2018-06-06
Attenti a quello che diciamo con i figli. Le parole influenzano il loro destino
Abbiamo tutti la passione dell'iperbole vittimista e non ci rendiamo conto dei valori negativi che infondiamo. Dobbiamo comunicare che la vita è un dono e degna di essere vissuta, nonostante i problemi da affrontare.La comunicazione include verbale e non verbale. La comunicazione verbale è costituita dalle parole ed è decifrata dall'emisfero sinistro. La comunicazione non verbale è decifrata dall'emisfero destro: il tono di voce, la postura, lo sguardo, le espressioni del viso. Tutto è comunicazione. Il vestiario è comunicazione, il mobilio che rende uno studio medico accogliente o gelido, o peggio ancora sudicio e caotico, l'ordine che rende una casa piacevole e sgradevolmente fredda, il disordine allegro o respingente di altre, la qualità dei dolcetti e del tè che ho offerto o non offerto, i fiori che ho mandato o non mandato.Ogni comunicazione è un grappolo, non un singolo acino. Se i nostri figli adolescenti si chiudono nelle loro stanze e giocherellano con l'idea del suicidio, cominciamo a chiederci quale sia il tipo di messaggio che involontariamente abbiamo fatto cadere sulle loro teste per anni? Tutte le volte che, tornando a casa, abbiamo messo la spesa sul tavolo e abbiamo detto che è indecente, un furto, uno schifo che le arance siano a 2 euro e siano pure brutte, le cose comunicate sono state molte: le arance sono care; la vita è ingiusta e non vale la pena di essere vissuta; tutti sono malvagi e, appena possibile, ti fregheranno. Mamma odia fare la spesa: se non avesse avuto figli, sarebbe probabilmente più libera e più contenta, i figli-figlie, in fondo, per lei sono un peso.A volte noi parliamo tanto per parlare, non crediamo neanche veramente a quello che diciamo, abbiamo tutti la passione dell'iperbole vittimista, è la base della comunicazione postmoderna, e non ci rendiamo conto che i bambini prendono tutto alla lettera. Nella sua autobiografia, Sorpreso dalla gioia, Clive S. Lewis ricorda che il padre, quando gli affari andavano meno bene di quanto avrebbe voluto, si sfogava con i due figli dicendo che sarebbero finiti a dormire sotto i ponti. I bambini, che avevano perso da poco la madre uccisa dal cancro, passavano notti infinite e insonni con gli occhi sbarrati nel buio a vedersi laceri e disperati, dispersi nella miseria più assoluta, a trascinarsi nell'inverno irlandese.Le arance erano care e brutte, però le abbiamo comprate, questo vuol dire che alla fine è stato comunque un vantaggio trovarle. Cominciamo a essere grati di poter trovare le arance. Non è sempre stato così: nei tempi precedenti al nostro, se l'inverno durava troppo, cominciavano i segni di scorbuto. Mia sorella maggiore ha avuto lo scorbuto. I miei amici istriani hanno visto i segni dello scorbuto sui faccini scheletrici dei loro bambini, nella miseria assoluta, la mancanza di tutto che li ha flagellati durante la terribile guerra che ha spappolato l'ex Iugoslavia. Le nostre arance, secondo noi troppo care, sono un dono e una benedizione.Guardate che belle arance ha comprato la mamma. Chi vuole una spremuta? La spremuta di arance diminuisce il rischio di avere il raffreddore. Questa frase vuol dire: la vita è bella, ricca, degna di essere vissuta, io vi voglio bene, le arance sono un tale dono che salveranno la vostra salute: grazie al meccanismo dell'effetto placebo, la spremuta d'arancia diventa un vero presidio terapeutico e abbiamo risparmiato aspirina, tachipirina, antibiotico e cortisone.Attenzione alla nostra comunicazione. Se guardiamo il telegiornale insieme ai nostri figli, attenzione ai commenti.Frasi come «È tutto uno schifo» «Ma tanto, poi figurati, è tutto uguale», se in regolare stillicidio sulla testa dei vostri figli, potrebbero essere un importante incoraggiamento a intraprendere la difficilissima carriera del fallito: si tratta di una carriera del tutto innaturale, perché il nostro istinto ci spinge a batterci e affermarci. Per essere un fallito di qualità appena passabile, occorre aver subito un addestramento ininterrotto e cominciato in tenera età. Se tutto fa schifo, se i giochi in realtà sono già stati fatti, perché battersi? Perché anche solo iniziare il percorso?Ricordiamoci di segnalare, in continuazione, ai nostri figli, la verità. La verità è questa: i media fanno vedere l'eccezione, non la norma, perché la norma, essendo appunto normale, non fa notizia. I media fanno vedere solo il male, perché il male è l'eccezione e non fanno vedere il bene, perché è la norma. Il telegiornale fa vedere la minoranza di persone che hanno fatto la rapina, non l'infinita maggioranza che non l'ha fatta. Tutti mostrano l'incidente aereo. Chi segnala la piccola notizia comparsa per la prima volta nel 2007: due anni filati senza nemmeno un incidente aereo? Chi segnala che la sicurezza aerea è aumentata a dismisura negli ultimi anni?La verità ce la dicono i numeri. Per tutta la storia dell'umanità coloro che non soffrivano la fame sono stati meno numerosi di quelli che la soffrivano, oggi questo si è invertito. Su 7 miliardi di esseri umani, 6 mangiano regolarmente. Se calcolate il numero di esseri umani coinvolti in guerre e la loro percentuale sul totale, scoprirete che questa è l'epoca meno violenta dall'inizio della storia. Non esiste più il vaiolo, la mamma di Cecilia non dovrà più mettere la sua bambina sul carro dei monatti. Ci sono altri problemi, certo, e ci sono uomini di buona volontà che questi problemi li affronteranno. Non ci hanno promesso un mondo perfetto, ci hanno promesso un mondo per cui valga la pena battersi: il nostro lo è.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)