2023-11-08
Scandalo green travolge il Portogallo. E il premier socialista si dimette
Un’inchiesta per corruzione sugli investimenti «verdi» fa saltare il posto del primo ministro Antonio Costa che lascia in diretta tv dopo la perquisizione della polizia in casa sua. Arrestato pure il capo di gabinetto.Il rosso e il verde. Rosso: come l’ormai ex premier progressista portoghese, Antonio Costa. E verde, anzi green: come l’inchiesta che lo costringe alle dimissioni. Sognava di trasformare il suo Paese nella miniera d’Europa: l’avamposto continentale del litio, indispensabile per costruire le batterie delle auto elettriche. La chimerica speranza di Don Antonio era di scalfire il monopolio cinese. Invece è indagato proprio per quei progetti di esplorazione nel Nord del Paese, osteggiati da ecologisti e residenti, visti i rischi ambientali. Ma nel fascicolo giudiziario c’è pure un megaprogetto sull’idrogeno verde, finanziato dell’Unione europea con miliardi di euro.Sospetto politicamente letale: corruzione e traffico d’influenze. Accuse che, dopo aver circondato il primo ministro, finiscono per stritolarlo. La polizia, tra gli altri, arresta prima il suo capo di gabinetto, Vítor Escaria. Poi il sindaco della città portuale di Sines, Nuno Mascarenhas. Come pure l’imprenditore, consulente e amico personale di Costa, Diogo Lacerda Machado. Mentre tra gli indagati, oltre a Costa, ci sono un paio di ministri del suo governo e il capo dell’agenzia ambientale portoghese. L’abitazione del premier viene perquisita. E lui, cinto dall’assedio, annuncia le sue dimissioni, con un video messaggio in diretta inviato alle televisioni nazionali. Chiarirà con i giudici i sospetti sul suo conto, spiega. «Voglio dire ai portoghesi, guardandoli negli occhi, che non ho sulla mia coscienza il peso di nessun atto illecito», assicura Costa. «Come sempre, ho completa fiducia nella giustizia e nel suo funzionamento. Quella giustizia che ho servito per tutta la mia vita e la cui indipendenza ho sempre difeso». La sua carriera politica, però, è finita. Non si ricandiderà a primo ministro, annuncia. «I procedimenti penali di rado sono rapidi. Certamente non aspetterei che si concludano per trarre conclusioni».L’indagine si farà, certo. Ma intanto il prodigioso paladino dell’ambiente, celebrato dai progressisti continentali, viene disarcionato. Costa è un riverito modello per gli eurofanatici green. Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, nel 2021 comincia proprio da Lisbona il suo tour per presentare il salvifico Next Generation Eu. Il Portogallo, certifica, «non è solo il Paese che per primo ha presentato il suo piano di Recovery». È anche un campionissimo a cui ispirarsi, aggiunge. Al cospetto del governo di Lisbona, che destina il 38% dei fondi alla transizione ambientale, non resta che prendere appunti. Ma più modestamente, pure la leader del Pd, Elly Schlein, si lancia in sperticati elogi del «modello Costa»: il 28 settembre scorso, dopo aver incontrato il primo ministro portoghese per due ore, annuncia battaglie comuni su «salari e ambiente».Don Antonio, fino a ieri, era una leggenda per tutti i progressisti d’Europa. Governava ininterrottamente dal 2015. Sempre alla guida di coalizioni di sinistra, comunisti compresi. L’ultimo esecutivo, nato nel 2022, viene invece saldamente sostenuto da un monocolore socialista. Costa diventa così uno dei possibili candidati del Psoe per la guida della Commissione europea, in caso di vittoria dei socialdemocratici alle prossime elezioni del 2024. Nonostante le dimissioni, per scandali e inchieste, di una dozzina di ministri. Il fu premier portoghese, con piglio gretino, appena rieletto tuona: «Il primo obiettivo strategico del programma di governo è la lotta al cambiamento climatico». Punta dunque sullo sfruttamento delle riserve minerarie del Paese e sulle sue potenzialità energetiche, in ossequio ai dettami dell’Ue. Lisbona si frega le mani. Ha già scoperto di avere un possibile tesoro sotto terra, in particolare al Nord e nelle zone orientali al confine con la Spagna. A Covas do Barroso, vicino Porto, ci sono giacimenti di spodumene: minerali molto ricchi di litio. Potrebbe nascere una miniera a cielo aperto: quattro cave da 542 ettari. La più grande d’Europa. Tanto grande da produrre, secondo i calcoli più ottimistici, le batterie per 700.000 veicoli elettrici all’anno. Ma i residenti sono furenti. Lamentano rischi per l’ambiente e la salute. E la qualità del materiale estratto, in aggiunta, non sembra eccelsa.Costa, però, non demorde. Si adopera, tra il solito plauso dei progressisti, per snellire la burocrazia nel settore. Lancia un roboante programma dal titolo: «Ambiente mas simples». Basta lacci e laccioli, che finiscono per rallentare le autorizzazioni. «È fondamentale accelerare gli investimenti per fermare il cambiamento climatico. Questa è una delle aree in cui l’onere burocratico pesa di più in termini di creazione di costi che limitano gli investimenti». Meno male che c’è il governo portoghese. Non esiste modo migliore, spiegano allora da Lisbona, per prevenire illeciti e mazzette. Ma adesso un’inchiesta trasforma il vessillifero ambientale in supposto corruttore. La nemesi green di Don Antonio.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.