2021-10-23
Arresto annullato: l’agente è no pass
Un poliziotto fuori servizio a Torino sorprende un vandalo, prova a fermarlo e viene aggredito. Ma senza card non entra in Questura: niente fermo, delinquente in libertàIl green pass serve per entrare al lavoro, ma nessuno aveva ancora capito che serve anche a non entrare in galera. Quello che è successo alcuni giorni fa a Torino è la rappresentazione plastica, l’ennesima dimostrazione di quanti paradossi porti con sé l’obbligo del certificato verde per i lavoratori, in questo caso degli operatori delle forze dell’ordine. Un poliziotto, infatti, non ha potuto compilare i documenti necessari per completare l’arresto di un vandalo, acciuffato qualche minuto prima dopo una colluttazione. Il motivo? Incredibile ma vero, era sprovvisto del green pass e non ha potuto accedere agli uffici della Questura. Risultato: il malvivente ha evitato le manette e se l’è cavata con una denuncia. Tutto inizia in via Piero Cossa, nel capoluogo piemontese. Un agente di polizia libero dal servizio, quindi in borghese, sente dei rumori sospetti provenire da poco lontano. L’uomo si avvicina alla fonte del frastuono, e si trova di fronte a uno scalmanato che, visibilmente ubriaco, sta danneggiando alcuni monopattini parcheggiati lungo la strada. Il vandalo è una furia: urla, farnetica e intanto distrugge i monopattini, scagliandoli in terra, calpestandoli, facendoli letteralmente a pezzi. Il poliziotto, seppure libero dal servizio, interviene. Si avvicina all’ubriaco, si qualifica come agente delle forze dell’ordine, intima all’uomo di smetterla e di consegnare i documenti. Per tutta risposta, lo scalmanato aggredisce l’agente colpendolo con calci e pugni. Il poliziotto cerca di difendersi, resiste alla violenza dell’aggressore, per fortuna non subisce gravi conseguenze dalla serie di colpi che gli vengono inferti. Riesce a chiamare i rinforzi e a immobilizzare il vandalo, che continua a tentare di divincolarsi per fuggire. Dopo pochi minuti, alcune volanti raggiungono il luogo dell’aggressione. I colleghi dell’agente in borghese completano il fermo del forsennato autore della distruzione dei monopattini, caricano il malvivente su una delle auto e si dirigono verso la sede della Questura per procedere all’arresto. A quel punto, l’iter si inceppa a causa del green pass. Il poliziotto in borghese intervenuto per primo, infatti, non può entrare in Questura perché sprovvisto del certificato verde, e quindi è materialmente impossibilitato a compilare il verbale, a firmare gli atti, in sostanza a completare la procedura burocratica necessaria per procedere all’arresto del vandalo aggressore. Gli agenti si trovano di fronte a una difficoltà imprevista, inedita, figlia di questi tempi cupi in cui l’Italia deve fare i conti con regole che definire grottesche è un eufemismo. Qualcuno dei poliziotti intervenuti sul posto, successivamente all’aggressione al primo collega intervenuto, propone a questo punto una soluzione alternativa: recarsi presso l’abitazione dell’agente sprovvisto di certificato verde, e perfezionare la procedura di arresto utilizzando il suo computer. Ma l’agente comprende la difficoltà dell’operazione e, amareggiato, decide di lasciar perdere, limitandosi a formalizzare una semplice denuncia. Lo scalmanato la fa franca: invece di finire al gabbio, se la cava con una denuncia a piede libero. La vicenda è francamente imbarazzante: un agente delle forze dell’ordine, con sprezzo del pericolo, in borghese, libero dal servizio, affronta da solo un ubriaco scalmanato, subisce una aggressione, riesce comunque a immobilizzare il malvivente che intanto ha distrutto una serie di monopattini, ma viene poi sostanzialmente respinto all’ingresso della Questura, dove si è recato per compilare gli atti necessari per procedere all’arresto, perché privo del certificato verde. Cosa farà, lo stesso agente, se un domani si troverà nella stessa condizione? Cosa avranno pensato i colleghi del poliziotto, intervenuti prontamente per immobilizzare il delinquente, che poi hanno visto tornare subito libero? L’unica cosa certa è che, in questa Italia del green pass, si è smarrito il buon senso.