2019-11-13
Pure sulle nomine il Conte bis è nel pantano
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I problemi non riguardano solo le aziende della galassia Cassa depositi e prestiti, ma anche le authority, il demanio, l'anticorruzione, l'agenzia delle entrate, dogane, dove ormai non si contano più i mesi di proroga. E in primavera si attende la sostituzione dei consigli di amministrazione di Eni, Leonardo, Poste ed Enel. Governo giallorosso nella palude sul fronte delle nomine per le partecipate statali. I problemi non riguardano solo le aziende della galassia Cassa depositi e prestiti, ma anche le authority, il demanio, l'anticorruzione, l'agenzia delle entrate, dogane, dove ormai non si contano più i mesi di proroga. La nomina di Giovanni Gorno Tempini alla presidenza di Cdp, in sostituzione del prodiano Massimo Tononi, è stato un semplice assolo di un esecutivo che si ritrova più che mai diviso su tutto. 5 stelle e Pd hanno fatto fatica a trovare la quadra, tanto che, come riporta anche un report di Fb &Associati, il cambio di presidenza è stato un atto dovuto soprattutto alle frizioni tra l'amministratore delegato Fabrizio Palermo e Tononi: non si poteva più andare avanti. A questo si aggiunga che il nome di Gorno Tempini avrebbe prevalso su quello di Andrea Beltratti - professore della Bocconi nonché ex presidente del consiglio di gestione di Intesa Sanpaolo - e soprattutto su Francesco Profumo, attuale presidente della Compagnia San Paolo, successore di Giuseppe Guzzetti alla guida dell'Acri, l'associazione delle fondazioni bancarie. Ci sarebbe anche stato un tentativo di mettere Franco Bassanini alla presidenza di via Goito, operazione poi fermata ma che proprio Guzzetti non avrebbe gradito. Anche per questo motivo la nomina del presidente di Open Fiber in consiglio di amministrazione al posto di Valentino Grant continua a essere bloccata. In sostanza se la battaglia per la presidenza ha lasciato ferite difficili da rimarginare, ancora più complessa si profila la scelta degli uomini che dovranno sostituire i vertici di Sace e Simest, partecipate che seguono le nostre aziende all'estero. Se per la prima la proroga dura ormai da giugno, per la seconda siamo arrivati al record di quasi 14 mesi consecutivi. Qui ai problemi tra l'ex ministro dell'Economia Giovanni Tria e Palermo si sono aggiunti ora quelli tra grillini e dem, con un arbitro di peso come l'attuale numero uno di via XX settembre Roberto Gualtieri. Per sostituire Alessandro Decio e il presidente Beniamino Quinteri si parla da tempo di Edoardo Ginevra, ex McKinsey e attuale cfo di Banco Bpm, e Rodolfo Errore, già nel cda di Sace. In questo quadro già di frammentazione non bisogna poi dimenticare le polemiche sul piano industriale di Palermo. Il Fondo Nazionale dell'Innovazione aspetta da tempo un nuovo presidente, che nascerà dall'accordo tra Invitalia e Cdp: si parla di Salvo Mizzi già a capo di Invitalia Sgr. Nulla di nuovo invece per il Fondo Italiano di Investimento, come per Simest, dove si attende il via libera per l'arrivo di Pasquale Salzano, ambasciatore in Qatar: qui sono in proroga da aprile 2018 l'amministratore delegato Alessandra Ricci e il presidente Salvatore Rebecchini. In CdP Immobiliare Luca Petrichella dovrebbe sostituire Salvatore Sardo come amministratore delegato, dopo che Palermo lo aveva rimosso da chief operating officer e amministratore delegato: resterà presidente. Il governo giallorosso conta di intervenire anche sul vertice dell'Agenzia delle entrate, dove il generale della Guardia di finanza Antonino Maggiore potrebbe cedere il posto a Ernesto Ruffini, ma ballano anche i direttori di Dogane e Demanio. Per l'Anac (Autorità Nazionale anti corruzione) a fine ottobre è stato scelto l'interno Fabio Merloni, ma sulla poltrona che è stata di Raffaele Cantone si parla da tempo anche di Roberto Tartaglia, pm napoletano, e Paolo Ielo, procuratore aggiunto a Roma. Su Agcom e privacy è tutto fermo da mesi, si attende ancora la calendarizzazione parlamentare per la votazione. Sulla prima sono in risalita le quotazioni del parlamentare grillino ed ex giornalista di Mediaset Emilio Carelli, mentre sulla seconda scalpitano gli avvocati Giuseppe Busia e Guido Scorza. La battaglia autunnale è solo l'antipasto di quello che potrebbe poi succedere in primavera. Eni, Enel, Poste, Leonardo sono solo alcuni dei colossi statali che dovranno rinnovare i propri consigli di amministrazione. Se le premesse sono queste di sicuro non sarà facile trovare una quadra.