2023-01-04
Allarme sui booster: «Rischio di tolleranza immunitaria dopo la quarta dose»
Uno studio cinese mette in guardia: «Le continue stimolazioni causate dai richiami possono ridurre l’efficacia dei vaccini».Le vaccinazioni ripetute inducono tolleranza immunitaria, quindi incapacità di reagire sia degli anticorpi, sia dei linfociti Cd4 e Cd8, cellule che difendono l’organismo dalle infezioni e svolgono un ruolo importante nel sistema immunitario. «Questi risultati suggeriscono che sono necessarie precauzioni con la vaccinazione ripetuta di richiamo anti Sars-CoV-2 su larga scala».Pubblicato su iScience, lo studio è stato compiuto sui topi, ma c’è poco da fare gli schizzinosi, il vaccino anti Covid era stato testato su primati e roditori (e su pochissimi umani) prima della sua approvazione condizionata. Gli autori, dei dipartimenti di endocrinologia, immunologia e ricerca sui tumori della Chongqing medical university, in Cina, spiegano di aver voluto verificare l’efficacia di più richiami, continuamente sollecitati per neutralizzare varianti del Covid, ma che le loro ricerche mostrano «i potenziali rischi» di somministrazioni ripetute. «Nel nostro recente studio, un ciclo di tre dosi di vaccini», scrivono, su topi Balb/c che sono uno dei ceppi da laboratorio più conosciuto e utilizzato, «ha prodotto con successo una protezione immunitaria sia umorale che cellulare per 4 mesi». Poi però, le cose sono cambiate somministrando richiami.Gli anticorpi IgG1, rivolti soprattutto contro gli antigeni proteici di virus e batteri e che aiutano a sviluppare una risposta immunitaria secondaria nelle esposizioni successive a uno stesso antigene, nelle sperimentazioni condotte su topi di sei settimane sottoposti a richiami «sono risultati significativamente» più bassi rispetto a quanto accadeva nelle bestiole senza dosi ulteriori. Questo significa che la «memoria» del sistema immunitario, capace di ricordarsi dei microrganismi con cui è già entrato in contatto, si affievolisce dopo continue stimolazioni. Infatti, «c’è stata una significativa riduzione della capacità di neutralizzazione del siero», nei confronti di tre tipi di varianti contro i quali i topi erano stati vaccinati. Contro Delta e Omicron, in particolare, «abbiamo trovato un intervallo di riduzione da 2,5 a 4 volte», scrivono i ricercatori. Per esplorare i potenziali meccanismi di neutralizzazione degli anticorpi, influenzati dalla somministrazione prolungata, hanno poi utilizzato la citometria a flusso, che permette di visualizzare, identificare e quantificare i linfociti presenti nel sangue. È risultato che «l’immunizzazione estesa ha inibito la produzione di cellule B di memoria specifiche», anti Rbd della proteina Spike. C’era una «marcata riduzione» della risposta immunitaria di memoria, quella in grado di contrastare efficacemente il virus responsabile della patologia. A sostegno della scoperta, spiegano che «un recente studio indipendente su una coorte di 38 vaccinati ha mostrato una diminuzione simile dell’immunità umorale, quando è stato somministrato un secondo richiamo del virus Sars-CoV-2 inattivato, al momento della risposta immunitaria compromessa».Non solo, risultava soppressa nella milza la formazione del centro germinativo, dove si formano le plasmacellule, cioè i linfociti B attivati in grado di secernere anticorpi a seguito di uno stimolo immunogeno. «Più richiami potrebbero indurre tolleranza, piuttosto che risposte immunitarie», sottolineano gli autori. Nei topi con più dosi era ridotta anche l’attività dei linfociti T Cd8, o killer, che svolgono una funzione fondamentale nell’eliminazione delle cellule infettate da virus. «La vaccinazione prolungata non solo ha completamente compromesso la quantità e l’efficacia neutralizzante degli anticorpi specifici per Rbd nel siero, ma ha anche accorciato la memoria umorale a lungo termine», si afferma nello studio. Gli scienziati avvertono che «potrebbe essere importante monitorare i livelli sierici di anticorpi prima di qualsiasi vaccinazione prolungata» perché «la sovrastimolazione con lo stesso vaccino di richiamo, o la reinfezione dopo la vaccinazione possono ostacolare gravemente la risposta immunitaria cellulare stabilita dal ciclo vaccinale convenzionale, che, insieme alle risposte immunitarie umorali compromesse, può portare a una durata prolungata della malattia e/o all’aggravamento dei sintomi», in coloro che vengono più volte vaccinati. Ricordano che un recente lavoro apparso sul New England Journal of Medicine ha dimostrato che una quarta vaccinazione mRna di giovani operatori sanitari sani ha comportato «solo benefici marginali». Capita anche con la terza dose. Lo studio pubblicato il 29 dicembre su Clinical Infectious Diseases rivela che gli individui con infezione recente da Covid «potrebbero aver già raggiunto un livello massimo di anticorpi e quindi non hanno prodotto una risposta», se non minima, al booster con vaccini a mRna. Altro che campagna vaccinale raccomandata a tutti.
Sehrii Kuznietsov (Getty Images)