2023-02-17
L’Ue commissaria due volte lo Spazio italiano
Vittorio Colao ha affidato metà dei fondi Pnrr per l’Asi all’Agenzia europea, che ora ha bocciato la proposta di Sitael per la piattaforma di minisatelliti Platino. Pesano errori di gestione e ritardi del nostro Paese. La priorità del governo adesso è cambiare i vertici.Passano gli anni, passano i governi ma il settore aerospaziale italiano è sempre commissariato da Esa, l’Agenzia spaziale europea. Un po’ per incompetenza, un po’ per i ritardi, l’Asi, Agenzia spaziale italiana, riesce con difficoltà a portare a termine progetti e operazioni. Nelle scorse settimane Esa ha giudicato tecnicamente non valida la proposta di Sitael per il programma Platino, ovvero una serie di minisatelliti lanciata nel 2017. C’è agitazione, anche da parte dei politici, per vedere se è formulabile una nuova proposta tecnicamente valida. Ove la cosa non fosse possibile i fondi potrebbero essere di nuovo distribuiti ad aziende affidabili e a progetti più qualificati. Non è la prima volta che l’Esa entra a gamba tesa nel nostro settore aerospaziale. Nel dicembre del 2021 il comitato interministeriale per politiche relative allo spazio e alla ricerca aerospaziale (Comint) aveva approvato all’unanimità il piano del ministro Vittorio Colao di affidare all’Agenzia spaziale europea metà dei 2,4 miliardi che il Pnrr ha destinato al comparto. Era un commissariamento di fatto, che mostrava una volta di più come il governo di Mario Draghi non avesse troppa fiducia nell’Asi diretta da Giorgio Saccoccia. All’Esa sono andati così 1,2 miliardi di fondi che evidentemente in Italia non saremmo stati in gradi di gestire. Con l’insediamento del governo di Giorgia Meloni è iniziata l’attesa per un cambio di passo nel settore. E per un rinnovo proprio ai vertici dell’Agenzia spaziale italiana. Ma le nomine portate avanti da Colao lo scorso anno, per di più durante la gestione solo degli affari correnti a governo già caduto, non sono di aiuto. Così si è perso tempo nelle ultime settimane per la composizione della commissione che deve nominare il sostituto di Saccoccia. Il responsabile formale delle politiche spaziali nazionali è ancora Elena Grifoni Winters, scelta da Colao benché non abbia mai diretto alcun programma Esa, limitandosi in questi anni a coordinare la segreteria del numero uno dell’agenzia spaziale europea Joseph Aschbacher. Però in Italia è sempre possibile diventare generali pur non avendolo mai fatto prima. La Grifoni Winters siede ancora anche nel consiglio di amministrazione di Erg, l’azienda impegnata sulle fonti rinnovabili della famiglia Garrone. Sarà quindi forse anche per l’inadeguatezza dell’Asi e della Grifoni che l’Italia ha dovuto cedere anche sul programma Platino firmato nel 2017, che avrebbe dovuto valorizzare la nostra space economy. È il secondo commissariamento in meno di due anni, l’ennesimo smacco al nostro Paese. Il 19 dicembre 2017, infatti, era stato firmato il contratto fra l’Asi e un consorzio di imprese guidato da Sitael (in qualità di mandataria) con Tas Italia, Leonardo e Airbus Italia per il programma Platino, ovvero una mini piattaforma spaziale ad alta tecnologia. Il valore del contratto per lo sviluppo e la realizzazione di due piattaforme (Plt 1 e Plt 2) era di circa 70 milioni di euro . Il lancio di Plt 1 con strumento radar era previsto nella seconda metà del 2020 mentre quello di Plt 2 con strumento ottico entro il 2022. La prima data non è stata rispettata. E così il 19 giugno 2020 è stato poi firmato, alla presenza dell’allora sottosegretario Riccardo Fraccaro (elemento di spicco dei 5 stelle) e del presidente Saccoccia, un nuovo accordo di collaborazione fra i componenti della rete di imprese nella fase di industrializzazione e commercializzazione del programma Platino. In tale occasione è stato dichiarato che il finanziamento di Asi era di oltre 100 milioni di euro. Peccato che Il programma a giugno 2020 aveva già cumulato un ritardo di ben due anni e mezzo, senza particolari correzioni in corso d’opera. Così si è arrivati a dicembre 2020, quando sempre il consiglio di amministrazione di Asi ha deciso di approvare ulteriori attività aggiuntive al contratto del 2017 con un ennesimo atto aggiuntivo per l’ampliamento delle funzionalità del programma Platino. Ma non è cambiato nulla. Tanto che l’8 marzo del 2021 sempre l’Asi ha pubblicato un nuovo avviso di indagine di mercato per l’affidamento di «attività industriali relative allo studio di fattibilità di una costellazione di minisatelliti per il monitoraggio delle infrastrutture nazionali». Insomma, l’ennesimo pasticcio, tanto che l’Asi ha corso il rischio in questi mesi di creare un danno erariale sulla questione, anche perché oltre ai ritardi di ormai cinque anni sono anche emerse soluzioni economicamente molto più vantaggiose a più avanzata maturità tecnologica non prese in considerazione. Da qui la decisione dell’Esa di prendere in mano la situazione. E pensare che la piattaforma era nata per rendere competitivo il nostro settore spaziale nel segmento delle megacostellazioni satellitari, sempre più centrale nella space economy. Platino, contrariamente a quanto accade, avrebbe persino dovuto garantire una riduzione dei costi di sviluppo e operativi permettendo alla nostra industria di mantenere un posizionamento strategico nello scenario internazionale.
Volodymyr Zelensky (Getty Images)