2020-10-30
Assalto armato ai cristiani. Fedeli decapitati in chiesa e attacchi in mezza Francia
Uccise tre persone nella basilica di Nizza. Attentati a Lione, Avignone, Parigi e Gedda. Domenica era scattata l'allerta: «Pericolo di guerra santa contro i luoghi di culto».A Strasburgo, a Mulhouse, a La Rochelle, a Parigi, in tutta la Francia, ieri, alle ore 15, le campane delle chiese hanno suonato in segno di lutto e dolore, al termine di una mattinata di guerra di religione generalizzata contro la Francia. Almeno cinque gravi episodi di terrorismo islamico hanno di nuovo colpito l'Esagono, quattro in patria e uno al consolato di Gedda, in Arabia Saudita. L'attacco di gran lunga più grave è avvenuto a Nizza: tre persone sono state uccise nella chiesa di Notre-Dame, intorno alle nove del mattino. Una donna è stata decapitata, un uomo sgozzato, una terza vittima è morta per le ferite riportate. C'è poi un ferito grave, colpito sul sagrato antistante il luogo di culto. L'assalitore, ferito dalle forze speciali intervenute sul posto, è stato fermato e portato in ospedale. Si tratta di Brahim Aoussaoui, nato in Tunisia il 29 marzo 1999. Uno dei tanti nordafricani ad aver giovato delle porte girevoli italiane a Lampedusa. L'uomo ha agito da solo e ha rivendicato l'attacco. Ha inoltre continuato a urlare «Allah Akbar» mentre i soccorsi lo stavano portando in ospedale. Le tre vittime sono una donna di circa 70 anni, venuta a pregare nella basilica di mattina presto e ritrovata presso l'acquasantiera «quasi interamente decapitata», secondo quanto testimoniato da una fonte di polizia. C'è poi Vincent L., il sagrestano, di circa 45 anni, un laico padre di due bambine. Un uomo descritto dai fedeli come «calmo e devoto», che «dedicava tutta la sua vita a servire la Chiesa». La terza vittima è un'altra donna, di circa 30 anni, colpita da più coltellate. Dopo essersi liberata dalle grinfie del terrorista, è fuggita in un bar vicino al luogo sacro. Qui è spirata, non prima di aver detto ai presenti «dite alla mia famiglia che la amo». A dir poco costernante la reazione del sindaco di Nizza, Christian Estrosi, che nell'impossibilità di accusare senza reticenze l'islam radicale ha ripescato dal frasario orwelliano di questi tempi la fumosa etichetta di «islamofascismo». Ma, come detto, il caso di Nizza non sembra isolato. Sempre ieri mattina, un uomo armato di coltello e inneggiante ad Allah avrebbe tentato di attaccare gli agenti di polizia per strada intorno alle 11.15, ad Avignone. L'uomo è stato freddato dalle forze di polizia. C'è però un giallo perché, secondo alcuni media, la persona uccisa dagli agenti sarebbe uno squilibrato autoproclamatosi militante identitario che stava litigando con un commerciante magrebino. Paura anche a Lione, dove la polizia è dovuta intervenire due volte: verso le 11, una persona alterata è stata fermata mentre minacciava un attacco in strada. In una seconda circostanza, un afghano armato di un coltello di 30 centimetri e già segnalato alle autorità è stato bloccato in strada. A Sartrouville, comune situato nel dipartimento degli Yvelines, nella regione dell'Île-de-France, la polizia ha inoltre fermato un altro individuo che, secondo Le Parisien, «si apprestava visibilmente a commettere un attentato». L'uomo avrebbe dichiarato al padre di voler «fare come a Nizza». Sarebbe stato proprio il genitore ad avvertire le forze dell'ordine, che hanno fermato l'aspirante terrorista in macchina, trovandogli addosso un coltello. Infine a Gedda, seconda città dell'Arabia Saudita, una guardia del consolato francese è stata accoltellata da un saudita: è ferita ma non in gravi condizioni. Dopo questa mattinata di follia omicida, il livello di sicurezza della Francia è stato portata al grado «urgence attentat» su tutto il territorio nazionale. In giornata, Emmanuel Macron si è recato a Nizza, dove ha parlato di un «attacco terroristico islamista» e ha portato «il sostegno della nazione ai cattolici, di Francia e di ovunque»: «Dopo l'assassinio di padre Hamel, nell'estate del 2016, sono di nuovo i cattolici a essere attaccati nel nostro Paese». Macron ha aggiunto che «la nazione tutta intera è al loro fianco e si impegnerà affinché la religione possa continuare a essere esercitata liberamente nel nostro Paese». Il presidente transalpino ha annunciato che i militari impegnati nell'operazione Sentinelle, per il pattugliamento del territorio, passeranno da 3.000 a 7.000. Nelle scorse settimane, gli appelli a colpire la Francia si erano moltiplicati in rete, l'ultimo qualche giorno fa dall'agenzia Thabat, vicina ad Al Qaeda. Ed è sulla scorta di quell'appello che domenica scorsa il ministro dell'Interno, Gérald Darmanin, aveva inviato alle prefetture un telegramma riservato per allertarle contro il rischio di una «jihad individuale» verso le chiese. Sempre in questi giorni, i toni si erano fatti tesissimi fra Parigi e il presidente della Turchia Recep Tayyip Erdogan, peraltro preso di mira anche da Charlie Hebdo. Parlando al gruppo parlamentare del suo Akp, il leader turco aveva ribadito che «opporsi agli attacchi contro il nostro profeta è una questione d'onore», lanciando poi una sorta di fatwa: «Sono convinto che annegheranno nell'odio dell'islam e della Turchia che hanno alimentato. È la dimostrazione che l'Europa sta ritornando alla barbarie. Vediamo che l'odio per l'islam, i musulmani e il profeta si diffonde come un cancro tra i politici europei». Parole destinate a scatenare un incendio in terra europea. A Nizza, forse, si è vista solo la prima scintilla.