2024-08-03
Alla Carini il colpo fa troppo male. «Voglio dare l’addio alla boxe»
L’azzurra: «Esco a testa alta». Rispunta la virostar Nino Cartabellotta che la sbeffeggia.Angela Carini, la pugile italiana che il 1° agosto ha affrontato sul ring il suo avversario algerino intersex Imane Khelif e che, per la violenza e la forza dei colpi subiti, ha chiesto in brevissimo tempo il ritiro dalla competizione, è ora intenzionata a congedarsi in modo definitivo dal pugilato. È stata lei stessa a dichiararlo in un’intervista alla Stampa, precisando: «Esco a testa alta». Le Olimpiadi 2024 a Parigi rappresentavano per lei l’ultimo slancio, da dedicare al padre Giuseppe, anche lui ex pugile, figura chiave nella sua vita, morto disgraziatamente al rientro di Angela dai Giochi di Tokyo, dove era stata nella squadra della Nazionale. «Ho voluto salire sul ring. Pensavo a mio padre, che per me è un esempio di vita, e agli sforzi che ho fatto per essere qui. Questa per me era la mia Olimpiade e avevo intenzione di percorrere l’ultimo chilometro», ha raccontato. E sull’incontro di giovedì con Khelif, la venticinquenne azzurra ha rivelato: «Non mi sono mai interessata. Mi sono chiesta: “Chi sto affrontando?”. Poi però non tocca a me decidere. Volevo tirare fuori tutta me stessa, a prescindere dalla persona che avevo di fronte. Chi siamo noi per giudicare? Per dire cosa è giusto e cosa è sbagliato? Noi siamo atlete, non siamo giudici. Giudicare spetterà ad altri». Lei, su quel ring, ci è salita perché voleva «solo vincere», come ha più volte detto. E la grinta della combattente c’è tutta nelle sue dichiarazioni: «Non mi vergogno di certo, e poi di cosa devo avere vergogna? Perché mi sono arresa, non ho potuto combattere? Questa non è vergogna, anzi».Ciò che ha spinto la Carini a dire basta durante il match è stato il dolore: «Non me la sono più sentita di combattere dopo meno di un minuto. Ho preso un colpo al naso e ho perso l’equilibrio, non respiravo e quindi ho detto basta. I suoi colpi sono molto forti; di così forti non ne ho mai subiti. Sono una combattente e una che davanti al dolore non si ferma mai. Sono scesa dal ring per rabbia, ma non verso la mia avversaria», ha dichiarato, aggiungendo poi: «Non è giusto perché ho sacrificato tutta me stessa per essere qui alla mia prima Olimpiade e invece non ce la facevo a combattere». Poi si è inginocchiata, ha salutato il padre, gli ha voluto dire: «Questa volta non ce l’ho fatta».Adesso c’è una sola, amara consapevolezza: «Dico ciao alla boxe». E così Angela, l’atleta delle Fiamme oro, ha ufficializzato il suo ritiro dal mondo sportivo, riuscendo però comunque a dare una grande lezione su quale sia il significato etico, profondo di una competizione. Eppure, ancora una volta, non sono mancate le infamie a suo carico. Spregevole il commento di alcune anime belle, come Nino Cartabellotta, presidente della fondazione Gimbe, il quale, a seguito della dichiarazione della campionessa sul suo ritiro, in un post su X ha scritto: «#AngelaCarini: “Dico addio alla boxe”. Potrà dedicarsi al golf, al teatro o alla politica». Una notizia per Cartabellotta: Angela non si darà al teatro, giacché ha già ricevuto un’offerta dal pugile e youtuber statunitense Jake Paul, che le ha proposto di competere in un vero incontro, «non contro un uomo», come invece è accaduto a lei, che «ha visto infrangersi i suoi sogni per colpa di programmi deliranti».
Jose Mourinho (Getty Images)