2024-03-22
Armi e grano ucraino. Il Consiglio europeo non trova l’accordo
I Paesi del Nord contro l’idea di emissioni di debito comune per le spese militari. Scintille sui tetti all’import da Kiev.La due giorni di Giorgia Meloni a Bruxelles è iniziata ieri con una prima parte di Consiglio europeo orientato alle questioni della guerra in Ucraina e della Difesa comune europea. L’agenda, molto ricca, ha visto anche, all’inizio, un incontro con il segretario generale dell’Onu António Guterres, un intervento del presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola e un collegamento in videoconferenza con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Il presidente del Consiglio, il belga Charles Michel, ha puntato molto sui temi della Difesa. Il primo punto all’ordine del giorno era la decisione sul supporto finanziario all’Ucraina. Sinora, l’Unione europea ha fornito aiuti complessivi per 143 miliardi di euro: 81 miliardi in sostegno finanziario, 33 miliardi in sostegno militare, 17 miliardi come sostegno ai rifugiati e 12 miliardi in sovvenzioni e prestiti forniti dai singoli Stati. La discussione di ieri verteva sulla destinazione degli utili provenienti dai fondi russi congelati, che la Germania vorrebbe fossero destinati al supporto finanziario dell’Ucraina. Si parla di una cifra attorno ai 3 miliardi di euro. Dopo l’invasione dell’Ucraina, infatti, circa 260 miliardi di euro di attività appartenenti alla Banca centrale russa sono stati bloccati nelle giurisdizioni dei partner del G7, dell’Ue e dell’Australia, con oltre due terzi di beni bloccati nell’Ue. «I profitti dagli asset russi congelati che possono essere utilizzati dall’Unione europea, a mio avviso, dovrebbero ovviamente essere utilizzati innanzitutto per avere la possibilità di acquistare armi e le munizioni di cui l’Ucraina ha bisogno per la sua lotta difensiva», ha detto il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, «Vladimir Putin ha sbagliato i calcoli se ritiene che non saremo in grado di sostenere l’Ucraina per tutto il tempo necessario e l’utilizzo dei profitti è un piccolo ma importante elemento». «Credo sia giusto usare a favore dell’Ucraina gli extraprofitti. Abbiamo chiesto a Josep Borrell di presentare una proposta con una solida base giuridica, affinché non ci siano dubbi. L’importante è che si usino a favore dell’Ucraina», ha detto il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani.L’altro punto sui temi bellici riguardava la discussione sulla sicurezza e la Difesa europea, con la richiesta esplicita di Michel di un piano per il rafforzamento dell’industria europea della Difesa. Un piano che dovrebbe prevedere investimenti ingenti nel settore dell’industria bellica. Il problema però è reperire i fondi necessari. Sul tavolo vi è la proposta di introdurre «defense bond», come li ha chiamati Paolo Gentiloni, ovvero l’emissione di debito comune europeo finalizzato a investimenti nel settore degli armamenti e delle tecnologie per la Difesa. Ma il gruppo dei Paesi del nord capitanati dalla Germania ha decisamente frenato sull’ipotesi e l’idea è ora di affidare alla Commissione la redazione di un documento che illustri le varie opzioni possibili, evitando riferimenti a strumenti finanziari «innovativi». La Germania resta allergica a soluzioni che prevedano la messa in comune del debito.Ieri a Kiev, intanto, sono piovuti diversi missili russi, che a quanto pare avevano l’obiettivo di distruggere la direzione dell’intelligence del ministero della Difesa. I missili sono stati abbattuti prima che raggiungessero gli obiettivi. In collegamento con il Consiglio, in seguito agli attacchi missilistici russi di ieri, Zelensky ha detto: «Sono grato per la creazione del Fondo di assistenza all’Ucraina, che ammonta a 5 miliardi di euro, e per il sostegno all’iniziativa della Repubblica Ceca di acquistare munizioni per i nostri soldati. Tutto questo ci aiuterà. Purtroppo l’uso dell’artiglieria in prima linea da parte dei nostri soldati è umiliante per l’Europa, nel senso che l’Europa può fornire di più. Ed è fondamentale dimostrarlo ora». In precedenza Zelensky aveva parlato della difesa missilistica fornita dai Patriots, dicendo che è necessaria per l’Ucraina. Molto probabilmente, una difesa missilistica è ciò che il presidente ucraino ha chiesto ieri ai leader europei. Altro argomento caldo era la proposta di limitare le agevolazioni commerciali concesse all’Ucraina, che hanno provocato un aumento vertiginoso nelle esportazioni di merci agricole ucraine verso l’Ue a danno grave dell’agricoltura dell’Ue, particolarmente quella polacca e francese. In fase di discussione ieri, si è manifestato proprio un asse Italia-Polonia-Francia che ha bloccato l’approvazione dell’accordo, giudicato troppo debole. Il governo francese, in particolare, scottato dalle recenti proteste degli agricoltori, chiede più limiti, soprattutto sull’import di grano da Kiev. Il Consiglio proseguirà oggi con le questioni economiche.Sull’altro fronte, quello del Medio Oriente, Borrell ha detto: «Israele ha il diritto di difendersi, ma non di vendicarsi». Secondo quanto è trapelato da fonti italiane, Giorgia Meloni ha ribadito la necessità di un’immediata pausa umanitaria e si sarebbe detta preoccupata per l’annunciata operazione di terra a Rafah, contro cui ieri si è espresso anche il segretario di Stato Usa Antony Blinken, che oggi sarà in Israele. Sempre oggi Il capo del Mossad, David Barnea, incontrerà in Qatar il direttore della Cia, William Burns, il primo ministro del Qatar e il capo dell’intelligence egiziana per discutere degli ostaggi. Sempre oggi a Bruxelles, la rappresentanza permanente d’Italia presso l’Unione europea, in collaborazione con la rappresentanza permanente d’Italia presso la Nato e l’ambasciata d’Italia, organizza gli Stati generali dell’Italia. L’evento riunisce a Bruxelles funzionari di nazionalità italiana che lavorano nelle istituzioni europee e alla Nato, nonché rappresentanti del mondo economico, del settore accademico e degli italiani all’estero. È prevista la presenza di esponenti del nostro governo.
La maxi operazione nella favela di Rio de Janeiro. Nel riquadro, Gaetano Trivelli (Ansa)
Nicolas Maduro e Hugo Chavez nel 2012. Maduro è stato ministro degli Esteri dal 2006 al 2013 (Ansa)
Un disegno che ricostruisce i 16 mulini in serie del sito industriale di Barbegal, nel Sud della Francia (Getty Images)
Situato a circa 8 km a nord di Arelate (odierna Arles), il sito archeologico di Barbegal ha riportato alla luce una fabbrica per la macinazione del grano che, secondo gli studiosi, era in grado di servire una popolazione di circa 25.000 persone. Ma la vera meraviglia è la tecnica applicata allo stabilimento, dove le macine erano mosse da 16 mulini ad acqua in serie. Il sito di Barbegal, costruito si ritiene attorno al 2° secolo dC, si trova ai piedi di una collina rocciosa piuttosto ripida, con un gradiente del 30% circa. Le grandi ruote erano disposte all’esterno degli edifici di fabbrica centrali, 8 per lato. Erano alimentate da due acquedotti che convergevano in un canale la cui portata era regolata da chiuse che permettevano di controllare il flusso idraulico.
Gli studi sui resti degli edifici, i cui muri perimetrali sono oggi ben visibili, hanno stabilito che l’impianto ha funzionato per almeno un secolo. La datazione è stata resa possibile dall’analisi dei resti delle ruote e dei canali di legno che portavano l’acqua alle pale. Anche questi ultimi erano stati perfettamente studiati, con la possibilità di regolarne l’inclinazione per ottimizzare la forza idraulica sulle ruote. La fabbrica era lunga 61 metri e larga 20, con una scala di passaggio tra un mulino e l’altro che la attraversava nel mezzo. Secondo le ipotesi a cui gli archeologi sono giunti studiando i resti dei mulini, il complesso di Barbegal avrebbe funzionato ciclicamente, con un’interruzione tra la fine dell’estate e l’autunno. Il fatto che questo periodo coincidesse con le partenze delle navi mercantili, ha fatto ritenere possibile che la produzione dei 16 mulini fosse dedicata alle derrate alimentari per i naviganti, che in quel periodo rifornivano le navi con scorte di pane a lunga conservazione per affrontare i lunghi mesi della navigazione commerciale.
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Viktor Orbán durante la visita a Roma dove ha incontrato Giorgia Meloni (Ansa)