2023-03-09
Se non paghi le rate dell’auto «connessa» quella torna da sola dal concessionario
Ford brevetta un sistema per punire i morosi: limiti ai servizi e «pignoramento» autonomo. Addio al concetto di proprietà.Una notizia così dovrebbe essere data il 1° aprile, invece lo facciamo oggi perché, se non ci fosse da piangere, ci sarebbe da ridere parecchio. Ford nel febbraio scorso ha registrato un brevetto curioso, ovvero un sistema che limiterà l’utilizzo di una futura vettura di sua costruzione qualora non vengano pagate le rate del finanziamento o del noleggio, e che prevede anche che la rete vendita rientri in possesso del veicolo senza l’intervento diretto del carro attrezzi. Si chiama «Systems and Methods to Repossess a Vehicle» e, qualora non risultino saldati i canoni da pagare, un automobilista moroso potrebbe vedersi dapprima limitare i servizi di bordo, come climatizzatore, radio o navigatore, quindi gli spostamenti, fino a trovare la macchina bloccata oppure, in un futuro con guida autonoma ormai collaudata, non trovarla più dove l’ha lasciata perché si è mossa da sola e ha raggiunto il punto di raccolta più vicino. In pratica si sarà restituita al concessionario. C’è da chiedersi, a questo punto, se saranno previsti condizionamenti alla libertà personale come il blocco delle serrature per impedire al debitore di uscire finché non viene raggiunto dal personale del recupero crediti... Ma soprattutto chiediamoci se legalmente questo sistema potrà essere accettato in tutte le nazioni nelle quali l’autovettura verrà commercializzata. Su tutto c’è però un limite tecnologico invalicabile: senza una connessione Internet nulla di tutto questo potrebbe funzionare. E fino a quando sarà una sim telefonica a connettersi le contromisure potranno essere semplici, più difficile sarà in caso di collegamento via satellite. E poi c’è il limite dell’illegalità: entro breve tempo, giocoforza si troveranno sul Web i software per aggirare le limitazioni e a qualcuno converrà pagare un hacker per ritrovare un minimo di libertà. La faccenda si aggraverebbe ancora qualora in caso di morosità venissero avvisate anche le forze dell’ordine, oppure - spauracchio - qualora i sensori di bordo riscontrassero stanchezza o problemi fisici e, oltre che fermare il veicolo, il computer avvertisse pure il medico. E addio patente. Pare che Ford abbia presentato anche una funzione in base alla quale, in caso di mancato pagamento delle rate, l’auto potrà consentire al conducente di raggiungere comunque il posto di lavoro e di muoversi, ma soltanto nei giorni feriali. Su come il grande fratello dell’automobile potrà conoscere i turni di lavoro delle persone abbiamo qualche sospetto, stante che non è la prima volta che tra società che controllano i servizi a pagamento e quelle che dirigono i social network avviene uno scambio dati rigorosamente dato per «anonimo». Come dimostra la tabella, sono innumerevoli i dati a cui hanno già accesso le auto connesse. Tutto questo senza ancora aver ipotizzato che a inquadrare l’automobilista, il percorso e il paesaggio circostante non ci sia una serie di telecamere inizialmente usate per fornire la visuale a 360 gradi di ciò che circonda il mezzo: ma poi si sa, l’appetito (di soldi) viene incassando e il gioco è fatto, se non paghi la tua vita di automobilista diventa difficile, un po’ come quella di Will Smith nel film Nemico pubblico, inquietante thriller d’epoca post analogica nel quale ancora non c’era troppa intelligenza artificiale a competere con l’umanità. Ma state tranquilli - si fa per dire - se dovete andare al pronto soccorso nessuna limitazione, mentre ancora non è dato sapere se dare un passaggio a un’amica affettuosa sia considerato dall’automobile comportamento passibile di censura. Tanto, come confermano i ragazzi della generazione Millennials, la camporella è ormai roba da boomer. Occhio però: al primo avviso di morosità non succederà nulla, mentre già al secondo i finestrini elettrici potrebbero non aprirsi più, e in quel caso dare spiegazioni potrebbe rivelarsi imbarazzante. Più seriamente, il brevetto depositato da Ford con il numero 2023/055958-A1 del 23 febbraio scorso è un esempio di come il sistema finanziario globale aggredisce la proprietà privata, dapprima convincendoci che non è più necessario possedere una vettura per disporne e poi tutelandosi invadendo ogni sfera personale impedendoci di fruirne. L’unica tranquillità che abbiamo è che oggi in Europa ci sono ancora leggi che impediscono di attuare molti di questi sistemi, seppure sia già concreto il rischio che una vettura autoaggiorni il suo software - lo fa Tesla - anche se non ancora bloccandosi temporaneamente. Qualche dubbio, tuttavia rimane: e se l’auto fosse chiusa dentro a un garage la cui saracinesca non fa parte della domotica di casa? Difficilmente da sola potrebbe muoversi. Invece, se anche la serranda fosse connessa al wifi di casa addio automobile, scenderemmo in garage e non la troveremmo più al suo posto. La notifica naturalmente arriverebbe sullo smartphone. Chissà perché c’è chi già non si fida più neppure della chiusura centralizzata, mentre alcuni di voi lettori, ne siamo certi, staranno già rivalutando i vantaggi di un’automobile sulla quale per ora si litiga soltanto per la connessione del telefonino al Bluetooh di bordo.