2023-10-06
«Al sit in anti Salvini la toga pro migranti che ferma il governo»
Matteo Salvini. Nel riquadro il frame del video diffuso dalla Lega (Ansa)
La Lega diffonde un video del 2018 che mostrerebbe Iolanda Apostolico in piazza con la sinistra. Roberto Vannacci per un libro è stato fatto fuori.Il generale Roberto Vannacci, prima di venire fatto fuori, si occupava di cartografia. L’alto ufficiale era infatti a capo dell’Istituto geografico militare di Firenze, un incarico non propriamente operativo e non di primissimo piano. Tuttavia, quando è stato pubblicato un suo libro contenente opinioni di varia natura, tutte non inerenti al reparto da lui comandato, lo Stato maggiore ne ha preteso la rimozione, sostenendo che un uomo dello Stato non può essere di parte. E il ministro della Difesa ha avallato la decisione. Ma se il principio della terzietà vale per un militare, sebbene Vannacci a Firenze non fosse chiamato a occuparsi di migranti, gay o transizione energetica bensì di carte geografiche, non si capisce perché a maggior ragione non debba valere per un magistrato, il quale ha tutto il diritto di esprimere le proprie opinioni in materia di immigrazione clandestina, ma poi come minimo dovrebbe astenersi dall’occuparsi del medesimo argomento, emettendo sentenze che, guarda caso, paiono in linea non con la legge in vigore, ma non i suoi convincimenti personali. Ovviamente, ogni riferimento al magistrato di Catania che ha rimesso in libertà quattro tunisini trattenuti nel centro di Pozzallo è voluto. Iolanda Apostolico, questo il nome del giudice, nei giorni scorsi ha detto di aver preso la decisione sulla base di semplici considerazioni giuridiche, escludendo che il provvedimento sia riconducibile a una questione personale. Ne prendiamo atto. Tuttavia, oltre ai like messi a messaggi politicamente orientati, ora spunta una manifestazione di protesta contro il trattenimento dei migranti a bordo della nave di una Ong. A collocare la magistrata sulla scena di uno scontro con la polizia è un video, in cui la si riconosce a fianco del marito, già noto per la sua posizione pro migranti e vicina al partito di Potere al popolo. Nulla di illecito, ovviamente. In un Paese libero, chiunque può partecipare a un’iniziativa di protesta contro le misure prese dal governo. Certo, se sei un magistrato e ti occupi di migranti, sarebbe preferibile stare alla larga da manifestazioni del genere. Soprattutto, essendo un servitore dello Stato, sarebbe consigliabile evitare di partecipare a raduni in cui si definiscono «assassini» e «animali» altri servitori dello Stato. Nel video, infatti, si sentono chiaramente gli insulti contro gli agenti di polizia in servizio d’ordine. È vero, la Apostolico dalle immagini non pare aprir bocca e dunque non si può dire che abbia condiviso quei giudizi contro le forze dell’ordine, ma già la sua presenza in quel contesto è qualche cosa che stona. All’epoca, siamo nel 2018 e il ministro dell’Interno era Matteo Salvini, la sinistra più estrema contestava il blocco della nave Diciotti. Che ci faceva in quella sede, in mezzo a un gruppo di scalmanati contestatori, un giudice? Voleva vedere con i propri occhi quello che succede? Oppure intendeva portare solidarietà a chi protestava o ai migranti trattenuti a bordo della nave? Comunque sia, appare evidente che la sua partecipazione all’iniziativa non è affatto una vicenda personale e nemmeno ci si può nascondere, come hanno fatto alcuni esponenti dell’Associazione nazionale magistrati, dietro la privacy, dicendo che non è consentito di scandagliare la vita delle persone. Qui non si tratta di passare ai raggi X i fatti privati di un magistrato, ma di stabilire se i suoi comportamenti fuori dall’ufficio influiscano sulle decisioni prese in tribunale. È inutile nascondersi dietro a un dito: mentre il generale Vannacci aveva tutto il diritto di pensare quello che voleva e poteva andare dove gli pareva perché nel suo ruolo non doveva decidere sulla vita dei migranti o dei gay, un giudice no, perché se manifesta a favore degli extracomunitari non può certo essere considerato terzo quando deve emettere una sentenza su dei presunti profughi. È il buon senso a far capire che se hai opinioni personali in una materia di cui ti devi occupare, la logica, ma anche la deontologia, suggerisce di astenersi. E invece no, non soltanto la magistrata di Catania ha voluto decidere, ma lo ha fatto disapplicando una legge che, a suo parere, è da ritenere incostituzionale, contestando dunque il principio che alla magistratura tocchi applicare la legge e, nel caso ravvisi elementi in contrasto con la Carta su cui si fonda la Repubblica, semmai di sospendere il giudizio in attesa di una pronuncia della Consulta. Negli anni Settanta, agli albori della nascita di Magistratura democratica, la corrente più estrema delle toghe, si teorizzava l’uso alternativo del diritto, con l’intenzione di disapplicare le leggi borghesi per far evolvere la giurisdizione in favore delle classi subalterne. Erano i tempi in cui si rivendicava la funzione politica della magistratura, che si doveva evolvere verso una sorta di socialismo giuridico di segno marxista. Sono passati gli anni e Karl Marx non è più di moda, come non lo è la classe operaia. Ma l’impostazione è la stessa, semplicemente si sono sostituite le classi subalterne con i migranti. Certi giudici ritengono di essere soggetti «soltanto alla legge costituzionale» e, se del caso, all’applicazione delle leggi ordinarie, ma se e quando le ritengono compatibili con la Costituzione. In pratica, si tratta di magistrati che si «ergono a giudici delle stesse leggi» quando ritengono che queste «trasgrediscano la Costituzione». È la Giustizia creativa, che ogni ufficio di tribunale secondo questo principio dovrebbe fare da sé. Una giustizia personale.Ps. Mentre la giudice dei quattro tunisini partecipava a una manifestazione in cui si gridava «assassini» agli agenti, nelle conversazioni di Luca Palamara, ex capo dell’Anm, si discuteva di come incastrare Matteo Salvini, ministro dell’Interno. Bell’esempio di autonomia e indipendenza della magistratura.