2021-08-29
Aumenta la tensione e da settembre rischiamo la paralisi
I contrari all'obbligo di foglio verde minacciano il blocco dei treni. Intanto, mentre montano caos e allarmi, ricoveri e casi scendono.Quando si passa l'estate a mischiare scienza e ideologia e a dividere maniacalmente i cittadini in «sani» e «malati», «responsabili» e «untori» non ci si dovrebbe stupire se poi in autunno le tensioni esplodono e si traducono in un conflitto permanente. Mentre la battaglia parlamentare sul certificato verde inizierà il 6 agosto, quando l'Aula inizierà a discutere i già 1.300 emendamenti al decreto green pass da convertire in legge, la minaccia dello scontro sociale si concretizzerà prima: l'1 settembre. Da inizio mese, infatti, il certificato sarà obbligatorio anche per i trasporti. In particolare, per quanto riguarda i treni, per gli Intercity, Intercity Notte e l'Alta Velocità, ovvero tutte le Frecce di Trenitalia e Italo. In tutte le stazioni sono già partiti gli annunci: per viaggiare sarà necessario il certificato, da esibire insieme al biglietto al controllore. Chi non sarà trovato in regola sarà invitato a scendere alla prima stazione utile, prima sarà però spostato in uno spazio isolato, appositamente adibito sul treno. Linee guida severe che hanno determinato la contromossa dei contestatori: ieri è stato annunciato infatti un blocco delle stazioni ferroviarie in 54 città. «Non ci fanno partire con il treno senza il passaporto schiavitù? Allora non partirà nessuno», si legge sulla chat Telegram da oltre 38.000 iscritti «Basta dittatura» dove fino a ora sono state organizzate le manifestazioni dei contrari al green pass; l'incontro tra i manifestanti è previsto alle 14,30 davanti alle stazioni indicate: «alle 15 si entra e si resta fino a sera», si legge. Il sit-in coinvolgerà stazioni da Nord a sud, tra le quali anche Genova, Roma, Bologna, Torino e Milano. Pur non conoscendo l'entità della partecipazione collettiva, il rischio di paralisi è concreto. Se effettivamente la circolazione ferroviaria dovesse subire blocchi o rallentamenti il maggior disagio ricadrebbe sulle migliaia di passeggeri impossibilitati a partire e i disordini sarebbero inevitabili. «Si tratta di una protesta di una violenza inaudita, che creerà enormi danni a chi utilizza il treno per andare a lavoro o a chi si sposta con il trasporto ferroviario per rientrare dalle vacanze estive» scrive il presidente di Assoutenti, Furio Truzzi, che avverte, «siamo pronti a denunciare penalmente chiunque bloccherà le stazioni ferroviarie». Dura anche la reazione della senatrice forzista Anna Maria Bernini: «La minaccia è gravissima, un tentativo di sabotaggio alla civile convivenza in nome della libertà di contagiare, che il Viminale ha il dovere di non sottovalutare pianificando da subito contromisure severe. Non può esserci alcuna comprensione per chi dolosamente mette a repentaglio la salute pubblica». L'interruzione di pubblico servizio è un reato che, in questo caso particolarmente, potrebbe danneggiare famiglie e ignari cittadini alle prese con i propri impegni più svariati e urgenti e, soprattutto, privi di ogni responsabilità per i troppi paradossi del green pass e per la limitazione delle libertà in atto. Se certamente non giustificabile, l'annuncio e organizzazione di una dimostrazione tanto plateale era del tutto prevedibile. Così come le tensioni che si creeranno nel mondo della scuola: già dal primo giorno è stato indetto uno sciopero dal sindacato Anief che rischia di ostacolare il rientro a scuola dei ragazzi appena suonata la campanella. L'introduzione del certificato verde, che altro non è che un obbligo vaccinale surrettizio stracolmo di cortocircuiti, è stata infatti accompagnata dalla retorica tossica della caccia al capro espiatorio. In questo caso i «no vax» tout court ma anche chiunque abbia espresso legittimi dubbi sulla profilassi o sul green pass. La campagna vaccinale rallenta? Colpa dei no vax. I contagi aumentano? Colpa di chi è in vacanza anziché in fila all'hub. Qualcuno ventila l'ipotesi di prossime chiusure? Colpa di chi protesta contro il foglio verde. Allarmi che, oltre che ridicoli e dal solo intento dileggiatorio, fanno a pugni con la realtà. Basti vedere i dati di ieri: i nuovi casi sono stati 6.860, con un tasso di positività sceso al 2,33%, ricoveri ordinari in calo e terapie intensive stabili. Mentre la tensione sale, i numeri scendono. E mentre non cessa la pressione dei pasdaran del vaccino, che non vedono l'ora di avere la terza dose, lo stesso commissario all'emergenza Figliuolo rivela che il 90% del personale scolastico è vaccinato. Ciononostante, non si contano gli allarmi sui pericoli della ripresa delle lezioni in presenza, per colpa ovviamente dei docenti non vaccinati e non dei trasporti rimasti inadeguati e delle classi pollaio. Docenti che vedranno il proprio stipendio decurtato e verranno sospesi dal lavoro se non avranno il green pass. Così come i sanitari. Il tutto condito da mesi di dichiarazioni allucinanti da parte soprattutto della bolla progressista, sposata alla causa del dogma vaccinale. Chi ha applaudito ridacchiando alle dichiarazioni di Burioni che ha chiamato «sorci chiusi in casa» i privi di pass, o a quelle della virologa Capua, favorevole al rimborso delle cure mediche da parte dei ricoverati non immunizzati, può davvero stupirsi di azioni plateali come quella annunciata per mercoledì?