2023-10-06
Amara e Armanna, nuove accuse e un rinvio a giudizio
Piero Amara (Imagoeconomica)
Avvocato e manager alle prese con i risarcimenti e i procedimenti per calunnia nel caso Eni. Presidenza del Consiglio parte civile.Dopo anni di protezioni da parte delle procure italiane, Piero Amara e Vincenzo Armanna si ritrovano ormai quasi giorno alla sbarra per le loro calunnie.L’avvocato e il manager, dopo essere stati sbugiardati dai giudici sul processo Eni Nigeria (finito con l’assoluzione di tutti gli imputati) e da diverse Procure italiane, stanno provando a difendersi da una raffica di querele che potrebbero costare molto caro, soprattutto in termini di risarcimenti. Per di più Armanna è già stato condannato questa settimana dal giudice del lavoro a risarcire Eni per 233.000 euro più 35.000 di spese legali. Tra novembre e dicembre la loro agenda è fitta di appuntamenti in tribunale. E così, nei giorni successivi all’udienza nel tribunale di Brescia che vede imputati i pm Fabio De Pasquale e Sergio Spadaro, Amara e Armanna si sono ritrovati ieri insieme a un’udienza preliminare con l’accusa di nuove calunnie a carico dei dirigenti Eni. Non solo. Amara mercoledì era stato rinviato a giudizio anche per la calunnia ai danni di Stefano Speroni, direttore degli affari legali del cane a sei zampe, dopo le dichiarazioni rese il 24 novembre 2019 ai pm milanesi in un interrogatorio. L’avvocato di Agusta, plurinquisito e pluricondannato, aveva accusato falsamente proprio Speroni, difeso da Giovanni Accinni, di corruzione tra privati e di emissioni di fatture per operazioni inesistenti, sostenendo che nel 2017 l’allora legale esterno di Eni si fece rimborsare con una falsa fattura emessa nei confronti della multinazionale i costi per una festa.La Procura di Milano aveva chiesto di archiviare, ma un gip aveva chiesto l’imputazione coatta per Amara. Mercoledì i pm Laura Pedio e Stefano Civardi avevano chiesto di nuovo l’archiviazione, ma il gup Tiziana Gueli ha deciso di rinviarlo a giudizio. Il dibattimento inizierà il 15 dicembre davanti al giudice monocratico della settima sezione penale di Milano. Un nuovo rinvio a giudizio potrebbe arrivare poi a fine novembre, quando ci sarà la nuova udienza per le calunnie, oltre che all’ad, Claudio Descalzi, e al direttore delle risorse umane, Claudio Granata, ad altri manager Eni.Ieri nell’aula bunker di via Filangieri a Milano sono state ammesse le parti civili, tra cui il ministero di Grazia e giustizia e la presidenza del Consiglio. Ma oltre a loro, tra i calunniati c’è anche il dirigente Massimo Insulla, difeso dall’avvocato Enrico De Castiglione. Per Eni e gli altri sono presenti gli avvocati Nadia Alecci, Daniele Melegari, Massimiliano Foschini e Fabio De Matteis. Amara è difeso da Saverio Mondello, mentre Armanna da Massimiliano Fioravanti. C’è la possibilità che il processo venga spostato per competenza territoriale.
(Totaleu)
Lo ha dichiarato l'europarlamentare della Lega Roberto Vannacci durante un'intervista al Parlamento europeo di Bruxelles.