2019-05-10
Anche «Sports Illustrated» cede alla sharia e pubblica il suo primo burqini
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Per la prima volta il magazine sportivo americano pubblica a fianco di donne praticamente nude una giovane musulmana che fa il bagno con il costume velato. Chi celebra l'inclusività dimentica che invece quel particolare indumento è simbolo dell'oppressione del sesso femminile. All'interno alcune delle top model del numero in edicola e le foto delle modella velata.Dal 1964 Sports Illustrated ogni anno pubblica un numero dedicato alle più belle modelle, immortalate in bikini microscopici in località da sogno. Nel suo periodo d'oro, Sports Illustrated Swimsuit è risultata la rivista più venduta del gruppo Time Inc. con oltre un milione di copie. Mentre la pubblicità aveva superato soglia 35 milioni di dollari, rappresentando così il 7% dei guadagni del gruppo. Questi dati però non sembrano essere bastati a salvare la testata che, a causa della crisi globale dell'editoria, è stata messa in vendita insieme ad altri grandi nomi come il Time. Mentre quest'ultimo è già stato acquisito per 190 milioni di dollari, il futuro di Sports Illustrated rimane incerto. I numeri parlano di un magazine in crisi, e nonostante la copia speciale sia stata un trampolino di lancio per moltissime modelle, il cambiamento del contesto sociale - principalmente segnato dalla nascita del movimento #MeToo - ha sollevato la questione sulla rilevanza di una rivista che punta all'appagamento maschile. «Questo cambiamento non è sicuramente senza problemi, ma siamo convinti che quello che stiamo facendo sia positivo» ha affermato l'editore MJ Day che quest'anno ha deciso di dedicare una delle copertine a Tyra Banks, 45 anni, per mostrare che le donne ritratte sono intelligenti e di successo. Quest'ultima non è però sicuramente la scelta che ha fatto più discutere. «Sport Illustrated Swimsuit è pronto a fare cose fantastiche e di grande impatto» ha raccontato Day durante uno dei tanti servizi fotografica. Ecco infatti comparire tra le pagine, la modella somala Halima Aden. La prima musulmana a posare per la rivista con l'hijab. Una mossa studiata ad hoc per far parlare di sé. Halima è così ritratta con il capo coperto e con indosso un burqini, di fianco a centinaia di ragazze con costumi da bagno microscopici, o addirittura col seno scoperto. La realtà è che un'immagine così controversa può aiutare a vendere copie, nonostante quello che rappresenta. C'è infatti chi elogia la scelta parlando di inclusività e chi invece dice che con questi scatti si sta celebrando l'oppressione del sesso femminile. La scelta di indossare l'hijab o il burqini non è semplicemente una scelta di stile, ma nasconde implicazioni di natura politica difficili da ignorare. È corretto normalizzare questo tipo di scelta, accostandola a immagini così profondamente diverse come quelle che ritraggono le altre ragazze? Sport Illustrated si fa vanto di aver messo in copertina prima di altri una donna di colore (la stessa Tyra Banks) e una donna plus size (Ashley Grahm), ma alla base delle sue scelte c'è sempre stata una volontà di sconvolgere il suo pubblico e creare «rumore» attorno alla pubblicazione. Nel 1978 era un costume a rete che mostrava i capezzoli della modella (e che risultò in 340 cancellazioni immediate dell'abbonamento al magazine), quest'anno è l'utilizzo di un burqini.