2020-03-07
Alitalia, Mes, Ilva e trans. Mentre l’Italia è all’ospedale i giallorossi fanno disastri
In piena crisi sanitaria il governo lavora ai dossier più spinosi. Per la compagnia aerea si va verso la vendita-spezzatino. Sul Fondo salva Stati l'Aula rischia di essere ignorata. Non tutti i virus vengono per nuocere: l'emergenza corona costringe anche il Parlamento a diluire i lavori, ma mentre i mass media e l'opinione pubblica sono completamente concentrati sull'epidemia, il governo e la maggioranza stanno definendo dossier importantissimi. Alitalia, Ilva, Mes, legge sull'omotransfobia: argomenti delicati, controversi, nodi intricatissimi che i giallorossi guidati da Giuseppi Conte stanno man mano sciogliendo nel silenzio generale. Lo stesso slittamento del referendum sul taglio dei parlamentari, previsto per il 29 marzo ma poi rinviato a data da destinarsi, consentirà alla maggioranza di andare avanti ancora qualche mese senza l'ossessione delle elezioni anticipate. Il rinvio a causa del coronavirus è, ovviamente, una decisione inevitabile, ma è altrettanto ovvio che lo slittamento faccia tirare un sospiro di sollievo alla maggioranza.Il Parlamento, dunque, affronta l'emergenza sforbiciando il lavoro degli eletti. La Camera dei deputati ha deciso di riunirsi in seduta solo una volta alla settimana, di mercoledì, per tutto il mese di marzo. Mentre gli onorevoli diradano le loro presenze in Aula, però, il governo procede spedito alla definizione di moltissime questioni. Partiamo da Alitalia: dopo che tutti i governi, dal centrodestra al centrosinistra, avevano sempre escluso la vendita-spezzatino della compagnia di bandiera, ecco che negli ultimi giorni l'esecutivo giallorosso ha deciso proprio per questa soluzione. Il bando per la vendita di Alitalia prevede infatti che si possano avanzare manifestazioni di interesse sia per singole attività (Aviation, Handling, Manutenzione) sia per il lotto unico comprendente tutte gli asset della società. «Ci sono cento buoni motivi», ha detto a Sky Tg24 il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Paola De Micheli, «perché Alitalia venga rilanciata. Evidentemente quello che sta succedendo ha impresso un'accelerata nella nostra discussione e accelererà anche le decisioni del governo. Questo è molto chiaro».Passiamo all'Ilva. In tempi «normali», la definizione della delicatissima vicenda dell'acciaieria di Taranto sarebbe stata oggetto di polemiche, accuse, critiche e decine di ore di tg e talk show. Invece ieri, quasi in sordina, a Milano, in un Palazzo di giustizia semi paralizzato e sostanzialmente deserto, davanti al giudice civile Claudio Marangoni, si sono incontrati i legali di Arcelor Mittal e quelli dell'ex Ilva in amministrazione straordinaria. Meno di un quarto d'ora di udienza ed è stata sancita la fine della causa civile, avviata a novembre dalla multinazionale con un atto di citazione, a cui si opposero i commissari con un ricorso cautelare d'urgenza. Pochissimi i legali presenti al terzo piano, in seguito alle direttive anti coronavirus disposte dopo i tre casi di magistrati contagiati. L'accordo firmato tre giorni fa tra il gruppo franco indiano e i commissari dell'Ilva prevede, tra l'altro, l'ingresso nel capitale sociale di Am Investco, tramite un aumento di capitale, di investitori pubblici e privati, e la possibilità per Arcelor Mittal di recedere entro il 31 dicembre prossimo, qualora non si addivenga alla stipula di un accordo di investimento entro il 30 novembre 2020, a fronte del pagamento di una «penale» di 500 milioni di euro. Passiamo al Mes, il famigerato Meccanismo europeo di stabilità, meglio noto come Fondo salva Stati dell'Unione europea, al quale l'Italia contribuisce con ben 14 miliardi di euro. Tutti ricorderete le polemiche dello scorso dicembre, quando il centrodestra si scagliò contro il governo, che alla chetichella aveva dato l'ok dell'Italia alla riforma del Mes, che potrebbe però penalizzare fortemente proprio il nostro Paese. Alla fine, la maggioranza, l'11 dicembre scorso, trovò l'accordo su un testo che garantiva un ulteriore passaggio in Parlamento prima della ratifica del governo italiano all'accordo europeo. Non solo: la maggioranza si impegnava a dare il via libera solo all'intero pacchetto di riforme, quindi insieme al Mes dovrebbero essere approvati anche Bicc (un embrione di bilancio europeo) e Unione bancaria. La maggioranza garantì un ulteriore passaggio parlamentare all'inizio del 2020, ma dell'argomento non si è più discusso. Bene (anzi, male): nella prossima riunione del 16 marzo, l'Eurogruppo dovrà approvare definitivamente il testo della riforma del Mes. Occorre l'unanimità: se tutti i ministri dell'Economia daranno l'ok, saranno poi i rappresentanti dei governi a firmare il nuovo Trattato in una riunione successiva, e poi partirà il processo di ratifica dei Parlamenti nazionali. Che farà il nostro Roberto Gualtieri? Probabilmente dirà sì, ma senza aver coinvolto di nuovo Camera e Senato, come pure era stato promesso e sottoscritto. Infine, ieri, è saltato solo grazie all'intervento della Lega il tentativo di calendarizzare in Aula, alla Camera, il prossimo 30 marzo, la proposta di legge sull'omotransfobia. Un tema che merita approfondite discussioni, ma che la maggioranza tentava di far passare in cavalleria, senza le necessarie audizioni nelle commissioni Giustizia di Camera e Senato. In sostanza, mentre la copertura mediatica del coronavirus fa ombra a qualunque altro argomento, mentre l'attenzione degli italiani è tutta inevitabilmente concentrata sull'epidemia, alcune delle questioni più delicate e controverse della politica italiana stanno andando verso una definizione. Nel silenzio generale dei media e senza i necessari approfondimenti.
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