2024-10-21
La Ligue 1 in crisi si affida ad Arnault e Red Bull (con il benestare di Macron)
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Lo stadio Charlety, casa del Paris Fc (Getty Images)
Il colosso del lusso e quello delle bevande energetiche sono a un passo dal rilevare la seconda squadra di Parigi, il Paris Fc. A partire dalla prossima stagione, si profila un derby sotto la Torre Eiffel a suon di milioni che fa felice l'industria transalpina e anche l'Eliseo.Il calcio francese, in piena crisi finanziaria aggravata dai diritti tv venduti sul gong e al ribasso, ha bisogno di forti investimenti per risollevarsi ed essere più attrattivo. La trasmissione delle partite del campionato francese è rimasta in bilico fino a pochi giorni dall'inizio della stagione e farne le spese sono stati i club, che hanno incassato una cifra inferiore di circa 80 milioni di euro rispetto al triennio precedente, quando Amazon e Canal+ avevano garantito 580 milioni all'anno. L'estate scorsa, dopo il pasticcio Mediapro, ad aggiudicarsi i diritti sono stati Dazn e beIN Sports, ma sborsando una cifra inferiore a quella precedente: 500 milioni all'anno. Un buco che ha messo in serie difficoltà la maggior parte dei club francesi, con l'Equipe che ha addirittura paventato la possibilità che ben otto squadre (Nantes, Lens, Auxerre, Montpellier, Le Havre, Angers, Stade de Reims e anche il Brest fresco di prima e storica qualificazione in Champions League) fossero a rischio fallimento. Inoltre, anche la partenza della stella mondiale, Kilyan Mbappé, in direzione Spagna a parametro zero, è stato un duro colpo per quanto riguarda l'attrattività del campionato all'estero.Per risollevare una situazione così critica, negli ultimi giorni si sta parlando molto in Francia (e non solo) del concreto interesse di Bernard Arnault e Red Bull nei confronti della seconda squadra di Parigi, il Paris Fc, che attualmente guida la classifica della Ligue 2, la seconda divisione transalpina, e se tutto procederà nel verso giusto sfiderà il Paris Saint Germain nella prossima stagione, per un derby a colpi di miliardi che potrebbe in un colpo solo far crescere l'intero movimento calcistico francese. L'affare che porterebbe i due colossi dell'industria globale come Lvmh (Louis Vuitton Moët Hennessy) e Red Bull è già in fase avanzata e godrebbe inoltre dell'avallo di Emmanuel Macron. Non a caso, infatti, il figlio dell'attuale proprietario del Paris Fc è Marc Ferracci, viceministro dell'Industria e testimone di nozze proprio del presidente della Repubblica francese. La prospettiva di un derby parigino di così alto livello è sicuramente suggestiva ed entusiasmante, soprattutto se alla fase di acquisto della maggioranza del club, Arnault e Red Bull daranno seguito con pesanti investimenti, in primis nella costruzione di un nuovo stadio e nell'ingaggio di calciatori di altissimo livello. L'operazione, guidata dalla holding Agache, la struttura che controlla Lvmh, è così articolata: il gruppo gigante del lusso rileverà il 55% della quota in mano agli attuali proprietari del Paris Fc, Pierre Ferracci (che manterrà il 30% del controllo fino al 2027) e il fondo del Bahrein Investcorp; a Reb Bull invece sarà affidato il 15% del pacchetto. Tra tre anni, stando a quanto previsto dagli accordi, Ferracci cederà il 30% ad Arnault che avrà così l'85% della società.Non è la prima volta che il nome di Bernard Arnault viene associato al mondo del calcio. Il nome di Arnault viene legato al Milan per la prima volta nel luglio 2018, ma poi fu lo stesso imprenditore francese a smentire le presunte notizie nel gennaio 2020, in occasione del report annuale di Lvmh. Nel 2020, durante il Covid, però la storia ritorna sui giornali. Ma qui incominciano le prime stranezze. Dietro al magnate della moda ci sarebbe un intermediario bresciano che avrebbe avuto l'incarico di portare avanti il progetto, mettendo in piedi persino un team italiano che avrebbe dovuto gestire il futuro Milan francese, dal direttore generale al responsabile dei rapporti internazionali, dal direttore sportivo all’ufficio legale. Si parlò persino di un fantomatico Louis Vuitton Stadium. Peccato che non fu difficile per i manager di Lvmh scoprire che si trattava di notizie false e tendenziose, tanto che la vicenda è finita persino alla procura di Milano, con l'accusa di truffa a carico del manager bresciano. Di sicuro Arnault è comunque legato a Milano. Alla fine del 2022 ha acquistato la prestigiosa Casa degli Atellani in corso Magenta a Milano per una cifra che non è mai stata alla fine comunicata, anche se si pensa sia stata superiore ai 100 milioni di euro. Come noto, Arnault ha in mano più di 70 brand della moda come Dior, Bulgari, Fendi, Louis Vuitton, Moët & Chandon, Veuve Clicquot. Stando alle stime di Forbes Arnault lo scorso anno ha potuto contare su un patrimonio pari a 233 miliardi di dollari, oltre 20 in più rispetto allo scorso anno. Nel 2023 Lvmh ha fatturato 86,2 miliardi di euro. Ormai 75enne, il magnate francese si sta preparando alla successione. Non a caso lo scorso aprile la seconda generazione della famiglia è entrata nel board della controllante. Così Alexandre e Frédéric Arnault, rispettivamente terzo e quartogenito, sono diventati membri del consiglio di amministrazione del gruppo, affiancando così i fratelli maggiori Delphine e Antoine. I due giovani sono molto appassionati di sport, in particolare corsa e automobilismo, un indizio che potrebbe indicare che presto Lvmh potrebbe voler diversificare ancora il proprio business che spazia dalla moda alla distribuzione di giornali. A giugno a sorpresa ha acquistato il bistrot parigino Chez l’Ami Louis senza pretese che vende pollo arrosto a 70 euro e ha una valutazione di 3,5 stelle su Trip Advisor. Situato nel quartiere centrale di Le Marais, il bistrot ha ospitato in passato Bill Clinton e Martin Scorsese. Chissà che presto non inizino a comparire sciarpe del Paris Fc anche qui.
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Dopo l'apertura dei lavori affidata a Maurizio Belpietro, il clou del programma vedrà il direttore del quotidiano intervistare il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, chiamato a chiarire quali regole l’Italia intende adottare per affrontare i prossimi anni, tra il ruolo degli idrocarburi, il contributo del nucleare e la sostenibilità economica degli obiettivi ambientali. A seguire, il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, offrirà la prospettiva di un territorio chiave per la competitività del Paese.
La transizione non è più un percorso scontato: l’impasse europea sull’obiettivo di riduzione del 90% delle emissioni al 2040, le divisioni tra i Paesi membri, i costi elevati per le imprese e i nuovi equilibri geopolitici stanno mettendo in discussione strategie che fino a poco tempo fa sembravano intoccabili. Domande cruciali come «quale energia useremo?», «chi sosterrà gli investimenti?» e «che ruolo avranno gas e nucleare?» saranno al centro del dibattito.
Dopo l’apertura istituzionale, spazio alle testimonianze di aziende e manager. Nicola Cecconato, presidente di Ascopiave, dialogherà con Belpietro sulle opportunità di sviluppo del settore energetico italiano. Seguiranno gli interventi di Maria Rosaria Guarniere (Terna), Maria Cristina Papetti (Enel) e Riccardo Toto (Renexia), che porteranno la loro esperienza su reti, rinnovabili e nuova «frontiera blu» dell’offshore.
Non mancheranno case history di realtà produttive che stanno affrontando la sfida sul campo: Nicola Perizzolo (Barilla), Leonardo Meoli (Generali) e Marzia Ravanelli (Bf spa) racconteranno come coniugare sostenibilità ambientale e competitività. Infine, Maurizio Dallocchio, presidente di Generalfinance e docente alla Bocconi, analizzerà il ruolo decisivo della finanza in un percorso che richiede investimenti globali stimati in oltre 1.700 miliardi di dollari l’anno.
Un confronto a più voci, dunque, per capire se la transizione energetica potrà davvero essere la leva per un futuro più sostenibile senza sacrificare crescita e lavoro.
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Chi ha inventato il sistema di posizionamento globale GPS? D’accordo la Difesa Usa, ma quanto a persone, chi è stato il genio inventore?