
- Per festeggiare i 100 anni, la maison di gioielleria, guidata dalla terza generazione della famiglia, ha lanciato collezioni ad hoc e studiato una lavorazione particolare per realizzare pietre con 57 sfaccettature. «Rimaniamo ancorati al nostro Dna».
- Dopo anni di silenzio Alber Elbaz torna con la capsule per Tod's. Lo stilista: «La dedico alla felicità della vita». Fra i pezzi più originali, la coppia di scarpe da sposa e da sposo.
- Meglio il boxer dello slippino. In spiaggia per l'uomo vince il baggy da surfista.
- Etro inaugura la sua prima spiaggia a Mykonos. Nella collezione kaftani preziosi che strizzano l'occhio all'Oriente.
Lo speciale comprende quattro articoli, gallery fotografiche e video.
Se è vero, come è vero, che la storia di un marchio è il suo valore aggiunto inattaccabile, che è la conferma di tradizioni mai tradite e di una qualità eccelsa che nel tempo ha dimostrato di diventare leggenda, i 100 anni di Buccellati rappresentano il Dna di un brand che ha saputo sempre essere al passo con i tempi ma con radici ben piantate nel passato.
Mario Buccellati, orafo, rilevò a Milano, nel 1919, la sua prima gioielleria dagli orefici Beltrami e Besnati dove aveva fatto apprendistato. I suoi gioielli si distinguevano per uno stile che si ispirava alla tradizione classica rinascimentale ma con tecniche di lavorazione originali. Arrivò perfino Gabriele D'Annunzio, ben presto diventato grande amico e cliente: tra i tantissimi gioielli che ordinò c'era anche la collana sautoir con rubini e berillo giallo destinata a Eleonora Duse. D'Annunzio definiva l'amico «il principe degli orafi» e gli diede anche uno pseudonimo, Mastro Paragon Coppella.
Da quel 1919 sono passati 100 anni e tanta acqua sotto ai ponti: dai primi negozi a New York, Roma, Firenze e Parigi, fino ai gioielli per le famiglie reali d'Italia, Spagna, Belgio ed Egitto, nonché per la regina d'Inghilterra e le corti Vaticane di Pio XI e Pio XII. Il figlio di Mario, Gianmaria Buccellati (ma anche gli altri fratelli avevano la stessa passione), talento precoce al punto che disegnò il suo primo gioiello a 12 anni, fu incoraggiato a continuare la tradizione di famiglia.
Per festeggiare il centenario è stata scelta la settimana parigina della moda, a dimostrazione che ogni gioiello Buccellati è un pezzo unico. «La perfetta combinazione di stile e tecnica, così come tramandata di generazione in generazione, oggi a distanza di 100 anni dalla nostra fondazione ci permette ancora di creare oggetti unici», spiega Andrea Buccellati, presidente onorario e direttore creativo del gruppo, «In effetti, il fatto che la creatività sia stata sempre in famiglia, oltre a essere un punto cardine che contraddistingue la nostra maison, ha avuto il grande vantaggio di tenerci ancorati al Dna del brand».
Andrea, Maria Cristina e Lucrezia Buccellati hanno aperto le porte della boutique di Parigi per un'intera giornata a stampa e clienti per descrivere i nuovissimi gioielli creati per questa grande occasione: la finissima collana con pendente della collezione Opera high jewellery e il relativo bracciale, il chocker e gli orecchini Cricket disegnati da Lucrezia, l'orologio gioiello Bluebell, il principesco anello Jasmine, l'anello cocktail Budelli Jaurino. Per onorare la data tanto importante è stato annunciato il nuovo diamante taglio Buccellati, venuto alla luce dopo lunghi studi e ricerche condotti in collaborazione con Taché diamonds, una realtà̀ leader del mercato fin dal 1957, con sede ad Anversa, in Belgio. «Per celebrare questo compleanno, oltre al nuovo taglio, abbiamo creato la collezione di pendenti Opera color in edizione limitata», racconta Maria Cristina Buccellati, a capo dell'ufficio di comunicazione del marchio, «Il rosone rinascimentale, simbolo di Buccellati, è stato declinato in 14 modelli e 100 pezzi ciascuno. Alcuni sono realizzati in smalti fluo o zebrati: è una collezione preziosa ma al contempo composta da pezzi giovani e divertenti. La collezione vintage, invece, è composta da alcuni pezzi antichi. Alcuni sono stati ricomprati e restaurati proprio in occasione del centenario, li riproponiamo negli astucci originali o in riproduzioni aderenti agli originali».
I diamanti grezzi selezionati per il taglio Buccellati hanno origine principalmente da Botswana, Sudafrica e Russia. Ci è voluto quasi un anno per avere il primo di diamante taglio Buccellati, facendo scrupolosi studi sull'ottimizzazione della luce al fine di ottenere la massima brillantezza e lucentezza. Come risultato, la pietra e le sue sfaccettature emanano una luce particolare e una bellezza senza eguali. La forma del diamante taglio Buccellati consiste in 57 sfaccettature, in ognuna delle quali si specchiano le altre, e ogni angolo di queste sfaccettature deve rispettare un rigidissimo rapporto percentuale per ottimizzare la luce. La Gia (Gemological institution of America) si è complimentata per la bellezza di questo diamante e lo ha paragonato a un fiore, oltre ad averlo certificato secondo gli standard globali utilizzati per descrivere i diamanti.
Ogni diamante taglio Buccellati ha la sua storia e contribuirà allo sviluppo delle comunità locali nel Paese d'origine. Oggi, i gioielli Buccellati sono ammirati in tutto il mondo non solo per il loro design e per l'artigianalità con cui vengono creati, ma anche per le tecniche di incisione utilizzate, che risalgono alle antiche tradizioni delle botteghe orafe italiane del Rinascimento, e per le forme che fondono al loro interno diverse fonti di ispirazione, dall'arte dell'antica Grecia all'antica Roma.
Le boutique Buccellati sono in tutto il mondo: Milano, Venezia, Firenze, Cala di Volpe, Capri, Monte Carlo, Parigi, Londra, Mosca, Dubai, Beirut, Kuwait, Doha, New York, Chicago, Aspen, Beverly Hills, Bal Harbour, Palm Beach, Houston, Hong Kong, Tokyo, Seoul, Osaka, Nagoya, Shanghai, Pechino e Macao.
Dopo anni di silenzio Alber Elbaz torna con la capsule per Tod’s
Alber Elbaz ritorna a occuparsi di moda. Finita la pausa (quattro anni) dopo il lungo periodo da Lanvin (dove non sono mancate le tristezze), eccolo ancora alla ribalta. E sono tutti felici perché lo stilista israeliano è uno dei personaggi più simpatici, stravaganti e visionari del fashion system. Il palcoscenico è stata la settimana dell'alta moda parigina, il nuovo progetto firmato da Elbaz è una capsule collection per Tod's. Che, guarda caso, ha un nome emblematico: Tod's Happy Moments by Alber Elbaz.
Partito dall'iconico gommino, ne ha catturato e trasformato l'essenza per una nuova generazione. Tod's Happy Moments racconta la felicità che Tod's regala in diversi momenti della giornata e della vita.
Alber Elbaz ha dato il suo tocco personale al Dna di Tod's creando nuovi scenari per le driving shoes, rendendole aereodinamiche, colorate, destrutturate o montate su suole da sneakers, ricoperte di loghi o meno.
Scarpe, borse e perfino T shirt avvolte nel nuovo logo con la faccina sorridente dello stilista e l'inconfondibile papillon che fa capolino dall «O» di Tod's. Bellissimi i mocassini rivisti in pellami coloratissimi e splendenti e un nuovo paio «bianco e nero», disegnato per essere indossato da una sposa e uno sposo.
Elbaz ha utilizzato il neoprene per dare una nota tecno e rifiniture metalliche per un tocco di lucentezza. La sua idea di felicità è totalizzante, contagiosa e immediata, cosi come dovrebbe sempre essere la gioia.
Al Palais de Tokyo, diventato per un giorno la fabbrica delle idee del brand di Diego e Andrea Della Valle, si è tenuta la presentazione. «Insieme diamo vita con questa capsule a un nuovo concetto di fashion luxury», ha detto il presidente del gruppo.
«È passato un po' di tempo. Quattro anni. Alcuni momenti felici e altri non felici. Ma questa è la vita», ha commentato Alber Elbaz, «È una vera emozione questa collezione e questo ritorno in pista. Io e Diego abbiamo molto in comune, amiamo la moda e la buona cucina, e infatti tutti e due non riusciamo ad allacciare i nostri doppiopetti... Ci sono tanti cambiamenti in corso nel fashion system ma io voglio continuare a prendere l'ispirazione dal mondo, non da Instagram. Mi sento un po' come la super tata di questa capsule che dedico alla felicità della vita, del lavoro, degli incontri, della famiglia. E mi ha appassionato, andando a Casette d'Ete in fabbrica, la storia di alto artigianato dei Della Valle».
«Ci sono molte nuove strategie e marchi. Cerchiamo di fare qualcosa di diverso, un nuovo concetto che ha a che fare con il divertirsi con la moda, le idee, il design e i brand», ha proseguito Diego Della Valle, che ha iniziato questo nuovo percorso strategico di collaborazioni creative per la sua azienda la scorsa stagione con Alessandro Dell'Acqua.
È stata anche presentata una nuova pubblicità di Tod's con protagonista proprio Elbaz, intento a dare ordini al suo staff composto da bambini. I piccoli «dirigenti» ballano indossando mocassini rossi, bianchi e blu. «Sono tutto un buzz, sono Elbuz», ha concluso Elbaz con una risata.
Meglio il boxer dello slippino. In spiaggia per l'uomo vince il baggy da surfista
Non c'è che dire. Il costume da bagno tira e lo dicono i numeri. Nel 2018 hanno mosso un giro d'affari di 730 milioni di euro (45,7 milioni di pezzi, 54% donna, 29% uomo, 17% bambino). Cifre più che ragguardevoli che posizionano il Paese al secondo posto in Europa, solo dietro alla Francia. Che bikini, trikini, costumi interi e tutto ciò che ruota intorno all'universo femminile la faccia da padrone, era indiscutibile ma il costume da bagno da uomo è uno dei pezzi del guardaroba maschile che più attira l'attenzione degli uomini quando si tratta di acquistarlo. E anche lì si registrano delle notevoli crescite. Perché non ne basta uno ma, in un'estate, se ne esibiscono diversi. D'altronde la scelta è davvero ampia e non c'è grande marchio che non ne proponga svariati.
I boxer dettano legge. Partiti copiando i pantaloncini da pugile «baggy» e lanciati dai surfisti, che li hanno pure allungati, sono ormai diventati di dominio pubblico e tradotti in molti tipi. Gli uomini hanno deciso di coprirsi di più al punto che gli slip come Speedo, stile popolare tra la fine degli anni Sessanta e gli anni Ottanta, sono stati pressoché abbandonati. A dire il vero, gli uomini non dovrebbero aver paura di indossare questo tipo di costume da bagno. Se dispongono di un grande corpo, se sono in forma, perché non mostrarsi in tutto il proprio splendore? Ma visto che non attacca se non per nuotatori e tuffatori da Olimpiadi, il meglio dei boxer è davvero senza fine.
Villebrequin detta il dress code delle «holiday destinations» più esclusive di tutto il Mediterraneo. Capri, Porto Cervo, Forte dei Marmi, Maiorca, Mykonos ospitano le esclusive collezioni con tanto di ricamatrice che offre il servizio personalizzato on site dei costumi. E il gusto tropezien del marchio francese finisce nelle località più prestigiose. Rosso corallo a Capri, ad asciugatura rapida con fit stretch. A Forte dei Marmi, ecco la family code, papà, mamma e bambino con la stessa fantasia. Lui a Mykonos sopra al pantaloncino in fantasia verde veronese in velluto floccato si infila la camicia in voile di cotone celeste.
Gallo, famoso per le calze colorate, presenta i suoi costumi da bagno dove, anche qui, il colore e le fantasie sono al top. I temi vanno dal mondo dei barbieri, alla tigre in giacca e papillon, ai galli che si rincorrono. Intimissimi Uomo 2019, anche quest'anno, ha come testimonial il surfista Francisco Porcella. Anche qui le stampe sono tratte dal mondo maschile come i motivi cravatteria ma pure stampe etniche ed esotiche mixate ad accenti di colore e fantasie divertenti. Materiali di lato livello: il «Sensorial Touch», tessuto mano pesca, leggero e strutturato, e «Jaquard», leggero, elastico e a rapida asciugatura. I pantaloncini da mare da uomo Sundek sono sempre ricercati: con l'iconico arcobaleno, ma non solo. I boardshort di Sundek spaziano dalla tinta unita a stampe ultracolorate. Brooks Brothers usa tessuti elasticizzati, idrorepellenti e i costumi da bagno sono acquistabili on line sul sito sito www.brooksbrothers.com. Slam presenta una collezione che riflette la competenza di quasi quarant'anni d'esperienza nel mondo dell'abbigliamento tecnico per la vela, unita alla tecnologia e all'innovazione dei materiali. L'azienda, nata a Genova e fiera delle proprie origini, ha pensato a capi per gli amanti del mare, del vento e della vela. Boxer mare e bermuda leggeri «4 way stretch». Colori ispirati al mare estivo, nelle tonalità del blu, del verde e del grigio fino al giallo e rosso. Lacoste varia dalle righe, alla tinta unita, ai quadretti fino a microdisegni. Yamamay ha pure la linea Dad&son, papà e bimbo perfettamente uguali.

















































































