2022-05-14
Attuano il ddl Zan senza che sia legge e a scuola parlano di trans e omofobia
Una circolare del ministero dell’Istruzione fissa per martedì 17 la discussione di temi Lgbt in classe. Ma i genitori non lo sanno.Serve davvero approvare il ddl Zan? Il dubbio è lecito dato che, legge o non legge, in Italia le istituzioni si muovono già come se la norma fosse in vigore. Se n’è avuta conferma, in queste ore, con la diffusione di una circolare del ministero dell’Istruzione che, in vista della Giornata internazionale contro l’omofobia, ha chiesto all’intero comparto scolastico di dedicarvi ampio spazio. «In occasione del 17 maggio e della Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia, nonché contro ogni forma di atteggiamento pregiudiziale basato sull’orientamento sessuale», recita infatti il documento, «i docenti e le scuole di ogni grado, nell’ambito della propria autonomia didattica ed organizzativa, sono invitati a creare occasioni di approfondimento con i propri studenti sui temi legati alle discriminazioni, al rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali».Sbalorditiva la somiglianza col testo della norma di Alessandro Zan che, all’articolo 7, a proposito proprio della «Giornata nazionale contro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia», e «al fine di promuovere la cultura del rispetto e dell’inclusione nonché di contra stare i pregiudizi, le discriminazioni», prevede iniziative «per le scuole di ogni ordine e grado». Quasi un copia e incolla. La circolare arcobaleno del ministero dell’Istruzione reca la firma del direttore generale, Maria Assunta Palermo, ma non quella di chi guida il dicastero, Patrizio Bianchi. Un’assenza che nulla toglie alla gravità del provvedimento, anzi. E molti, in Parlamento, adesso vogliono vederci chiaro. Tra questi, in prima fila, c’è il leghista Simone Pillon.«Anzitutto, rilevo come nella circolare i genitori non siano stati coinvolti in nessun modo», spiega il senatore alla Verità, «quando, invece, sappiamo che sia la cosiddetta legge sulla buona scuola, sia le successive circolari interpretative, lo prevedevano. Quindi, abbiamo un problema di violazione della norma. E non è poco». Una criticità che non è affatto l’unica: c’è pure quella legata alla libertà delle famiglie, titolari del primato educativo sui loro figli, i quali settimana prossima rischiano, però, d’essere esposti a contenuti troppo delicati per essere appaltati alla scuola.«Se a un bambino di prima elementare dico che si festeggia la giornata della transfobia», fa notare Pillon, «devo per forza di cose prima spiegargli chi è il trans e cosa fa nella vita; e quindi vado a toccare argomenti delicatissimi come l’educazione sessuale dei bambini, senza che le famiglie siano preventivamente coinvolte e informate, e possano decidere se concordare o meno con quei contenuti oppure se, invece, tenere a casa i figli. Tutto questo è indubbiamente pericoloso». Il senatore della Lega considera la circolare del ministero dell’Istruzione, sostanzialmente, un colpo di mano («attua il ddl Zan senza che il ddl Zan sia stato approvato») ed ora vuole andare fino in fondo.«Ho già annunciato che depositerò una interrogazione parlamentare», dice ancora alla Verità, «perché voglio capire se il ministro fosse a conoscenza di questa cosa, che non è firmata da lui ma dal direttore generale. E se ne era a conoscenza, che si prenda la responsabilità politica di aver violato la normativa vigente, che prevede che qualunque tipo di contenuto sensibile, dal punto di vista educativo, debba essere oggetto di consenso informato». Il ministro Bianchi è avvertito. Nel frattempo, in vista di martedì prossimo, il senatore leghista esorta le famiglie alla sorveglianza proattiva: «Invito tutti genitori a fare attenzione rispetto a ciò che verrà fatto, dato che siamo ancora in tempo, a chiedere informazioni e a segnalare tutto alle associazioni di riferimento. Ogni abuso dovrà essere attentamente indagato».La determinazione di Pillon deriva anche dal fatto che la partita sulla bioetica, in Parlamento, non si gioca solo sull’agenda Lgbt e sul ddl Zan, «ripresentato solo come bandierina elettorale». C’è il tema della droga, rispetto al quale, dice ancora Pillon, «è vergognoso il tentativo che viene portato avanti dal M5s, in particolare al Senato, di tentare di fermare il ddl Romeo che vuole limitare la diffusione di qualunque droga e aumentare le pene e la prevenzione». E poi c’è il fine vita, con il testo sul suicidio assistito che, arrivato a Palazzo Madama, ha proprio in Pillon il suo relatore. A tale proposito, egli assicura di voler vigilare «con attenzione perché non passi la cultura dello scarto e perché siano sempre garantite a tutti le cure necessarie anche agli anziani, anche alle persone con disabilità: tutti sempre devono sempre contare su tutte le cure necessarie».«Io sono contro l’accanimento terapeutico, ma pure contro l’abbandono terapeutico», aggiunge ancora il senatore. Una posizione pro life, la sua, che dovrebbe essere ben radicata nella Lega, se si pensa a quanto ebbe a dichiarare Matteo Salvini nel settembre 2019: «Sono e resto contrario al suicidio di Stato». Pillon trae forza, nelle sue battaglie, dalla convinzione che oggi è «sui temi valoriali che si costruisce la differenza tra noi, forze conservatrici, e le forze liberal di sinistra, che portano avanti un’agenda Lgbt e antiumana. Dagli Usa stanno arrivando segnali chiarissimi al riguardo, con la discussione sul rovesciamento della Roe vs Wade» che rese legale, a livello federale, il diritto all’aborto per la donna come libera scelta personale. Il punto è che negli States si parla di rivedere sentenze storiche, in Italia si attuano leggi che ancora tali non sono. Una bella differenza.
Jose Mourinho (Getty Images)