Aziende

Il fatturato di BF fa un balzo a 3 miliardi
Federico Vecchioni (imagoeconomica)
Il gruppo di Federico Vecchioni, leader nel settore agroindustriale, raddoppia il valore della produzione grazie all’acquisto per 220 milioni della Fratelli Martini, azienda che realizza mangimi per animali e carne. Rilevato l’intero capitale, closing entro il prossimo maggio.

Con l’acquisto della Fratelli Martini, il gruppo BF spa raddoppia quasi il giro d’affari avvicinandosi ai tre miliardi di fatturato l’anno. Il calcolo è presto fatto: il gruppo guidato dall’ad Federico Vecchioni a fine 2024 aveva messo a segno un valore della produzione di 1,5 miliardi, risultato che, se unito a quello della F.lli Martini di 1,2 miliardi, porta il totale del gruppo a 2,7 miliardi di euro. Si tratta a tutti gli effetti di una tra le più importanti operazioni nell’agroindustria negli ultimi dieci anni.

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Il deficit commerciale con Pechino tocca i 73 miliardi nei primi dieci mesi dell’anno. L’industria (divisa) chiede tutele, ma Merz dovrebbe stravolgere il modello tedesco.

Ogni stagione ha il suo «Fate presto!». Questa volta, l’esortazione non è rivolta all’Italia ma alla Germania, e non per tagliare il debito pubblico bensì per tagliare i legami con la Cina. Il lamento degli industriali tedeschi, sempre più in difficoltà di fronte alla potenza industriale cinese, risuona potente nei corridoi della cancelleria di Berlino.

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«Vendiamo missili nel mondo con tecnologia made in Italy»
Lorenzo Mariani (Ansa)
L’ad di Mbda Italia Lorenzo Mariani: «Investire nella difesa porta sicurezza ma anche benessere, i nostri fornitori sono all’80% pmi tricolori. In cinque anni abbiamo raddoppiato i dipendenti».

Lorenzo Mariani è l’amministratore delegato di Mbda Italia, con sede principale a Roma, impegnata nella progettazione e realizzazione di sistemi missilistici con applicazioni terresti, aeree e navali. L’azienda è parte integrante della joint venture europea Mbda. Il numero di addetti, raddoppiato negli ultimi cinque anni, sta per raggiungere circa 3.000 unità. L’eccellenza tecnologica e la collaborazione con le università ne fanno una realtà strategica non solo per il settore della sicurezza e della difesa, ma anche per sistema economico nazionale.

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  • Video del nipote dell’Avvocato: «Società fuori dal mercato». L’offerta di Tether (1,2 miliardi) è troppo bassa per il cda.
  • Jaki sembra un re Mida al contrario: uccide ciò che tocca ma rimane ricco. Il rampollo sbaglia però si consola con la liquidità delle cessioni: 4 miliardi al 2025.

Lo speciale contiene due articoli.

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Il banchiere si ribella: non c’è solo la guerra...
Carlo Messina all'inaugurazione dell'Anno Accademico della Luiss (Ansa)
Messina, numero uno di Intesa, parla agli studenti: «Se il conflitto diventa l’unico tema si perde il contatto con la realtà. Invece in Europa i rischi veri arrivano da povertà e disuguaglianza, non da un evento bellico che è una minaccia solo potenziale».

«Se la guerra diventa l’unico tema si perde il contatto con la realtà». Parla agli studenti e pensa all’Europa, Carlo Messina all’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università Luiss a Roma. Davanti alla classe dirigente del futuro, il ceo di Banca Intesa decide di abbandonare grafici e coefficienti, di tenersi in tasca proiezioni e citazioni da banker stile Wall Street per mettere il dito nella piaga di un’Unione Europea votata ottusamente al riarmo fine a se stesso. «La difesa è indispensabile, ma è possibile che la priorità di quelli che ci governano sia affrontare tutti i giorni il tema di come reagire alla minaccia di una guerra?».

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