente». Intanto, la Bce ha inviato un altro parere, quello sulla riforma del Patto di stabilità, sollecitando a raggiungere un accordo «al più tardi entro la fine del 2023» perché senza «una rapida istituzione di un quadro di bilancio credibile, trasparente e prevedibile, si potrebbe creare incertezza e ritardare indebitamente il necessario adeguamento fiscale e l’impeto per riforme e investimenti».
Emanuele Orsini (Ansa)
Dopo aver criticato il taglio all’Irpef, l’associazione si lamenta: «Da gennaio stop agli incentivi, l’industria è nuda». Per le banche l’ipotesi di un contributo da 3-4 miliardi.
Getty images
L’Aja prende il controllo di Nexperia, denunciando rischi per la sicurezza europea. Una mossa cui guarda il nostro governo, che da tempo valuta le partecipazioni di Pechino in Pirelli, Cdp Reti e Ansaldo Energia.
Maria Rita Gismondo (Imagoeconomica)
Smontata l’intera gestione pandemica: «Speranza nel panico Avremmo potuto evitare tanti decessi e casi. Fu tutto sbagliato».
«Murdaugh: Morte in famiglia» (Disney+)
In Murdaugh: Morte in famiglia, Patricia Arquette guida il racconto di una saga reale di potere e tragedia. La serie Disney+ ricostruisce il crollo della famiglia che per generazioni ha dominato la giustizia nel Sud Carolina, fino all’omicidio e al processo mediatico.