
Francesco Bellomo, già destituito, era direttore di una scuola privata di diritto e imponeva alle allieve come vestirsi e truccarsi. È accusato a Bari anche di maltrattamenti e minacce. E di calunnia ai danni del premier Giuseppe Conte.Le aveva confinate in un lager mentale dove il filo spinato erano gli insulti e i cani da guardia erano le minacce di cacciarle dai corsi. Ragazze ridotte ad automi dalla sua «elevata attitudine alla manipolazione psicologica». Per questo, e tanto altro, ieri è stato arrestato Francesco Bellomo, ex giudice barese del Consiglio di Stato, docente e direttore scientifico dei corsi post-universitari per la preparazione al concorso in magistratura della Scuola di formazione giuridica avanzata «Diritto e scienza». In un centinaio di pagine di ordinanza, il gip Antonella Cafagna riassume le indagini del procuratore aggiunto Roberto Rossi e del pm Daniela Chimienti su otto anni di umiliazioni, e traccia il profilo psicologico di un uomo che si credeva Dio. Utilizzando l'«artifizio delle borse di studio», scrive il giudice, Bellomo si avvicinava alle giovani donne di suo interesse «al fine di esercitare nei loro confronti un potere di controllo personale e sessuale». Diversi i capi di imputazione: maltrattamento su tre borsiste e una ricercatrice; estorsione aggravata ai danni di un'altra giovane; e calunnia e minaccia ai danni dell'attuale presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte.Bellomo, che all'esplodere dello scandalo delle minigonne delle corsiste andò a difendersi a Porta a Porta e alla Vita in Diretta, s'insinuava nel cervello delle malcapitate. E le piegava. Ad Alessia tolse il diritto di parola e la definì un «animale» perché lei aveva impiegato sei minuti a rispondere a un suo messaggio (lui pretendeva priorità massima). Le vietò di andare dall'estetista e arrivò a controllare, con una «infiltrata», se gli orari di chiusura e di prenotazione del negozio fossero veritieri. Quando, dopo un litigio, Alessia provò a ricucire, lui le inviò questo sms: «Ti metti in ginocchio e mi dici: ti chiedo perdono, non lo farò mai più». A Daniela rinfacciò, per uno scambio di like su Fb, di essere «scientificamente una prostituta». Emanuela e Corinne lessero sulla rivista della scuola le loro storie private come forma di ricatto per aver rotto con Bellomo. Tutte erano sue fidanzate, e spesso lo erano contemporaneamente all'insaputa l'una dell'altra. Alle studentesse, il prof sottoponeva un «contratto/regolamento» contenente i «doveri», il «codice di condotta» e il «dress-code» a cui attenersi. Ad alcune era imposto «il divieto» di sposarsi e l'obbligo di «fedeltà» nei suoi confronti e quello di «segretezza sul contenuto delle comunicazioni intercorse». Non potevano inoltre avere rapporti intimi con giovani che non superassero un quoziente intellettivo fissato da Bellomo (test del «fidanzato sfigato»), e in ogni caso a supervisionare il comportamento delle giovani donne c'era Davide Nalin (indagato), ex pm di Rovigo e coordinatore delle borsiste. In caso di violazione delle regole, scattavano la censura, la sospensione, la retrocessione e, nei casi più gravi, la decadenza dai corsi per l'accesso in magistratura.Ma c'era chi si ribellava. Una delle ragazze, è scritto nell'ordinanza, si rivolse all'allora pm di Bari Gianrico Carofiglio (oggi scrittore con un passato da senatore del Pd) «chiedendogli di intercedere e di riportare Francesco alla ragione; lui mi consigliò di rivolgermi a un penalista» ma poco dopo la giovane ricevette «una telefonata furente di Bellomo, che mi disse di essere stato contattato da Carofiglio», che gli aveva raccontato tutto, aggiungendo «che mi avrebbe scatenato addosso l'inimmaginabile».Ma parliamo del dress-code: «classico» per gli eventi burocratici; «intermedio» per corsi e convegni; ed «estremo» per appuntamenti mondani. Quest'ultimo prevedeva «gonna molto corta» a cui abbinare «maglioncino o maglina», oppure «vestito di analoga lunghezza». Nero d'inverno, e bianco d'estate. E ancora: borsa piccola, trucco calcato o intermedio, «preferibilmente un rossetto acceso e valorizzazione di zigomi e sopracciglia»; smalto sulle mani di colore «chiaro o medio (no rosso e no nero) oppure french».Bellomo, come detto, è indagato anche per presunti reati commessi ai danni del premier ai tempi in cui Conte era vicepresidente del Consiglio di presidenza della giustizia amministrativa (Cpga) e presidente della commissione disciplinare chiamata a pronunciarsi proprio su Bellomo. L'ex magistrato aveva citato per danni, dinanzi al Tribunale di Bari, Conte e un'altra ex componente della commissione disciplinare, Concetta Plantamura, «incolpandoli falsamente» di aver esercitato «in modo strumentale e illegale il potere disciplinare», svolgendo «deliberatamente e sistematicamente» una «attività di oppressione» nei suoi confronti, «mossa», denunciava Bellomo, «da un palese intento persecutorio, dipanatosi in un numero impressionante di violazioni procedurali e sostanziali, in dichiarazioni e comportamenti apertamente contrassegnate dal pregiudizio». Pochi giorni dopo la notifica della citazione e nell'imminenza della seduta del plenum per la discussione finale del procedimento disciplinare a suo carico, Bellomo avrebbe depositato una memoria chiedendo «l'annullamento in autotutela degli atti del giudizio disciplinare per vizio di procedura» e il suo «proscioglimento immediato» per «evitare ogni ulteriore aggravamento dei danni ingiusti già subiti». Per la Procura di Bari, Bellomo avrebbe così «implicitamente prospettato oltre all'aggravarsi dell'entità del risarcimento chiesto, anche il possibile esercizio di azioni civili in caso di ulteriori danni». Avrebbe quindi minacciato Conte e Plantamura «per turbarne l'attività nel procedimento disciplinare a suo carico», si legge nell'imputazione, e impedire la loro partecipazione alla discussione finale».
Giulia Buongiorno (Ansa)
La proposta è rimandata per supplementi di indagine. Giulia Bongiorno: «Scriverla bene».
«C’era un accordo politico importante, alla Camera c’è stato un voto unanime su questa legge, i massimi vertici dei gruppi parlamentari si erano stretti la mano e ciò ora significa che stringersi la mano con questa destra non vale niente perché all’ultimo momento si può tornare indietro, smentendo addirittura un voto unanime del parlamento. E hanno deciso di farlo proprio oggi, il 25 novembre (giornata internazionale contro la violenza sulle donne, ndr)». È uscito dalla commissione Giustizia del Senato sbraitando che la destra ha stracciato l’accordo sul ddl stupro, il senatore di Italia viva Ivan Scalfarotto.
Nel riquadro la produttrice Giulia Maria Belluco (iStock)
La produttrice di «C14» Giulia Maria Belluco spiega: «Ci abbiamo messo cinque anni per scrivere la sceneggiatura. Le riprese saranno girate l’anno prossimo tra Veneto e Alto Adige». Si cercano ancora due attori internazionali...
Nasce in Veneto un film, C14, sulla Sacra Sindone, la più importante reliquia della cristianità, la cui storia è trapunta di dispute per verificarne scientificamente l’autenticità. Una nota ricerca britannica del 1988 con il radiocarbonio-14 la datò tra il 1260 e il 1390, negando che sia il sudario che ha avvolto il volto di Cristo. Analisi successive, tuttavia, hanno confutato tale risultato, come quelle del professor Giulio Fanti, dell’università di Padova, consulente della sceneggiatura, intervistato dalla Verità il 14 novembre 2024. La produttrice del film è Giulia Maria Belluco, 35 anni, nata a Treviso. Vive a Bassano del Grappa (Vicenza) ed è titolare della EriadorFilm. «L’ho acquisita nel 2023» spiega «con l’obiettivo di portarla sul mercato internazionale attraverso collaborazioni con Paramount, Discovery, Magnolia, Hallmark con le quali abbiamo fatto co-produzioni e produzioni esecutive qui in Italia. Una delle più viste è quella sulla famiglia Stallone, girata tra Puglia e Lazio».
Pier Paolo Pasolini (Getty Images)
Oggi il discusso evento sui lati conservatori del grande scrittore. La sinistra grida alla lesa maestà, eppure ha avallato per anni ricostruzioni farlocche sulla sua morte, al fine di portare avanti astruse piste politiche. E il vero vilipendio è proprio questo.
Il convegno su Pier Paolo Pasolini organizzato da Fondazione Alleanza Nazionale e dal Secolo d’Italia che si terrà oggi pomeriggio a Roma, il cui fine - come da titolo: «Pasolini conservatore» - è quello di dibattere (con il contributo di numerosi relatori tra cui il critico letterario Andrea Di Consoli, certamente non vicino alla destra politica) gli aspetti dell’opera e del pensiero pasoliniani che appaiono in conflitto con la sua area ideologica di appartenenza, quella comunista, è vissuto dalla sinistra italiana letteralmente come un sacrilegio. Nonostante dai curatori dell’evento sia già stato chiarito in tutte le maniere possibili che scopo del convegno è unicamente promuovere una discussione, senza nessuna volontà di «annettere» PPP - operazione che non avrebbe d’altronde senso alcuno - al pantheon culturale della destra, a sinistra si è addirittura giunti a gridare alla «profanazione», come fatto ieri, a botte di gramscianesimo mal digerito, dal professor Sergio Labate sul quotidiano Domani.
Gaia Zazzaretti prima e dopo il vaccino (iStock)
L’ex karateka Gaia lo sente in tv e sceglie di porgere il braccio. Poi, la malattia neurologica. Ma la virostar nega il nesso.
È vero che non se ne può più di «burionate». Ma come si può passare sotto silenzio gli ultimi post della virostar più famosa d’Italia, mentre continua a disinformare e contemporaneamente ridicolizzare persone danneggiate dal vaccino anti Covid chiamandoli #sorciscemi, senza alcun rispetto anche del diritto, di tutti noi, a essere informati correttamente su questioni che riguardano la salute, specie da chi dovrebbe avere, come lui, il dovere di dare informazioni corrette?






