2020-01-31
Appello degli influencer dem contro i decreti Sicurezza. L’ala destra del M5s arranca
Il trio Bartolo-Schlein-Majorino chiede una «svolta radicale» al governo: cittadinanza per tutti e abolizione delle leggi Salvini. Vito Crimi non pervenuto, dimaiani più isolati.Immigrazione, avanti tutta. È dai piccoli segnali che si intuiscono i grandi cambiamenti. E, nel caso di specie, la chiara volontà del Pd e della sinistra di governo di spalancare nuovamente i confini. A chiederlo, senza nemmeno troppi giri di parole, peraltro, sono stati ieri gli eurodeputati Pietro Bartolo e Pierfrancesco Majorino, insieme a Elly Schlein di Emilia Romagna coraggiosa.«In Italia e in Europa c'è bisogno di una svolta radicale in materia di politiche di immigrazione. Per questo rivolgiamo al governo un appello preciso: ci si faccia carico di scelte più nette rispetto a quelle operate fin qui», hanno affermato. In politichese, le «scelte più nette» significano questo: «Serve una nuova legge quadro su una materia che fin qui è stata affrontata attraverso le lenti dell'insicurezza, della paura, della fragilità dei progetti di inclusione e integrazione. E serve una nuova legge sulla cittadinanza che cancelli l'odiosa differenza tra bambini che nascono e crescono in questo Paese e che devono essere sempre riconosciuti come italiani». Il percorso proposto da Bartolo, Majorino e Schlein è chiaro e punta a smantellare l'attuale sistema normativo voluto dall'ex ministro dell'Interno Matteo Salvini poco meno di un un anno fa: «La cancellazione dei decreti Salvini, il superamento della Bossi-Fini, il potenziamento dell'accoglienza diffusa, il rilancio di Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, ndr), un grande piano nazionale per la piena integrazione, il sostegno al soccorso in mare, la nuova gestione dei flussi contro qualsiasi illegalità, l'annullamento del memorandum con la Libia in cui la situazione non garantisce il rispetto diritti fondamentali e la cancellazione di quella autentica vergogna costituita dai campi di detenzione: tutto ciò deve e può essere il cuore di una nuova pagina da scrivere immediatamente attraverso il nostro Paese. Un Paese che, ovviamente, non va lasciato solo». Insomma, tutto quello che ben conosciamo delle stagioni di Renzi e Gentiloni. I tre esponenti di sinistra concludono sottolineando che «anche per questo è sempre più necessario che in sede europea si approvi davvero la riforma di Dublino e vinca la logica della comune responsabilità nella gestione dei processi di accoglienza e non quella della continua deresponsabilizzazione che aiuta i trafficanti e tratta i migranti come un nemico da respingere». Un appello che, per coincidenza di toni e di finalità, sembra quasi concordato con le esternazioni, ad Agorà su Rai 3, del leader dem Nicola Zingaretti. «Dobbiamo costruire delle politiche sull'immigrazione e dobbiamo farlo in fretta», ha esordito. «Io nella mia regione non ho fatto chiudere gli Sprar, abbiamo bisogno di una rete di accoglienza, quelli di Salvini non erano decreti Sicurezza ma “decreti propaganda" e “paura"», ha proseguito il segretario del Partito democratico. «Noi vogliamo fare dei nuovi decreti per la sicurezza urbana, che vuol dire accoglienza, pulizia delle strade, illuminazione, periferie. Io voglio ribellarmi alla subalternità perché con quei decreti con la sicurezza non c'entrano niente, serve un'altra strategia per la sicurezza». Una strategia «dell'integrazione e del controllo delle frontiere anche con l'Ue», ha aggiunto ribadendo che «è una favola priva di fondamento» quella della destra sulla sicurezza perché «nella manovra finanziaria questo governo ha dovuto pagare gli straordinari alle forze di polizia che loro non avevano pagato. La lotta agli spacciatori non si fa andando a citofonare, ma lottando contro il grande traffico».Che qualcosa si stia muovendo dalle parti del Nazareno, è chiaro, quindi. Come queste sollecitazioni possano poi arrivare a Palazzo Chigi e trovare concreta applicazione è il tema del contendere. L'alleato grillino (maggioritario, almeno sulla carta) ha sempre avuto un atteggiamento altalenante nei confronti dell'immigrazione. L'ex capo politico, Luigi Di Maio, ha incarnato l'anima più intransigente del Movimento e un argine a «sanatorie» e politiche immigrazioniste ultra permissive. Ma ora Di Maio non c'è più alla guida dei 5 stelle, ha lasciato l'incarico, e il pensiero del suo successore, Vito Crimi, non è pervenuto. C'è però l'ala sinistra del M5s che fa capo al presidente della Camera, Roberto Fico, che potrebbe rappresentare la sponda ideale per dare operatività ai propositi di Zingaretti e del Pd. E di quanti, a vario titolo, pretendono un ritorno al passato. Come Emergency che, sempre ieri, ha attaccato la proroga, fissata per domenica 2 febbraio, del memorandum Italia-Libia. Un accordo che l'associazione definisce «vergognoso». «È il memorandum che, durante il governo Gentiloni che l'ha stipulato e i successivi governi Conte che l'hanno mantenuto finora, ha “regolato" la politica tra i due Paesi in tema di immigrazione e sbarchi, sancendo una stretta collaborazione con la Guardia costiera libica, i cui membri sono stati accusati ripetutamente dalle agenzie Onu di traffico e detenzione di esseri umani», ha scritto la Ong in una nota. «È lo stesso memorandum che, negli stessi tre anni, tutte le organizzazioni e agenzie internazionali per i diritti umani hanno condannato per il rischio effettivo che rappresenta per la tutela dei diritti delle persone migranti». Dunque, tutto un mondo si è messo in movimento. Difficile, a questo punto, immaginare che si possa fermare solo per la contrarietà di un'opinione pubblica che cerca risposte a criticità ben più impellenti.