
Surreale «appello alle istituzioni» in occasione della giornata dedicata alle vittime delle foibe e dell’esodo: per l’ente fuori dal tempo anche in questa occasione bisognerebbe parlare solo dei crimini di Mussolini. Come se ciò giustificasse la violenza anti italiana.Proprio non ce la fanno ad accettare una lettura della storia diversa dalla loro. Anche se questa lettura non solo corrisponde a realtà ma rende finalmente la giusta dignità alle vittime dimenticate di una pulizia etnica. Come ormai ogni anno, l’Anpi contesta la giornata del Ricordo delle foibe e dell’esodo istriano dalmata, e questa volta - complice la presenza di un governo di destra - alza il tiro più del solito, lanciando «un appello alle autorità istituzionali e politiche affinché, in occasione dell’80° anniversario della Liberazione, sia ristabilita la verità storica e sia pienamente attuata la legge 92 del 20 marzo 2004, nota come legge sul giorno del Ricordo». Al netto del burocratese significa, molto più biecamente, che l’Anpi pretende di sminuire la portata del massacro attuato dai titini, proseguendo in una annosa opera di giustificazione dei carnefici che ha assunto ormai tratti patologici.I partigiani italiani ce l’hanno con le celebrazioni del giorno del Ricordo. «Attraverso l’istituzione nel calendario civile di tale giorno, la legge avrebbe dovuto compiere un doveroso atto di giustizia nei confronti degli innocenti, vittime della barbarie dell’infoibamento e della tragedia dell’esodo, ed assieme un doveroso riconoscimento di responsabilità nei confronti di tante altre vittime della più complessa vicenda del confine orientale. Non è avvenuto», scrivono. «A 21 anni di distanza appare con chiarezza che, in occasione della quasi totalità delle celebrazioni e delle circostanze relative al contenuto della legge, ci si è riferiti unicamente ed esclusivamente alle due grandi tragedie delle foibe e dell’esodo con una ricostruzione ufficiale che spesso ha teso a delegittimare o addirittura a demonizzare qualsiasi contestualizzazione di tali tragedie, negando così lo spirito e la lettera della legge che esplicitamente richiama la memoria “della più complessa vicenda del confine orientale”. In base ad una presunta verità politica dichiarata come assoluta e incontestabile si è arrivati al punto di mettere all’indice associazioni, istituti di ricerca, singoli storici e ricercatori specificamente in merito alla tragedia delle foibe, con accuse di negazionismo o di riduzionismo con l’evidente scopo di soffocare la libera ricerca e il libero dibattito e così di impedire una oggettiva ricostruzione dei drammatici eventi di quegli anni».Insomma, il giorno del Ricordo si basterebbe su una falsificazione della storia. «In particolare», prosegue l’Anpi, «si sono rimosse dal dibattito pubblico due circostanze storiche che hanno segnato in modo determinante la vicenda dell’attuale confine italo-sloveno. La prima è il cosiddetto fascismo di confine che, nel 1919 e negli anni successivi, insanguinò quelle terre con distruzioni, violenze ed omicidi nei confronti in particolare delle minoranze slave (sloveni e croati) oltre che degli oppositori politici del fascismo nascente. La seconda è l’invasione italiana di territori della ex Jugoslavia iniziata nell’aprile 1941, assieme all’invasione tedesca e ungherese. Gli occupanti italiani, agli ordini di comandi militari successivamente accusati di crimini di guerra, si resero responsabili per anni in tante circostanze di stragi efferate, internamenti mortali di civili in lager ed inenarrabili atrocità nei confronti delle popolazioni locali. Riconoscere tali eventi ed approfondirne le dinamiche non significa affatto sminuire il dramma delle foibe o offendere la memoria delle vittime, né tanto meno ignorare il calvario dell’esodo, ma vuol dire contestualizzare tali eventi nella più generale tragedia originata dall’invasione italiana e conseguentemente individuare anche le gravissime responsabilità, oggi oscurate, della guerra fascista e dei suoi responsabili che sono rimasti impuniti. Negazionista e riduzionista è esattamente chi rimuove tutto ciò e costruisce una narrazione faziosa, in palese contrasto con la tragica dinamica dei fatti del tempo e con la stessa legge sul Ricordo, con l’evidente obiettivo di riscrivere la storia ignorando, sminuendo o nascondendo i crimini del fascismo».Tutto chiaro? Il messaggio è sempre il medesimo: la colpa è dei fascisti, la cui presenza nei territori jugoslavi ha chiaramente suscitato l’insofferenza e l’odio delle popolazioni locali nei riguardi degli italiani. Ciò significa, nei fatti, stabilire che ci furono delle ragioni storiche, anche comprensibili, per l’infoibamento, la persecuzione e l’allontanamento forzato degli italiani di Istria e Dalmazia. Se questa non è giustificazione vorremmo sapere che cosa la sia. Certo, l’Anpi può portare avanti le battaglie che ritiene giuste, e certo non siamo sostenitori della censura per chi sostiene posizioni anche aberranti. Ricordiamo tuttavia che l’associazione dei partigiani percepisce ancora 92.450 euro di denari pubblici dallo Stato per portare avanti la sua opera di divulgazione storica. Soldi ai quali supponiamo vadano sommati i contributi ricevuti dagli enti locali. Tutto ciò consiglierebbe, per lo meno, un minimo di rispetto. E invece no. Invece l’Anpi non solo insiste con questi patetici appelli e comunicati, ma porta avanti con perizia la sua opera di disinformazione. Infatti annuncia che «realizzerà iniziative di buona e piena memoria in tanti territori» e contestualmente «fa appello affinché quest’anno quanto meno si avvii da parte delle istituzioni e delle forze politiche un’operazione di verità e di giustizia, nel pieno rispetto delle vittime delle foibe e dei protagonisti dell’esodo ed anche di tutte le altre vittime, italiane e slave di quei terribili anni, e nello spirito di un riconoscimento, seppur tardivo, delle responsabilità dal fascismo italiano. Lo si deve», sentenzia, «al popolo italiano, al popolo sloveno, al popolo croato». Già: lo si deve a coloro che ancora negano in larghissima parte la pulizia etnica, come no.Come ragionino i presunti eredi dei partigiani, purtroppo, lo sappiamo bene. E sappiamo pure che ogni tentativo di ricondurli a un approccio più dignitoso sia inutile. Infastidisce persino di più che costoro siano ancora fortemente sostenuti dalla sinistra, che li usa come strumenti per accusare questo o quell’altro di fascismo, salvo poi fingere di prenderne le distanze quando l’Anpi esonda su Russia e Israele. Vedremo se qualcuno fra i progressisti sarà in grado di distanziarsi dal negazionismo sulle foibe. Per una parte politica che si indigna per le (presunte) deportazioni di immigrati, ricordare le deportazioni vere di tanti italiani dovrebbe essere il minimo.
Il toro iconico di Wall Street a New York (iStock)
Democratici spaccati sul via libera alla ripresa delle attività Usa. E i mercati ringraziano. In evidenza Piazza Affari: + 2,28%.
Il più lungo shutdown della storia americana - oltre 40 giorni - si sta avviando a conclusione. O almeno così sembra. Domenica sera, il Senato statunitense ha approvato, con 60 voti a favore e 40 contrari, una mozione procedurale volta a spianare la strada a un accordo di compromesso che, se confermato, dovrebbe prorogare il finanziamento delle agenzie governative fino al 30 gennaio. A schierarsi con i repubblicani sono stati sette senatori dem e un indipendente affiliato all’Asinello. In base all’intesa, verranno riattivati vari programmi sociali (tra cui l’assistenza alimentare per le persone a basso reddito), saranno bloccati i licenziamenti del personale federale e saranno garantiti gli arretrati ai dipendenti che erano stati lasciati a casa a causa del congelamento delle agenzie governative. Resta tuttavia sul tavolo il nodo dei sussidi previsti ai sensi dell’Obamacare. L’accordo prevede infatti che se ne discuterà a dicembre, ma non garantisce che la loro estensione sarà approvata: un’estensione che, ricordiamolo, era considerata un punto cruciale per gran parte del Partito democratico.
2025-11-10
Indivia belga, l’insalata ideale nei mesi freddi per integrare acqua e fibre e combattere lo stress
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In autunno e in inverno siamo portati (sbagliando) a bere di meno: questa verdura è ottima per idratarsi. E per chi ha l’intestino un po’ pigro è un toccasana.
Si chiama indivia belga, ma ormai potremmo conferirle la cittadinanza italiana onoraria visto che è una delle insalate immancabili nel banco del fresco del supermercato e presente 365 giorni su 365, essendo una verdura a foglie di stagione tutto l’anno. Il nome non è un non senso: è stata coltivata e commercializzata per la prima volta in Belgio, nel XIX secolo, partendo dalla cicoria di Magdeburgo. Per questo motivo è anche chiamata lattuga belga, radicchio belga oppure cicoria di Bruxelles, essendo Bruxelles in Belgio, oltre che cicoria witloof: witloof in fiammingo significa foglia bianca e tale specificazione fa riferimento al colore estremamente chiaro delle sue foglie, un giallino così delicato da sfociare nel bianco, dovuto a un procedimento che si chiama forzatura. Cos’è questa forzatura?
Zohran Mamdani (Ansa)
Nella religione musulmana, la «taqiyya» è una menzogna rivolta agli infedeli per conquistare il potere. Il neosindaco di New York ne ha fatto buon uso, associandosi al mondo Lgbt che, pur incompatibile col suo credo, mina dall’interno la società occidentale.
Le «promesse da marinaio» sono impegni che non vengono mantenuti. Il detto nasce dalle numerose promesse fatte da marinai ad altrettanto numerose donne: «Sì, certo, sei l’unica donna della mia vita; Sì, certo, ti sposo», salvo poi salire su una nave e sparire all’orizzonte. Ma anche promesse di infiniti Rosari, voti di castità, almeno di non bestemmiare, perlomeno non troppo, fatte durante uragani, tempeste e fortunali in cambio della salvezza, per essere subito dimenticate appena il mare si cheta. Anche le promesse elettorali fanno parte di questa categoria, per esempio le promesse con cui si diventa sindaco.
Ecco #DimmiLaVerità del 10 novembre 2025. Il deputato di Sud chiama Nord Francesco Gallo ci parla del progetto del Ponte sullo Stretto e di elezioni regionali.






