Nella riforma del fisco previsto un aumento della pressione su chi inquina «in coerenza con il green deal». Con il nuovo catasto le rendite saranno calcolate in modo automatico: al contribuente l'onere della prova. Nessun intervento sulla giustizia tributaria.
Nella riforma del fisco previsto un aumento della pressione su chi inquina «in coerenza con il green deal». Con il nuovo catasto le rendite saranno calcolate in modo automatico: al contribuente l'onere della prova. Nessun intervento sulla giustizia tributaria.Nove pagine per definire la legge delega sulla riforma fiscale. Sei per mettere nero su bianco la relazione illustrativa. Le due bozze (nei fatti già definitive) pronte sul tavolo della cabina di regia durata poco meno di un'ora, per giunta anticamera di un Consiglio dei ministri velocissimo. Il piatto indigesto alla Lega era chiaramente già cucinato e pronto per essere servito ieri dopo l'esito del voto. Non c'è da stupirsi della reazione del Carroccio, sebbene ci fossero tutte le avvisaglie. Un sottosegretario del governo l'aveva pure annunciato con una intervista. Risultato? Nessuno ha fermato la legge delega che ieri è stata partorita da un cdm privo dei ministri del Carroccio, i quali da ora in avanti non potranno fermare il cambio di passo. Così come è stata studiata, la legge delega infatti è una semplice quanto astuta scatola che necessiterà di vari decreti attuativi, ma che già da adesso traccia un sentiero che non potrà essere modificato in futuro. Entro 18 mesi i decreti attuativi ed entro il 2026 le novità su catasto, riscossione e Iva. Il governo ieri si impegnato a rimodulare l'imposta sul valore aggiunto. Se ne parla da anni. I precedenti governi non sono riusciti a mettere mano all'Iva perché, al di là delle dichiarazioni, qui più che su altre tasse razionalizzare significa entrare nelle tasche dei cittadini. L'obiettivo è ritoccare le basi imponibili e il numero di aliquote per contrastare l'elusione e l'evasione. Ma soprattutto adeguare accise e Iva al Green deal europeo. «Adeguare in coerenza con la disciplina europea», si legge nel decreto, «le strutture e le aliquote della tassazione indiretta sulla produzione e sui consumi dei prodotti energetici con l'obiettivo di contribuire alla riduzione progressiva delle emissioni di gas climalteranti». L'Ue ha più volte fatto sapere che alla base del Recovery fund e del Next generation ci saranno nuove fonti di gettito. Una di queste sarebbe dovuta essere la carbon tax. Un prelievo molto complesso che mira alla creazione di un meccanismo di scambi di emissioni. Che difficilmente si potrà realizzare senza armonizzare accise e aliquote. Ecco che la legge delega cade a fagiolo. O meglio risponde alla chiamata di Bruxelles. Peccato che, tradotto in soldoni, dovremo affrontare una nuova tassazione verde che spingerà alla transizione e quindi bastonerà le filiere tradizionali che sono quelle attualmente non sussidiate e al tempo stesso portatrici di fatturato. Insomma, con una sola frase cade il gioco del saldo zero. Rivedere l'Iva non sarà affatto indolore. Diverso è il tema catasto. La riforma dell'anagrafe degli immobili è stata da subito estremamente divisiva. Invocata dalla sinistra come elemento necessario di equità (non si è mai visto in Italia) e osteggiata dal centrodestra perché concorrerà a far alzare le imposte sulla casa. Ieri il presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa, ha trovato un punto di caduta. «La delega sulla riforma del catasto prepara le condizioni per il salasso, non domani o dopodomani, ma in un futuro non precisato», ha esordito dopo la conferenza stampa di Mario Draghi, rappresentando le preoccupazioni dei proprietari immobiliari. «Non ci basta sentire dal presidente del Consiglio che per ora la riforma non avrà conseguenze sulla fiscalità», ha affermato Spaziani Testa riferendosi alla specifica clausola inserita nel decreto, «una legge delega è molto delicata e nella bozza che ho potuto visionare non ci sono adeguati confini e paletti. Se si interviene sugli estimi bisogna farlo con accuratezza affinché l'intervento non porti a rischi enormi». Va infatti precisato un dettaglio non irrilevante che si capirà soltanto in fase di conversione. Lo spirito dell'intera riforma è quello di ottimizzare la riscossione (prevista anche la riforma delle agenzie relative) per colpire l'evasione e pure l'elusione. Ed è su questo punto che i cittadini italiani sperimenteranno il concetto di automatismo. Il progetto di revisione dell'anagrafe degli immobili prevederà più in là con il tempo il totale automatismo dei calcoli, tanto che lo scopo è far in modo che tutti utilizzino la dichiarazione dei redditi precompilata. Ogni anno i valori catastali saranno aggiornati e se il database scoprirà dettagli non visti l'anno precedente scatterà l'adeguamento dei valori. Spetterà al cittadino dimostrare che il catasto si sbaglia e non viceversa. È chiaro che sarà altrettanto semplice - agli occhi dell'amministrazione - omettere un valore, un estimo o le corrette spese di ristrutturazione. Se tale errore sarà considerato elusione, sarà facile far scattare la mannaia.D'altronde, nell'ambito della riforma della riscossione, il governo spiega che dovranno essere messi in campo tutti gli strumenti tecnologici idonei. Brilla per la sua assenza qualsiasi intento riformatore sul versante della giustizia tributaria e non è certo un bel vedere, perché ancora una volta, come ha fatto notare ieri l'ex vice ministro Enrico Zanetti, l'interesse erariale a un efficientamento delle strutture preposte al contrasto dell'evasione fiscale e alla riscossione dei tributi viene attentamente considerato, mentre manca clamorosamente l'interesse del contribuente a una pari efficienza delle strutture preposte a garantire l'amministrazione dei ricorsi in cui ci si difende. Il governo parla di trasparenza ed equità adottando il vocabolario tanto caro alla sinistra, ma in questa legge non c'è nulla che difende il cittadino dagli errori dello Stato e degli algoritmi che metterà in campo.
Nadia e Aimo Moroni
Prima puntata sulla vita di un gigante della cucina italiana, morto un mese fa a 91 anni. È da mamma Nunzia che apprende l’arte di riconoscere a occhio una gallina di qualità. Poi il lavoro a Milano, all’inizio come ambulante e successivamente come lavapiatti.
È mancato serenamente a 91 anni il mese scorso. Aimo Moroni si era ritirato oramai da un po’ di tempo dalla prima linea dei fornelli del locale da lui fondato nel 1962 con la sua Nadia, ovvero «Il luogo di Aimo e Nadia», ora affidato nelle salde mani della figlia Stefania e dei due bravi eredi Fabio Pisani e Alessandro Negrini, ma l’eredità che ha lasciato e la storia, per certi versi unica, del suo impegno e della passione dedicata a valorizzare la cucina italiana, i suoi prodotti e quel mondo di artigiani che, silenziosi, hanno sempre operato dietro le quinte, merita adeguato onore.
Franz Botrè (nel riquadro) e Francesco Florio
Il direttore di «Arbiter» Franz Botrè: «Il trofeo “Su misura” celebra la maestria artigiana e la bellezza del “fatto bene”. Il tema di quest’anno, Winter elegance, grazie alla partnership di Loro Piana porterà lo stile alle Olimpiadi».
C’è un’Italia che continua a credere nella bellezza del tempo speso bene, nel valore dei gesti sapienti e nella perfezione di un punto cucito a mano. È l’Italia della sartoria, un’eccellenza che Arbiter celebra da sempre come forma d’arte, cultura e stile di vita. In questo spirito nasce il «Su misura - Trofeo Arbiter», il premio ideato da Franz Botrè, direttore della storica rivista, giunto alla quinta edizione, vinta quest’anno da Francesco Florio della Sartoria Florio di Parigi mentre Hanna Bond, dell’atelier Norton & Sons di Londra, si è aggiudicata lo Spillo d’Oro, assegnato dagli studenti del Master in fashion & luxury management dell’università Bocconi. Un appuntamento, quello del trofeo, che riunisce i migliori maestri sarti italiani e internazionali, protagonisti di una competizione che è prima di tutto un omaggio al mestiere, alla passione e alla capacità di trasformare il tessuto in emozione. Il tema scelto per questa edizione, «Winter elegance», richiama l’eleganza invernale e rende tributo ai prossimi Giochi olimpici di Milano-Cortina 2026, unendo sport, stile e territorio in un’unica narrazione di eccellenza. A firmare la partnership, un nome che è sinonimo di qualità assoluta: Loro Piana, simbolo di lusso discreto e artigianalità senza tempo. Con Franz Botrè abbiamo parlato delle origini del premio, del significato profondo della sartoria su misura e di come, in un mondo dominato dalla velocità, l’abito del sarto resti l’emblema di un’eleganza autentica e duratura.
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A rischiare di cadere nella trappola dei «nuovi» vizi anche i bambini di dieci anni.
Dopo quattro anni dalla precedente edizione, che si era tenuta in forma ridotta a causa della pandemia Covid, si è svolta a Roma la VII Conferenza nazionale sulle dipendenze, che ha visto la numerosa partecipazione dei soggetti, pubblici e privati del terzo settore, che operano nel campo non solo delle tossicodipendenze da stupefacenti, ma anche nel campo di quelle che potremmo definire le «nuove dipendenze»: da condotte e comportamenti, legate all’abuso di internet, con giochi online (gaming), gioco d’azzardo patologico (gambling), che richiedono un’attenzione speciale per i comportamenti a rischio dei giovani e giovanissimi (10/13 anni!). In ordine alla tossicodipendenza, il messaggio unanime degli operatori sul campo è stato molto chiaro e forte: non esistono droghe leggere!
Messi in campo dell’esecutivo 165 milioni nella lotta agli stupefacenti. Meloni: «È una sfida prioritaria e un lavoro di squadra». Tra le misure varate, pure la possibilità di destinare l’8 per mille alle attività di prevenzione e recupero dei tossicodipendenti.
Il governo raddoppia sforzi e risorse nella lotta contro le dipendenze. «Dal 2024 al 2025 l’investimento economico è raddoppiato, toccando quota 165 milioni di euro» ha spiegato il premier Giorgia Meloni in occasione dell’apertura dei lavori del VII Conferenza nazionale sulle dipendenze organizzata dal Dipartimento delle politiche contro la droga e le altre dipendenze. Alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, a cui Meloni ha rivolto i suoi sentiti ringraziamenti, il premier ha spiegato che quella contro le dipendenze è una sfida che lo Stato italiano considera prioritaria». Lo dimostra il fatto che «in questi tre anni non ci siamo limitati a stanziare più risorse, ci siamo preoccupati di costruire un nuovo metodo di lavoro fondato sul confronto e sulla condivisione delle responsabilità. Lo abbiamo fatto perché siamo consapevoli che il lavoro riesce solo se è di squadra».





