2021-07-03
«Mio marito in carcere ad Abu Dhabi. Ritorsione per l’embargo di Di Maio»
Luigi di Maio e Andrea Giuseppe Costantino (Ansa)
La denuncia della moglie e dell'avvocato dell'imprenditore Costantino, in cella dal 21 marzo «senza neanche un'accusa formale». Con gli Emirati Arabi i rapporti sono precipitati dopo lo stop alla vendita di armi.C'è un cittadino italiano rinchiuso da 3 mesi nel carcere di Abu Dhabi, negli Emirati Arabi Uniti, senza una motivazione valida e senza che gli sia stata ancora mossa un'accusa. È la storia surreale e inquietante che sta vivendo l'imprenditore milanese di 49 anni Andrea Giuseppe Costantino. Va avanti dal 21 marzo, quando la polizia emiratina lo ha prelevato dalla stanza di un albergo di Dubai lasciando sole la moglie Stefania e la loro figlia di 3 anni. Ma è una vicenda che potrebbe avere una motivazione ben precisa, quella da parte degli Emirati Arabi di ritorcersi contro il nostro Paese dopo che la Farnesina a gennaio ha deciso di vietare l'export sulle armi. Questo embargo - deciso dal ministro Luigi Di Maio per il coinvolgimento di Abu Dhabi nella guerra dello Yemen ma soprattutto sulla scia delle polemiche per le visite dell'ex premier Matteo Renzi in Arabia Saudita - ha fatto scoppiare una guerra di posizione tra gli emiri e l'Italia. Insomma la detenzione di Costantino non sarebbe altro che collegata al clima di tensione di questi mesi. Fonti istituzionali confermano che il detenuto è in cella con altri prigionieri yemeniti, siriani e libici. Negli ultimi mesi i casi di rappresaglia contro il nostro Paese sono in aumento. L'8 giugno le autorità emiratine hanno vietato il passaggio nel loro spazio aereo di un C130 dell'Aeronautica militare italiana diretto a Herat, in Afghanistan. «E non credo sia un caso che proprio quel giorno ho ricevuto la seconda telefonata di mio marito», spiega alla Verità la moglie di Costantino, «La prima volta che gli ho parlato è stata il 27 maggio. Ha sempre pochissimi minuti per parlare, probabilmente è registrato. Dopo 110 giorni non sa ancora di cosa è accusato». Durante le telefonate Costantino ha raccontato di trovarsi in cella con persone tutte già condannate in via definitiva. Rispetto alle ritorsioni va anche ricordato che proprio ieri è scaduta la data dello sfratto dei nostri militari dall'aeroporto di Al Minhad, base del Golfo utilizzata dal contingente italiano sin dal 2003. A questo si aggiungono le possibili ripercussioni economiche per Leonardo e Fincantieri, due aziende strategiche per il nostro Paese. «Costantino è un imprenditore che ha sempre lavorato rispettando le regole, non ha mai avuto problemi con la legge, per questo pensiamo sia stato preso: è il profilo perfetto per un mobilitazione diplomatica», spiega alla Verità Cinzia Fuggetti, avvocato che segue da anni l'imprenditore nelle sue attività di trading soprattutto nel settore sanitario. «Questa detenzione è assolutamente illegale, secondo la stessa legge federale emiratina del 1992», aggiunge, «In primis per la mancanza di un mandato d'arresto. L'articolo 110 della stessa legge federale prevede che il provvedimento di fermo possa essere emanato per sette giorni dopo l'interrogatorio (che ricordo per Costantino è stato un incontro di 10 minuti in un clima apparentemente colloquiale ma non chiarificatore dell'eventuale motivazione dell'arresto e in assenza di difensore tecnico) rinnovabile per ulteriori 14 giorni». Secondo l'avvocato «si tratta di una ritorsione nei nostri confronti. Lavoro da anni in quelle zone. La decisione dell'Italia è stata vista dagli Emirati Arabi come un vero e proprio schiaffo nei loro confronti. Il blocco ha fermato anche i pezzi di ricambio per la pattugli acrobatica Mb339: un vero e proprio smacco per gli emiri». Va anche detto che le forze militari degli Emirati Arabi Uniti si sono quasi del tutto ritirate dallo Yemen. E che nessun altro Paese, dalla Francia agli Stati Uniti, ha cancellato contratti già in essere nella zona. Sono state fatte alcune sospensioni precauzionali. La Francia, per esempio, non ha mai fermato l'export e anzi rischia di occupare fette di mercato che un tempo appartenevano al nostro Paese. Ai tempi del governo Renzi furono stipulati accordi per il salvataggio di Alitalia (tramite Etihad) e per Piaggio aerospace (tramite il fondo Mubadala). Il garante fu Luca Cordero di Montezemolo, ex patron della Ferrari che proprio ad Abu Dhabi ha costruito un parco di divertimenti nel 2005. Entrambe le operazioni si sono rivelate fallimentari per l'Italia, dal momento che entrambe le aziende sono sull'orlo del fallimento. Gli emiri ci hanno però guadagnato in tecnologia e posizioni sul mercato del trasporto aereo. L'incarcerazione di Giuseppe Costantino ricorda a tratti quella di Christian Michel, un uomo d'affari inglese che finì in carcere a Dubai e poi fu consegnato all'India in cambio della principessa Latifa Al Maktoum che era scappata dal padre Mohammed Bin Rashid. Domani il direttore generale per gli italiani all'estero Luigi Maria Vignali sarà in missione negli Emirati. L'ambasciata e la Farnesina seguono da vicino il caso. Ma al momento Costantino continua a restare in carcere.
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