2022-02-22
Anziani prigionieri nelle case di riposo senza il conforto di figli e nipotini
Hanno tolto loro diritti e servizi in modo arbitrario. Sono diventati capri espiatori senza alcun fondamento scientifico. Vengono dileggiati, mostrificati o ignorati dall'opinione pubblica. Di fatto, sono milioni gli "invisibili" che, a prescindere dalla bontà o meno delle loro ragioni, vengono privati del lavoro e non solo in virtù di provvedimenti spericolati e quasi unici nelle democrazie occidentali. Vogliamo raccontare - anche - le loro storie. Scriveteci a invisibili@laverita.infoSono stata costretta a «congelare» la mia partita IvaAll'alba dei miei 44 anni, ripenso alla mia infanzia quando immaginavo di poter avere, un giorno, il superpotere dell’invisibilità. Da invisibile sognavo la libertà che avrei acquisito... In fondo anche Harry Potter (tanto amato da mia figlia) con il mantello dell’invisibilità riusciva a entrare nel settore proibito della biblioteca o a sfuggire ai nemici. Mai avrei immaginato che non sarebbe stata una bacchetta magica a conferirmi tale potere, ma lo Stato e per di più pensando volutamente di togliermi le libertà e i diritti naturali in nome di un miracoloso vaccino che, contro tutte le evidenze scientifiche, perpetua una situazione contraddittoria e poco chiara. Sono osteopata da 20 anni circa e non posso lavorare, nonostante i tamponi, nello studio medico con cui collaboravo da anni. Ho sospeso temporaneamente la partita Iva. Questo per non mettere nei guai collaboratori e colleghi non essendo vaccinata e per non prendere multe che pagherei con molta fatica dati i problemi economici di tanti pazienti e la conseguente riduzione del mio lavoro negli ultimi due anni e mezzo.Dopo la Dad prolungata senza fine, con tutte le sequele psicologiche e fisiche, ho deciso insieme con mio marito, con l’accordo di mia figlia quindicenne, di toglierla dalla scuola ed esercitare un altro superpotere che non sapevo di avere: quello di decidere, come genitori, per l’educazione di nostra figlia divenendone parte attiva, in scuola parentale, nell’attesa speranzosa di rivederla con i suoi compagni l’anno prossimo. Mio marito e io ringraziamo, ogni settimana, dei suoi giorni di lavoro «concessi» nell’attesa delle prossime restrizioni e abbiamo scoperto che l’invisibilità ci ha donato anche la speranza che la verità, ma quella vera, non potrà essere invisibile per sempre. L’invisibilità nasconde senza dubbio persone con grandi poteri: la capacità di usare l’intelletto e la volontà di cui Dio ci ha provvisto, la libertà di conoscere, approfondire e reagire, la capacità di adattarsi ai cambiamenti con positività, la capacità di esercitare l’amore verso il prossimo (essere umano a prescindere dal magico curriculum vaccinale) nonostante le pesanti discriminazioni che ci vengono donate, e la speranza nella verità che per noi ha un nome preciso ed è l’unica alla quale ci riferiamo nella nostra esistenza. L’invisibilità ha tante sfaccettature, tra tutte quelle citate ovviamente non posso dimenticare la libertà di rispettare la mia dignità personale, il mio corpo e la mia capacità critica e di difendere il prossimo ponendo limiti e dubbi.Deborah MenegazzoHo rinunciato alla gioia di comprare un libroL’altro giorno è stato il compleanno di una mia grande amica. Ho pensato: vado in libreria e scelgo qualcosa come ho sempre fatto con enorme piacere. Poi mi sono fermata e mi sono detta: non posso entrare in libreria senza il green pass. Pazzesco. Certo avrei potuto fare un ordine online fregandomene del caro amico che ha avuto il coraggio di aprire una libreria in un piccolo paese in piena pandemia, credendoci. Oppure avrei potuto chiamarlo, il caro amico librario, e dargli appuntamento in qualche parcheggio, lontano da occhi indiscreti, come fa la gente che si scambia merce illegale. Ho sempre saputo che la cultura è una «sostanza stupefacente», ma non è mai stato così evidente come in questo periodo storico.Teresa BrunoFacciamo morire i nostri vecchi nella solitudineHo dovuto portare mio papà di 92 anni in una casa di riposo nel mese di novembre 2021 e dal 30 di dicembre non sono più potuta andare a trovarlo. È stato ricoverato e nessuno è potuto andare a salutarlo o a fargli compagnia. Ora si trova in una situazione abbastanza grave e ancora non posso andargli a stringere la mano o a visitarlo. Non posso nemmeno rivolgermi ai carabinieri perché, per quanto sia ingiusta, questa è la legge. So già che probabilmente non lo vedrò più e se dovesse verificarsi la peggiore delle ipotesi non so nemmeno se potrò andare al suo funerale. Il nostro governo ha voluto proteggere gli anziani dal virus ma li ha lasciati morire di solitudine.Rosaria AstaIl capo mi impone la puntura anche se non puòHo 45 anni e vivo in un paesino nella provincia di Salerno. Come tanti altri, né io né la mia famiglia ci siamo voluti vaccinare e scendere a ricatti tanto è vero che io dal 10 ottobre 2021 non lavoro più. Questa è la mia storia. Lavoravo presso una mensa in una azienda privata. Verso la metà di settembre vengo chiamato in disparte dal mio responsabile che mi dice che se non mi fossi vaccinato non ci sarebbe più stato spazio per me, ma senza paura sono andato dritto nel mio percorso, seguendo i miei ideali e non cedendo al ricatto.Avendo una bambina piccola con un’età inferiore ai 6 anni ancora potevo chiedere un congedo parentale pagato al 30% senza farmi sospendere e così ho fatto fino al 16 febbraio di quest’anno, giorno del compleanno di mia figlia. Intanto in questi mesi ho saputo che in altre ditte esterne che operano per l’azienda chi non si è voluto sottoporre alla vaccinazione può lavorare con il semplice tampone, cosa che al sottoscritto non è mai stata permessa perché il mio responsabile voleva che mi vaccinassi. Il 17 febbraio dovevo tornare al lavoro perché il congedo era scaduto, ma il 16 mattina sono stato chiamato dal mio sindacalista. Mi ha detto che non potevo rientrare senza l’avvenuta vaccinazione e che se avessi voluto lavorare avrei dovuto provvedere. In questi giorni sono in malattia e nel frattempo mi sono informato con un’amica avvocato che mi ha confermato che mi stanno discriminando, che non rientro in nessun obbligo vaccinale e che potrei intentare una causa giudiziaria che però al momento non mi posso permettere.Giuseppe AllegroSe dovrò chiudere lascerò a casa tutti i dipendentiSono proprietario di un ristorante in Romagna con una grande storia alle spalle. Ho diversi dipendenti, solitamente sette, nei periodi più intensi nove, e gestisco l’attività con mia moglie. Siamo tutti e due over 50 e non abbiamo ancora fatto il vaccino. Ci siamo sempre sottoposti quotidianamente a tamponi per lavorare. Cosa dovremmo fare? Chiudere e lasciare a casa tutti i dipendenti? Sarebbe una scelta totalmente paradossale. Ho tanti amici in Spagna che mi raccontano la loro esperienza di vita in questo periodo storico, completamente opposta alla nostra. E spesso sorge la tentazione di emigrare. Di andare dove si può fare impresa in santa pace, senza dover pagare per lavorare o essere sanzionati per non lasciare i dipendenti a piedi. Anche mio figlio ventottenne comincia a non credere più agli assurdi dettami dei nostri politici. Stefano MordentiLe liti sul siero hanno diviso la mia famigliaNella nostra famiglia ci sono sempre stati pareri contrastanti su tante questioni, ma questo fatto non è mai stato visto come una cosa negativa, anzi. Nonostante idee apparentemente inconciliabili, poterne discuterne, anche in maniera colorita, è sempre stato costruttivo, anche se alla fine ognuno andava avanti a pensarla esattamente come prima. Con l’arrivo del Covid, del vaccino e del green pass, le cose sono cambiate completamente. Dopo una discussione su questi argomenti sono stati lanciati giudizi personali («Irresponsabili ed egoisti») nei confronti di quei familiari che aveva osato rivendicare una certa libertà di scelta rispetto all’iniezione. Da allora qualcosa si è rotto e questa frattura continua ad allargarsi.La distanza che ormai ci separa dal resto della famiglia ci ha lasciati veramente stupiti. La sensazione che abbiamo è di appartenere letteralmente a due mondi diversi divisi in compartimenti stagni e ogni volta che si tenta un confronto si ottiene solo una sterile scaramuccia tra chi ripete la versione del governo e chi cerca ancora di esercitare un pensiero critico, con tutti i limiti che può avere. Sentiamo il peso di un giudizio che non meritiamo. Il punto più basso lo abbiamo raggiunto quando ci è stato detto che è giusto curare prima i vaccinati dei non vaccinati: i nostri famigliari hanno indirettamente detto che, se uno di noi stesse male, sarebbe giusto abbandonarci a noi stessi perché abbiamo semplicemente deciso di essere liberi. Come possono persone di buon cuore (come sono i nostri parenti) pensare una cosa simile? Eppure, si sono sempre prodigati per gli amici in difficoltà, non si sono mai tirati indietro quando c’era da consolare una sofferenza e aiutare, sono sempre stati presenti premurosamente e con amore nei momenti difficili della nostra vita. Ma ora sentono di appartenere ai virtuosi, a coloro che con la loro scelta hanno contribuito al bene della società, e le sofferenze e le privazioni che gli altri, sotto continuo ricatto, stanno subendo non li coinvolgono minimamente: l’emarginazione messa in atto contro chi non ha condiviso la loro scelta secondo loro è una giusta conseguenza. In poche parole: non mi importa cosa stia accadendo agli altri, l’importante è che non stia accadendo a me.Maria Chiara De PeroA 72 anni compiuti mi scopro una fuorileggeMi è stato insegnato il rispetto delle regole democratiche. Ho appena compito 72 anni e come pericolosa fuorilegge (ho scelto consapevolmente di non vaccinarmi) mi vedo impedita a gestire i miei interessi in banca, a fare una passeggiate nel mio vicino capoluogo di provincia, a regalarmi una maglietta, a fare visita ai miei nipotini oltre il perimetro di 30 chilometri. Sono sofferente e indignata ma non mi convincerà mai nessuno a chiamare democrazia quella che è una ignobile e malata «idioticrazia».Caterina Blangetti Nelle scuole chi non si vaccina viene bullizzatoHo una figlia che frequenta il primo liceo in una scuola privata di Roma. Premetto che sono 22 ragazzi tutti vaccinati a esclusione di mia figlia e un altro compagno. Proprio ieri, dopo essere uscita da scuola, mi ha raccontato come era andata la mattinata, poi con un tono un po’ impaurito mi ha detto: «Mamma lo sai che Mario (l’altro ragazzo non vaccinato) è in Dad, però non so se è positivo. In classe al banco dietro di me ho sentito dire: “Magari muore così la prossima volta si vaccina, sicuramente si sarà infettato apposta per avere il green pass per sei mesi”». Ci rendiamo conto? Prima di dicembre a questo ragazzo, circondato da un gruppetto di compagni, è stato detto: «Stacci lontano, non sei vaccinato, ci infetti». Non è bullismo questo? Come dobbiamo chiamarlo? Ecco cosa sono stati capaci di creare e se i ragazzi parlano così è per bocca di genitori che non hanno rispetto del prossimo. Ma nessuno ne parla di questo, si pensa solo a premiare i vaccinati con tre dosi e a discriminare sempre di più i non vaccinati. Mia figlia ha aggiunto: «Mamma io in classe ho detto che sono vaccinata, ho paura che i miei compagni mi escludano».Lettera firmataLe regole imposte nelle Rsa sono discriminatorieQueste le ultime disposizioni della Rsa dove è ricoverata mia madre. Le persone non vaccinate o guarite (come me) possono vedere i famigliari solo dall’esterno, attraverso un vetro. Poiché in questa stagione non è consigliabile rimanere in piedi, e fermi, al freddo deduco che questo sia un provvedimento discriminatorio dal momento che i vaccinati possono accedere alla struttura esclusivamente con l’esito di un tampone eseguibile presso la casa di riposo. Se il tampone è l’unico mezzo sicuro perché non viene esteso a tutti? Per la cronaca io, 68 anni e non vaccinata, non mi sento sola, né disperata, ma molto arrabbiata con uno Stato per il quale esisto solo come contribuente Elena MeggettoIl dolore di essere esclusa dalle amicheLa prima volta in cui provai un doloroso sentimento di esclusione fu quando due mie care amiche mi invitarono a pranzo in un ristorante. Fuori dai locali noi «cattivi» potevamo ancora sederci. Suggerii loro di pranzare all’interno per non prendere freddo, avrei fatto solo un saluto. Arrivata alla porta, una cameriera mi chiese il green pass e, visto che non ce l’avevo, mi disse che non sarei potuta entrare. Le mie amiche le chiesero se mi sarei potuta sedere senza consumare ma lei fu irremovibile, a quel punto decidemmo di restare all’aperto. Mi sentii esclusa, rifiutata, mentre gli avventori autorizzati ridevano e mangiavano. Raccontai la vicenda ad altre amiche e questo fu causa di chiusure e incomprensioni, per alcune di rifiuto e critiche per la mia scelta. Il mio libero atto di volontà nasce dalle mie gravi allergie che nessun medico ha deciso essere motivo per una esenzione e così eccomi qui a vivere questi giorni lunghi, colmi di impegni con i miei anziani genitori per i quali spero ogni giorno sia di salute poiché nel caso contrario non potrei stare con loro in un ospedale. Vivo con estrema parsimonia dal punto di vista economico e domandandomi quando mi riconsegneranno il diritto di vivere, immaginando un futuro in cui le persone, non tutte per fortuna, continueranno a provare sentimenti di ostilità nei confronti miei e di persone come me.Nicoletta VerziccoNiente stipendio nonostante sia stata esentataCaro ministro Roberto Speranza, mi auguro stia bene nonostante tutto, nonostante lei sia riuscito «perfettamente» a rendere impossibile la vita di milioni di italiani, nonostante abbia creato un sistema talmente folle da non sembrare nemmeno reale. Green pass, codice Cuev, Qr code, eccetera… Ogni nuova regola smentisce la precedente e con l’annuncio di una nuova direttiva le gambe tremano. Ora le racconto la mia storia: c’era una volta Giulia, infermiera, con i suoi problemi di salute, che riesce con immensa fatica a ottenere un’esenzione. Perché a fatica? Perché a Palazzo c’è un uomo che impone assurde regole ai medici di modo che sia difficilissimo rientrare nella categoria di persone che si «meritano» una tutela così grande. Tutti pronti a ripetere «ti devi vaccinare» e nessuno che ti dice «c’è l’anamnesi da fare». Ma poi arriva lui, il dottore scrupoloso, che con i referti alla mano ti dice: «Vaccinare lei? No, io non oso». Finalmente quel sacro foglio di carta, l’esenzione, arriva, finalmente la tanto attesa serenità, ma poi? La digitalizzazione! Devi diventare un Qr code? Cosa è? Un’idiozia, una prova di forza, una prova estenuante da vivere. Giulia allora cerca il medico scrupoloso, ma lui non può più intervenire, lo deve fare il medico di base, che però le dice che non è lui che lo deve fare. Giulia è disperata, chiama il ministero della Salute e la tranquillizzano: «Lo possono fare tutti i medici». Lei riprova, ma le risposte sono sempre le stesse: «Non si può». Così, mi ritrovo da mesi a casa senza stipendio. No, non è la fiaba dell’orco cattivo, è la realtà creata da lei, ministro Speranza, è la delirante realtà per la quale tutto il globo ride di noi che la accettiamo ma, a maggior ragione, di voi che emettete delle follie e ne siete addirittura orgogliosi e convinti. Mille giri per un pezzo di carta, mille telefonate per una procedura che voi, e solo voi, ritenete semplice. Ma a cosa le serve la digitalizzazione di un certificato? A cosa le serve complicare l’esistenza della gente? Giulia Di Biase