{{ subpage.title }}

Alfie, la chiave per la selezione della specie

Alfie, la chiave per la selezione della specie
ANSA
Alfie sta morendo. Alfie non ha diritto a vivere. Ed è paradossale che esista un diritto per tutti, in questo dannato mondo, tranne per questo piccolo che ostinatamente si rifiuta di morire. Quanto ci mette? Perché non se ne va? Perché non toglie tutti d'impaccio? Perché resta aggrappato alla vita, nonostante tutto il male che gli stanno facendo, attaccandogli e staccandogli le macchine come se fossero i cavi per la batteria dell'auto? Non lo capisce? Sono tutti lì che aspettano solo quello. Che si tolga di mezzo. Che la smetta di rompere con la sua ostinata esistenza. Che la smetta di porre domande. Di chiedere risposte. Che la smetta di avere pretese, di voler essere curato, addirittura. Con tutto quel che costa. Non è ancora chiaro? Alfie Evans non ha diritti. Alfie deve soltanto sparire.

Alessandra Coppola ripercorre la scia di sangue della banda neonazi Ludwig: fanatismo, esoterismo, violenza e una rete oscura che il suo libro Il fuoco nero porta finalmente alla luce.

La premier nipponica vara una manovra da 135 miliardi di dollari Rendimenti sui bond al top da 20 anni: rischio calo della liquidità.

Big in Japan, cantavano gli Alphaville nel 1984. Anni ruggenti per l’ex impero del Sol Levante. Il boom economico nipponico aveva conquistato il mondo con le sue esportazioni e la sua tecnologia. I giapponesi, sconfitti dall’atomica americana, si erano presi la rivincita ed erano arrivati a comprare i grattacieli di Manhattan. Nel 1990 ci fu il top dell’indice Nikkei: da lì in poi è iniziata la «Tokyo decadence». La globalizzazione stava favorendo la Cina, per cui la nuova arma giapponese non era più l’industria ma la finanza. Basso costo del denaro e tanto debito, con una banca centrale sovranista e amica dei governi, hanno spinto i samurai e non solo a comprarsi il mondo.

Le priorità del dem Lepore: obbligare le scuole medie a «lezioni» di ius soli
Matteo Lepore (Ansa)
Quella che in un istituto era stata presentata come la «Giornata della cittadinanza» si è rivelata essere della mera propaganda pro immigrazione, mascherata da attività extra didattica. Fdi: «Denunceremo».

Doveva essere una sorta di lezione civica rivolta agli studenti. La comunicazione arrivata ai genitori degli allievi delle medie della scuola Guido Guinizelli di Bologna citava testualmente «Un evento gratuito», che si sarebbe svolto il 20 novembre dalle 10 alle 13 al Teatro Manzoni per la «Giornata della cittadinanza 2025». Luca (nome di fantasia) non ha esitato a dare il suo consenso, convinto che per la figlia dodicenne Margherita poteva essere un momento didattico.

Cosa ci dice il caso Garofani di ciò che avviene sul Colle? Ne discutono Giuseppe Cruciani e Massimo de' Manzoni.

Le Firme

Scopri La Verità

Registrati per leggere gratuitamente per 30 minuti i nostri contenuti.
Leggi gratis per 30 minuti
Nuove storie
Preferenze Privacy