2024-07-10
La bagarre sui vaccini fa slittare la decisione sullo stop all’obbligo
Rimandato a oggi il verdetto sull’emendamento leghista, dopo le polemiche e le diverse posizioni interne alla maggioranza.Contrordine compagni: l’emendamento al decreto Liste d’attesa presentato dal senatore Claudio Borghi della Lega riguardo la sospensione dell’obbligatorietà per alcune tipologie di vaccinazione pediatrica non è stato ancora discusso in Commissione affari sociali al Senato. La proposta leghista, che puntava al ritorno alla norma sui vaccini precedente alla legge Lorenzin, avrebbe dovuto già ieri essere valutata «inammissibile per estraneità», ma la seduta è stata rimandata a stamattina alle 10, anche a causa dell’emendamento tanto criticato, la cui ammissibilità è prerogativa esclusiva del presidente della commissione, il senatore Franco Zaffini di Fratelli d’Italia. Borghi aspetta: «Certo - commenta - in Commissione si potrebbero tranquillamente utilizzare criteri meno restrittivi e quindi con un po’ più di coraggio forse si potrebbe aprire un dibattito… che in ogni caso in parte si è aperto. Di questo son contento e spero che prosegua».Ma in Italia è letteralmente impossibile anche soltanto accennare l’argomento, che non è - vale la pena ribadirlo - sui vaccini ma sull’opportunità o meno di somministrarli attraverso l’obbligo, oltre che tutti insieme anziché scaglionati. Il messaggio però è stato, per l’ennesima volta, manipolato dalla tifoseria schierata tutta da una parte. Ecco quindi che, secondo Antonio D’Avino, presidente nazionale della Federazione italiana medici pediatri (Fimp), «al di là della questione tecnica dell’estraneità della materia rispetto al contenuto del decreto, preme sottolineare la totale assenza di dati scientifici a supporto della revoca dei vaccini obbligatori per i minori. I vaccini - ha dichiarato D’Avino - sono farmaci sicuri ed efficaci, essenziali per proteggere chi è più fragile da malattie infettive pericolose e in grado di provocare vere e proprie epidemie, come avviene per il morbillo che ogni anno colpisce migliaia di bambini, con conseguenze importanti sulla loro salute e anche sul Servizio sanitario nazionale. La Federazione italiana medici pediatri - ha concluso il presidente - ribadisce la totale contrarietà rispetto a quanto ipotizzato, sottolineando la validità dei vaccini quale strumento fondamentale di sanità pubblica per proteggere i bambini, gli adolescenti, gli anziani e l’intera comunità». Si tratta dello stesso D’Avino che, ancora a ottobre 2022, dichiarava che «per far aumentare le vaccinazioni anticovid dei bambini occorrerà che aumentino i casi, ovvero che si inneschi un po' di paura nei genitori». È questo, insomma, il metodo che furoreggia nella comunità scientifica: il terrore. Un metodo che a quanto pare porta risultati incoraggianti: la comunicazione sanitaria à la D’Avino ha fruttato alla Fimp 307.917 euro nel 2019 da Pfizer, Angelini (Tachipirina) e Gsk-Glaxo, saliti a 466.976 euro nel 2020 e altri 652.140 nel 2021 (l’anno della campagna vaccinale dei bambini) grazie anche ai contributi di Sanofi; ancora nel 2022, Pfizer ha concesso alla Fimp altri 121.800 euro.Incartato sul binomio «vaccino sì-vaccino no» anche Pier Luigi Lopalco, consigliere regionale piddino in Puglia, ex assessore alla sanità e, durante la pandemia, consigliere scientifico del governatore Michele Emiliano: «La sospensione dell’obbligo potrebbe causare danni enormi, facendo passare il principio che le vaccinazioni dell’infanzia non sono più importanti». Eppure, i dati ufficiali testimoniano esattamente il contrario: già dalla fine dello scorso anno - con obbligo vigente in molti Paesi - si è registrato in tutto il mondo un calo significativo della fiducia nei vaccini, e oltreoceano, i Cdc americani stanno riscontrando una riduzione nelle vaccinazioni pediatriche di routine. È bastato imporre vaccinazioni non essenziali ai bambini, quelle anti covid, che la reazione delle famiglie non si è fatta attendere: sfiducia crescente. L’obbligo e la coercizione, insomma, sono lontani dall’essere gli strumenti più indicati. Nella trappola mediatica «vaccino sì-vaccino no» ci sono caduti tutti, però, e il coro, dagli infettivologi ai pediatri, è unanime: «Le vaccinazioni sono fondamentali per la salvaguardia dei più piccoli» dicono. Peccato che l’emendamento Borghi non riguardi le dosi, ma l’obbligo. «Quella di Borghi è stata una proposta scellerata - ha dichiarato Matteo Bassetti - atta a colpire la salute dei più deboli: i bambini». Linea condivisa anche dall’epidemiologo Massimo Ciccozzi che all’AdnKronos ha dichiarato: «I vaccini sono uno strumento di prevenzione di sanità pubblica». Il pediatra Italo Farnetani, professore ordinario di Pediatria dell’Università Ludes-United Campus of Malta, ha scomodato nientemeno che la Costituzione italiana a supporto della sua tesi: «Abolendo l’obbligo, verrebbe calpestato anche l’articolo 32. Anziché garantire il diritto alla salute si lascerebbero le persone indifese da una malattia potenzialmente (sic) grave e letale». Il metodo del terrore, insomma, ha fatto scuola, anche se una piccola breccia si è aperta.