
Le analisi sembrerebbero smentire la versione fornita dal tabaccaio di Ivrea: nessuna colluttazione, l'uomo avrebbe sparato dal balcone la pallottola che ha raggiunto il moldavo, forse alle spalle. Prudente il pm: «Dobbiamo ancora trovare i proiettili».I risultati dell'autopsia, se presi da soli, forniscono delle indicazioni investigative in contrasto con la prima ricostruzione dei fatti. Il tabaccaio di Pavone Canavese, alle porte del quartiere San Bernardo di Ivrea, che nella notte tra giovedì e venerdì scorso ha sparato a Ion Stavila, 24 anni, moldavo, incensurato, uccidendolo, non sarebbe sceso in cortile durante il furto. Ma avrebbe sparato dal balcone di casa. Il colpo che ha raggiunto il moldavo alle spalle, infatti, stando alla consulenza medico legale eseguita ieri mattina nell'obitorio dell'ospedale di Strambino dal medico legale Roberto Testi, avrebbe trafitto la vittima dall'alto verso il besso. Un dato che potrebbe riaprire completamente il caso e permettere una lettura diametralmente opposta a quella iniziale. Il tabaccaio Marcellino Franco Iachi Bonvin, che aveva invocato la legittima difesa, fornendo la sua ricostruzione dei fatti agli investigatori, aveva anche parlato di una colluttazione. Che, a quanto pare, non ci sarebbe stata. E la ferita sul petto del moldavo, ritiene l'anatomopatologo, non sarebbe il foro di ingresso, ma quello d'uscita del proiettile. Ancora da stabilire anche se il ladro sarebbe stato colpito mentre si trovava sul marciapiede, proprio dove la polizia ha trovato il cadavere. Il tabaccaio è indagato per eccesso colposo di legittima difesa e nei prossimi giorni sarà di nuovo ascoltato dal procuratore di Ivrea Giuseppe Ferrando, che invita alla prudenza: «Dobbiamo ancora confrontare l'esito dell'autopsia con la perizia balistica. E, soprattutto, dobbiamo trovare ancora i proiettili». Che non sono stati repertati. La polizia Scientifica, infatti, è tornata più volte nel cortile della tabaccheria, ma dei colpi non c'è traccia.«L'autopsia», ha spiegato il magistrato ai cronisti, «ha accertato che l'uomo è stato colpito da un unico colpo trapassante al cuore, dal lato destro». Il procuratore ci va piano anche sulle prime indicazioni fornite ieri mattina del medico legale: «Non sappiamo ancora con esattezza quale sia il foro di ingresso e quale quello di uscita del proiettile». Insomma, è presto per dare come completamente smentita la versione del tabaccaio. Ma gli approfondimenti sono in corso. Perché qualcosa non quadra. Nella pistola, un Revolver 357, sono stati trovati sette bossoli, ma in giro non c'era neppure un'ogiva. E, per questo, il procuratore si esprime con prudenza anche sul luogo in cui il moldavo è stato colpito dal proiettile. «È possibile», dice, «che non sia crollato sul posto, quando è stato colpito, ma che abbia fatto ancora alcuni passi». Questo spiegherebbe, quindi, perché il giovane è stato trovato in strada, a pochi passi dalla tabaccheria. Saranno anche le analisi della posizione delle macchie di sangue lasciate dal cadavere a fornire un altro tassello utile alla ricostruzione dei fatti.La prima versione arrivata ai magistrati era questa: tre ladri incappucciati e armati di un piede di porco, sono arrivati con un furgone bianco. Sono entrati in cortile e hanno forzato una delle porte laterali del negozio. E quando hanno cercato di prendere una macchinetta scambiamonete è suonato l'allarme. Bonvin, che in passato aveva già subito numerosi furti e qualche rapina, sentiti i rumori, aveva preso la sua pistola, regolarmente detenuta, e inseguito i tre sparando a ripetizione per metterli in fuga. I ladri avevano già caricato sul furgone la scambiamonete con 2.000 euro all'interno. Stando alla prima versione, dopo urla e minacce, ci sarebbe stata a quel punto anche una colluttazione. L'uomo è stato comunque iscritto subito sul registro degli indagati, perché è a discrezione del magistrato stabilire la proporzionalità della difesa rispetto all'offesa. La nuova legge sulla legittima difesa è stata approvata a fine marzo in via definitiva e viene applicata quando una persona «compie un atto per respingere l'intrusione posta in essere con violenza o minaccia di uso di armi o di altri mezzi di coazione fisica, da parte di una o più persone». I magistrati dovranno quindi cercare di accertare se l'atto del tabaccaio rientri nella fattispecie prevista dalla riforma. Per sgombrare il campo da equivoci in Procura invitano a stare ai fatti. E Ferrando aggiunge: «Smentisco alcune ricostruzioni giornalistiche e posso solo confermare che dall'autopsia è emerso che non ci sono proiettili trattenuti». Il resto è ancora tutto da provare.
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