2024-05-13
Alessandro Mangia: «Su Astrazeneca indaghino le Camere»
Il costituzionalista: «Tutti i responsabili sono scudati? Forse i ministri, il Cts e i funzionari Aifa no. L’obbligo vaccinale non stava in piedi. Certe lobby stanno spingendo per autorizzazioni rapide anche di altri medicinali».Professor Alessandro Mangia, in quanto esperto e docente di Diritto costituzionale dell’Università Cattolica, le chiedo di darmi una risposta da giurista. Astrazeneca chiede la revoca dell’autorizzazione alla commercializzazione del suo vaccino. Un atto all’apparenza autolesionistico.«In realtà c’è da dubitare che ci sia dell’autolesionismo alla base del comportamento di Astrazeneca. Il punto di partenza è senz’altro dato dai processi in corso presso le Corti inglesi, dove è stata presentata una class action pesante da parte di molti pazienti vaccinati che lamentano danni irreversibili. In quell’occasione, è strano a dirsi ma è così, Astrazeneca ha pubblicamente ammesso la presenza degli effetti avversi. Evidentemente su consiglio dei suoi avvocati. Che presumo non siano i peggiori legali d'Europa».(Scoppio a ridere).«Stavo cercando di essere serio… Ricomincio. L’azienda ha ritenuto opportuno ammettere che il vaccino, che un tempo si chiamava Astrazeneca, e a cui è stato cambiato casualmente nome in Vaxzevria, può causare danni da coagulazione e trombocitopenia. E sul sito Ema tutta la relativa documentazione è stata ripubblicata con la dicitura “prodotto medicinale non più autorizzato”. Invito i lettori a fare un esperimento digitando “Ema Vaxzevria”. L’ultimo aggiornamento è del 7 maggio scorso. Chiunque sia stato vaccinato con Astrazeneca può verificarlo e trarre le sue conclusioni. La motivazione ufficiale della richiesta di ritiro è che al momento non ci sarebbe domanda. Quindi sarebbe economicamente non vantaggioso continuare la produzione. In realtà, l'effetto di questa richiesta di ritiro solleva Astrazeneca dal presentare ogni ulteriore documentazione relativa agli effetti di cui si parla».Chi parlava di vaccino sperimentale aveva ragione, allora!«Dal punto di vista del linguaggio comune questa espressione può aver senso. Dal punto di vista giuridico, no! Il sistema di autorizzazioni che opera nell’Unione europea è costruito su una triplice classificazione delle autorizzazioni alla messa in commercio. Mentre negli Stati Uniti esistono soltanto l’autorizzazione standard e quella di emergenza, senza nulla in mezzo, nella Ue nel 2016 è stata introdotta una terza fattispecie: la famosa autorizzazione condizionata, che non c’è in America. È stata questa autorizzazione condizionata a consentire la messa in circolazione, prima di Astrazeneca, e poi di tutti gli altri vaccini. La peculiarità dell’autorizzazione condizionata è quella di riprodurre tutte le fasi normali della sperimentazione in parallelo e non in sequenza. La sperimentazione normale, per ottenere un’autorizzazione standard, richiede molto più tempo. E questo tempo consente di verificare quali siano gli effetti a medio e lungo termine del medicinale. Ma in questo caso le fasi di sperimentazione non si svolgono in sequenza, una dopo l’altra, facendo passare del tempo, ma in parallelo rispetto alla messa in commercio. Risultato? Tu non hai assolutamente notizie, né le puoi avere, degli effetti a medio lungo termine perché nessuno ha la macchina del tempo. Lo stiamo scoprendo in questi giorni a soli tre anni dall’inoculazione del vaccino».Ora è chiaro il razionale della scelta apparentemente autolesionistica di Astrazeneca…«Avrebbe dovuto presentare dati relativi agli effetti a tre anni. Ed ora chi presenterà i dati sugli effetti a cinque o dieci anni?».L’obbligo vaccinale più o meno esplicito sta in piedi in presenza di un’autorizzazione condizionata nel nostro ordinamento? La Corte costituzionale ha detto di sì!«La correggo. La Corte costituzionale non si è espressa su questo. Lo ha fatto il Consiglio di Stato nell’ottobre del 2021 (CdS Sez. III 7045/2021). Ai tempi avevo sostenuto su ilsussidiario.net e su Rivista Aic che l'autorizzazione condizionata poteva essere alla base della messa in circolazione del prodotto, ma non dell’obbligo/induzione alla vaccinazione. Questo perché l’autorizzazione condizionata fornisce soltanto un accertamento provvisorio, instabile e temporaneo. E quindi per definizione incompleto. Tant’è che le case farmaceutiche, in stato di autorizzazione condizionata, devono continuare a presentare dati per verificare che il prodotto in commercio non sia dannoso. Insomma, la messa a disposizione del prodotto poteva avere senso, lasciando però alla libertà individuale la scelta di vaccinarsi o meno. Non imporre sulla base di questa la vaccinazione, come è stato fatto per diverse categorie».Ne discende che l’obbligo vaccinale ha bisogno di alcuni prerequisiti. Fra questi c’è sicuramente il fatto che l’autorizzazione sia standard…«Esattamente! Infatti, la sentenza del Consiglio di Stato è stata clamorosa. Si è asserito che il principio di precauzione per quel vaccino non andava inteso in senso normale ma invertito».Cioè?«Il Consiglio di Stato ha ripreso le mie tesi per sostenere però che il principio di precauzione – che funziona in tutti i settori – “in fase emergenziale” non dovesse essere applicato. In altre parole, hanno scelto di scaricare un rischio statisticamente non ponderato sui soggetti vaccinati. Ecco perché questo argomento non è mai arrivato in Corte costituzionale. La motivazione del Consiglio di Stato è stata un precedente opponibile ad ogni cittadino che avesse avuto l’ardire di voler andare in Corte costituzionale sulla base della natura incompleta degli accertamenti tecnici. Io, prima di allora, la precauzione fluida o woke non l’ho mai vista. Né l’ho vista poi».Questa espressione va pubblicata… non mi chieda di non farlo!«Il punto è che tutti i problemi che stanno emergendo adesso non potranno essere portati all’attenzione della magistratura perché sono stati tutti scudati penalmente. Dai medici somministratori, a chi ha autorizzato questo vaccino. E comunque il vaccino è stato ritirato. A questo punto l’unica strada per approfondire la questione, che coinvolge milioni di persone, è una commissione d’inchiesta parlamentare. Non c’è altro canale a disposizione, a meno di non voler mettere tutto a tacere. Negli Usa queste cose sono normali. E ricordi che questi vaccini sono stati acquistati con contratti secretati firmati dalla Commissione. Gli italiani, attraverso la fiscalità generale, hanno già pagato per i vaccini iniettati come per le centinaia di migliaia inutilizzati. E pagheranno negli anni a venire per gli indennizzi alle vittime lasciando però indenni i produttori».Praticamente è l’acquirente che paga i danni del prodotto che ha acquistato invece che il venditore.«Per questo serve la Commissione! E guardi che non c’è stata solo Camilla Canepa nel marzo 2021. C’è stato il carabiniere Andrea Calligaris. C’è stato il marinaio Andrea Paternò. E sa dirmi quanti altri ce ne sono stati? Pensi agli studenti dei Vaccination Day e ai loro genitori. Per questo ci vuole la commissione d’inchiesta. Che si sappia cosa è successo e perché».Da giurista le chiedo un parere in materia di diritto privato. Anche se si occupa di diritto pubblico.«Un esame di Diritto privato, in una buona Facoltà, qualche anno fa l’ho fatto…».Non ne dubito. Infatti, le chiedo che valore ha il consenso informato sottoscritto al momento della vaccinazione obbligatoria?«Guardi, quando mi sono vaccinato nel marzo 2021 il medico mi ha messo sotto sotto gli occhi un foglio da firmare. Era il consenso informato. Sa cosa c’era scritto su quel foglio? Che gli effetti del farmaco a medio/lungo termine non erano noti. Non ci nascondevano nulla. Ce lo dicevano. Era una manleva di responsabilità. Ma nel mio caso aveva un senso perché la mia era una vaccinazione volontaria. La cosa assurda è che questo documento è stato poi fatto firmare anche a chi è stato obbligato a scegliere se vaccinarsi o mangiare. Se sono obbligato che consenso posso dare?». Si direbbe, classico caso di vizio del consenso. Firmo un contratto con la pistola puntata alla tempia.«Infatti! Quel consenso era viziato e in teoria non dovrebbe valere. Ma questo è un discorso inutile. La vaccinazione è stata fatta e i suoi effetti sono irreversibili. Il tutto sulla base di un’autorizzazione temporanea e incompleta. Che oggi è stata revocata su richiesta del produttore. Sa, a parole ti puoi anche sbattezzare. Ma nella realtà non ti puoi “svaccinare”».Il Comitato tecnico scientifico (Cts) è stato un organo strategico nel processo decisionale, ma pur sempre consultivo. Quindi giuridicamente non responsabile. E del Cts si faceva scudo il ministro. Anche lui non responsabile. Un corto circuito.«Che i componenti del Cts e i funzionari dell’Ema e dell’Aifa siano scudati potrebbe essere dubbio. Sicuramente lo sono i medici vaccinatori, i produttori, e forse – forse – i ministri che hanno firmato il decreto legge. Consideri che la strategia Covid zero fatta di lockdown ed obblighi vaccinali – promossa in Italia da esponenti come Walter Ricciardi – negli Usa veniva pesantemente criticata da eminenti scienziati come John Ioannidis e Scott Atlas. E voi ne avete dato conto. Il tempo gli sta dando ragione. E il bello è che c’è una compagnia di giro in Ue e in Italia, fatta di medici, giuristi e lobbisti, che sta promuovendo una modifica al sistema di autorizzazioni alla messa in commercio dei medicinali. Ma era prevedibile. Il loro argomento è semplice: “che ci sta a fare un’autorizzazione standard se posso fare tutto con l’autorizzazione condizionata ed in minor tempo?”».
Nicolas Sarkozy e Carla Bruni (Getty Images)